Poesie d'Autore


Scritta da: Maresa Schembri
in Poesie (Poesie d'Autore)

Tre cime

In alto,
ove si stagliano terse nell'azzurro
vette inviolate,
al di sopra del mondo,
ove tace l'angoscia
d'ogni essere mortale,
nella tersa vastità silente,
l'animo esulta,
nell'infinito vortice si libra
e riposa, placato.
Non esiste più
l'angoscia ed il tormento
di andare,
come esule,
con la carne che duole...
Al di sopra del tempo,
fuori dalle strade del mondo,
qui mi conforta
l'infinito abbraccio
delle vergini vette.
Come uccello,
approdato nel nido
dopo lunga tempesta,
nelle braccia del Creatore,
posa l'animo mio.
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    Scritta da: Maresa Schembri
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Il mio bambino

    Tu sei la luce del sole.
    Ove posi lo sguardo
    fiorisce la gioia.
    Ho scoperto con te
    stelle splendenti nel cielo
    e teneri fiori pei campi.
    Abbiamo cercato gocce di rugiada
    sui fili d'erba...
    Nei tuoi occhi profondi
    ho trovato la pace.
    E quando impaurito,
    lo sguardo di un timido agnello,
    mi cerchi la mano,
    una forza sconosciuta mi assale.
    Non esiste la Morte,
    se odo al mio fianco
    il tuo breve respiro,
    mio piccolo uomo.
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      Scritta da: Maresa Schembri
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      L'ombra

      Senza neanche tentar
      di trovare altre parole
      oltre a quelle già dette e ridette
      scordate e perdute...
      rifletto sulla tua ombra.

      Leggera si muove
      sopra i fiori trapuntati del letto
      sfiora i quadrati del pavimento
      si sposta scivolando
      sulle pareti di stoffa
      ... sotto il tuo corpo si nasconde
      quando stanco
      posi la testa sul cuscino.

      La cerco con lo sguardo
      già sicura di non trovarla
      quando al mattino
      solo l'aria
      profuma di te.
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        Scritta da: Antonella Marotta
        in Poesie (Poesie d'Autore)
        Magra dagli occhi lustri, dai pomelli
        accesi,
        la mia anima torbida che cerca
        chi le somigli
        trova te che sull'uscio aspetti gli uomini.

        Tu sei la mia sorella di quest'ora.

        Accompagnarti in qualche trattoria
        di passoporto
        e guardarti mangiare avidamente!
        E coricarmi senza desiderio
        nel tuo letto!
        Cadavere vicino ad un cadavere
        bere dalla tua vista l'amarezza
        come la spugna secca beve l'acqua!

        Toccare le tue mani i tuoi capelli
        che pure a te qualcuno avrà raccolto
        in un piccolo ciuffo sulla testa!
        E sentirmi guardato dai tuoi occhi
        ostili, poveretta, e tormentarti
        domandandoti il nome di tua madre...

        Nessuna gioia vale questo amaro:
        poterti far piangere, potere
        piangere con te.
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          Scritta da: Antonella Marotta
          in Poesie (Poesie d'Autore)
          Taci anima mia. Son questi i tristi giorni in cui senza volontà si vive,
          i giorni dell'attesa disperata.
          Come l'albero ignudo a mezzo inverno
          che s'attriste nella deserta corte
          io non credo di mettere più foglie
          e dubito d'averle messe mai.
          Andando per la strada così solo
          tra la gente che m'urta e non mi vede
          mi pare d'esser da me stesso assente.
          E m'accalco ad udire dov'è ressa
          sosto dalle vetrine abbarbagliato
          e mi volto al frusciare d'ogni gonna.
          Per la voce d'un cantastorie cieco
          per l'improvviso lampo d'una nuca
          mi sgocciolano dagli occhi sciocche lacrime
          mi s'accendon negli occhi cupidigie.
          Chè tutta la mia vita è nei miei occhi:
          ogni cosa che passa la commuove
          come debola vento un'acqua morta.

          Io son come uno specchio rassegnato
          che riflette ogni cosa per la via.
          In me stesso non guardo perché nulla
          vi troverei...

          E, venuta la sera, nel mio letto
          mi stendo lungo come in una bara.
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            Scritta da: Antonella Marotta
            in Poesie (Poesie d'Autore)
            Svegliandomi il mattino, a volte provo
            sì acuta ripugnanza a ritornare
            in vita, che di cuore farei patto
            in quell'istante stesso di morire.

            Il risveglio m'è allora un altro nascere;
            ché la mente lavata dall'oblio
            e ritornata vergine nel sonno
            s'affaccia all'esistenza curiosa.
            Ma tosto a lei l'esperienza emerge
            come terra scemando la marea.
            E così chiara allora le si scopre
            l'irragionevolezza della vita,
            che si rifiuta a vivere, vorrebbe
            ributtarsi nel limbo dal quale esce.

            Io sono in quel momento come chi
            si risvegli sull'orlo d'un burrone,
            e con le mani disperatamente
            d'arretrare si sforzi ma non possa.

            Come il burrone m'empie di terrore
            la disperata luce del mattino.
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              Scritta da: Antonella Marotta
              in Poesie (Poesie d'Autore)
              Adesso che placata è la lussuria
              sono rimasto con i sensi vuoti,
              neppur desideroso di morire.
              Ignoro se ci sia nel mondo ancora
              chi pensi a me e se mio padre viva.
              Evito di pensarci solamente.
              Chè ogni pensiero di dolore adesso
              mi sembrerebbe suscitato ad arte.
              Sento d'esser passato oltre qual limite
              nel qual si è tanto umani per soffrire,
              e che quel bene non m'è più dovuto,
              perché soffrire la colpa è un bene.

              Mi lascio accarezzare dalla brezza,
              illuminare dai fanali, spingere
              dalla gente che passa, incurioso
              come nave senz'ancora né vela
              che abbandona la sua carcassa all'onda.
              Ed aspetto così, senza pensiero
              e senza desiderio, che di nuovo
              per la vicenda eterna delle cose
              la volontà di vivere ritorni.
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