Scritta da: Lucio Dusso
in Poesie (Poesie d'Autore)
Passando sopra un ponte
alto sull'imbrunire
guardando l'orizzonte
ti pare di svanire.
Ma la campagna resta
piena di cose vere
e tante azzurre sfere
non valgono una festa.
Commenta
Passando sopra un ponte
alto sull'imbrunire
guardando l'orizzonte
ti pare di svanire.
Ma la campagna resta
piena di cose vere
e tante azzurre sfere
non valgono una festa.
Animali d'Inghilterra,
d'ogni clima e d'ogni terra,
ascoltate il lieto coro:
tornerà l'età dell'oro!
Tosto o tardi tornerà:
l'uom tiranno a terra andrà;
per le bestie sol cortese
sarà l'alma terra inglese.
Non più anelli alle narici,
non più gioghi alle cervici,
e per sempre in perdizione
andrai frusta, morso e sprone.
Sarem ricchi, sazi appieno:
orzo, grano, avena, fieno
barbabietole e foraggio
saran sol nostro retaggio.
Più splendidi i campi e i clivi,
e più puri i fonti e i rivi
e più dolce l'aer sarà
quando avrem la libertà.
Per quel dì noi lotteremo,
per quel lieti morremo,
vacche, paperi, galline,
mille bestie, un solo fine.
Ora
sono solo un sasso
gettato dal caso
in uno stagno,
avvolto da grovigli di erbe d'acqua
tenaci e caparbie quanto la gravità.
Ma sono stato anche
uccello;
di quelli che si avvitano veloci
oltre i confini della vista
fino al bianco puro della non materia,
candido come è candido
tutto ciò che non è.
Di tutte le occasioni mancate
di più
avrei voluto essere note,
mai scritte su un pentagramma
ma sparse nell'aria
in un ventaglio di suoni,
incatenate con un ritmo di colori,
scomposte e ricomposte
ogni volta
come meglio viene.
Mi sveglierò soltanto
quando saremo fuori dall'inverno.
Allora
- lame di luce
il sole
tra le persiane e il pavimento -
sarà più caldo
e sereno
radersi il mattino;
non più
caffè amaro e nero
e assoli in do minore
addosso
tutto il giorno.
Tu
sei nata quasi in primavera;
forse potrai capire.
Bella era giovane e anche carina
con occhi azzurri e capelli biondi,
povera Bella!
Il passo era lieve e il cuore contento
ma di giudizio ne aveva poco.
Così si diede come una moglie
a un traditore duro e cattivo.
Bella era giovane, e non lo sapeva
che il mondo è pieno di traditori,
povera Bella!
Disse: " Quest'uomo farà il suo dovere,
mi sposerà perché è giusto così";
ed era piena d'amore e fiducia
in un traditore duro e cattivo.
Andò da lui; ma lo sporco vigliacco
fatti i bagagli se n'era scappato,
povera Bella!
E a casa poi la padrona le disse:
"Via, che puttane qua dentro non voglio. "
Quante amarezze soffrì l'infelice
per un traditore duro e cattivo.
Tutta la notte vagò sulla neve,
quanto soffrì nessuno può dirlo,
povera Bella!
E quando rossa spuntò l'aurora,
morta era ahimé la povera Bella,
uccisa ancora in giovane età
da un traditore duro e cattivo.
E così dite quel che volete,
quand'uomo pecca deve soffrire,
povera Bella!
Giù la calarono in fondo alla fossa.
Dissero gli uomini: "questa è la vita".
Ma dolcemente cantaron le donne:
"Colpa degli uomini, sporchi bastardi. "
A mio padre
Ricordo i tuoi occhi quasi spenti.
Il tuo sorriso a stento.
Le parole che avrei voluto dirti,
che non ho detto.
La tua forza, il dolore soffocato,
la tua infelicità nascosta,
e la tua lealtà.
Ricordo il tuo amore, non sempre capito.
Le tue lezioni di vita, a volte esagerate,
I tuoi rimproveri.
Ricordo il tuo orgoglio nel nominarci,
la tua felicità nel vederci.
Ricordo i valori che ci hai trasmesso,
la tua voglia di giocare e di vivere,
e forse anche di morire.
Non ci sono sogni irrealizzabili,
ma solo sogni non realizzati
Non ci sono obbiettivi non raggiungibili,
ma solo obbiettivi non raggiunti
Non esistono amori impossibili,
ma solo amori non conquistati.
Non esistono gli avvenimenti che accadono.
Ma siamo noi a crearli.
Corri dietro ai tuoi sogni, raggiungi i tuoi obbiettivi.
Conquista i tuoi amori
Non subire la vita... vivi.
Cum subit illius tristissima noctis imago,
Quae mihi supremum tempus in Urbe fruit;
Cum repecto noctem, qua tot mihi cara reliqui;
Labitur ex oculis nunc quoque gutta meis.
Iamque quiscebant voces hominunque canumque;
Lunaque nocturnos alta regebat equos.
Hanc ego suspiciens, et ab hac Capitolia cernens.
Quae nostro frustra iuncta fuere Lari.
Quando risorge in me la tristissima immagine di quella notte
che fu l'ultima ora a me concessa in Roma,
quando rivivo la notte in cui lasciai tante cose care,
qualche lacrima ancora mi scorre dagli occhi.
E già le voci degli uomini e dei cani tacevano;
e la luna alta nel cielo reggeva i cavalli notturni.
Io la guardavo lassù, e poi guardavo i templi capitolini, che inutilmente furono vicini al nostro Lare.
Perché chiedere la felicità,
perché sperare di non soffrire?
È abbastanza,
è una benedizione sufficiente
vivere giorno per giorno
e udire questa musica.
Un solo mare congiungerà molte mani,
Un solo cuore racchiuderà molti cuori,
ma prima che tutto ciò avvenga dovrete vedere attraverso un solo occhio.
La diversità è il maestro celeste che vi insegnerà l'univoca essenzialità della vita.
Seminate pazienza e raccoglierete comprensione.