Poesie catartiche


Scritta da: ROBERTO POZZI
in Poesie (Poesie catartiche)

Solitudine

La parete della mia stanza
è tinteggiata di quel bianco ottico
impossibile da trovare nella natura,
quel colore è lo stesso di sempre,
non è mai cambiato in anni,
piuttosto sono io
che continuo a cambiare,
senza accenno di un'imminente sosta:
la mia ragione di essere
è la mia evoluzione spirituale
il nascere e il morire
per la mia eternità
sanno d'una lentissima condanna a morte
anziché di una vita da invidiare!
Purtroppo nessun mortale
si può permettere la divina superbia
di mercanteggiare il proprio destino,
al massimo può remare contro corrente,
ma alla fine rimane una causa inutile,
già persa in partenza.
L'unica cosa rimasta immutata
nello scorrere del mio tempo,
la costante del mio cambiamento
è il mio sentimento della solitudine,
quella maliconica emozione
che non mi mai abbandonato
in ogni momento della mia esistenza.
Il fantasma del mio passato
è sempre nel mio presente,
sono io stesso che non lo lascio morire,
lo mantengo in vita
per non sentirmi
completamente solo.
La solitudine è sempre stata
la mia cara dama di compagnia
che ancora oggi mi intrattiene
nel mio viaggio di sola andata!
Non mi dispiacerebbe affatto
fermarmi alla prossima fermata,
scendere dal treno in corsa,
per semplicemente godermi la vita,
condividere la speranza dell'alba
e lo splendore del tramonto
su quella spiaggia dorata
che vive nel mio immaginario
da quando sono nato.
Sentendo il tuo abbraccio su di me,
smetto immdiatamente di combattere
contro quel destino che non ho mai compreso,
non ho nessun motivo di continuare questo mio percoso,
ho già raggiunto il mio più bel sogno:
ho realizzato me stesso,
il mio autentico sé,
sono arrivato alla mia meta,
la sto vedendo nei tuoi occhi,
in quello sguardo d'amore
che sento dentro la mia anima
so di non essere più solo!
Composta martedì 29 ottobre 2013
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    Scritta da: ROBERTO POZZI
    in Poesie (Poesie catartiche)

    Normale

    Fra tutte quelle
    che mi vengono in mente,
    la parola'normalè
    deve essere la più brutta
    che potesse mai esiste
    in tutte le maledette
    lingue del mondo!
    Una parola
    che già per sé
    esprime soltanto un giudizio,
    tutt'altro che edificante,
    uno spregievole aggettivo
    che apparentemente
    sembra solo attribuire
    qualcosa o qualcuno
    "che seque la norma"
    o'un comportamento
    che è consueto,
    abituale
    persino ordinario;
    eppure,
    tutte le definizioni
    di normale
    non lasciano molto
    all'immaginazione,
    ci rimandano
    al suo contrario
    "anormale"!
    Per disprezzare
    un individuo
    basta affibiargli
    la mancanza
    di quella "normalita";
    con quella semplice valutazione
    uno si è già eretto
    a spietato accusatore,
    giudice supremo
    e vergognoso giustiziere
    di un altro comune
    essere umano!
    Composta venerdì 2 agosto 2013
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      Scritta da: ROBERTO POZZI
      in Poesie (Poesie catartiche)

      L'estate della mia vita

      Posso solo adorare
      il bruciante calore del sole
      che mi sta scaldando il cuore,
      dopo tutti i freddi inverni
      con un nuovo rinascimento
      ho abbandonato nel passato
      il medioevo autunnale
      che mi ha creato.
      Se l'inverno glaciale
      mi ha quasi estinto,
      lo splendore del sole sull'orizzonte
      di questa torrida giornata di luglio
      mi ha fatto sentire
      quel sentimento divino
      a cui non posso rinunciare.
      Sotto la luce eterna
      dei sorridenti raggi solari
      come un umile figlio di Dio
      vorrei solo amare tutti voi...
      cari parenti,
      fedeli amici,
      appasionati amanti
      e pure quei miserabili conoscenti;
      io desidero solo vivere
      la più bella stagione dell'anno,
      l'estate della mia vita!
      Composta mercoledì 18 settembre 2013
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        Scritta da: ROBERTO POZZI
        in Poesie (Poesie catartiche)

        Solo per te

        Solo per te,
        per questo sacra funzione,
        ho svuotato tutto me stesso
        per stilare la poesia perfetta,
        quella che dovrobbe essere
        la mia piu'sentita dichiarazione
        del mio amore per te,
        mio magnifico
        e stimato amato!
        Mi dovrai scusare
        se non sarò all'altezza
        della solenne occasione,
        l'umile semplicità
        di questi romantici versi,
        è dettata dalle limitazioni
        del linguaggio stesso,
        nessuna parola magica
        riuscirà mai a raccontare
        il divino affetto
        che esiste tra noi,
        specialmente
        a tutti i nostri cari
        che sono qui presenti
        per condividere
        il giorno più bello
        della nostra vita.
        In questa gelida chiesa,
        davanti al nostro Creatore,
        io vorrei giurare a tutti voi...
        il mio amore per te!
        Come la prima volta
        che ci siamo incontrati,
        leggo ancora inalterato,
        in quel profondo dei tuoi occhi,
        il tuo sublime amore per me.
        Non c'è niente altro
        che posso desiderare
        dal resto della mia vita,
        oltre alla realizzazione
        del mio romanticismo:
        come anima gemella
        tu sei sempre stato,
        solo per me,
        il mio ragazzo,
        il mio compagno.
        il mio fidanzato,
        e il mio principe
        ma con questo anello,
        tu finalmente diventerai
        anche...
        il mio marito!
        Composta lunedì 2 settembre 2013
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          Scritta da: ROBERTO POZZI
          in Poesie (Poesie catartiche)

          Il volo dell'aquila

          Nel deserto dell'emotività,
          il vento del cambiamento
          continuò a spazzare via
          con le sue sabbie graffianti
          quei pochi residui d'umanità
          di un mondo solitamente ostile,
          un solitario scorpione
          era moribondo per l'aridità
          di quel terreno privo di nutrimento.
          Era ormai rassegnato
          a quel fatale destino,
          aspettava la propria fine
          quasi con ammirazione,
          la disidratazione l'aveva stremato,
          mentre la consapevolezza
          della propria morte
          non lo turbava affatto,
          ma la sofferenza, sì,
          quella lo stava facendo impazzire.
          In quel delirio sotto il sole
          che non perdonava nessuno,
          quella povera creatura
          stava bruciando viva,
          non solo per l'insopportabile calore
          ma anche per lo struggente tormento
          recati dai rimpianti di una vita
          non liberamente vissuta!
          Fra i tanti sciagurati del deserto
          nessuno si era mai fermato
          a offrirgli un po' della loro acqua,
          tutti erano troppo egoisti,
          non erano mai disponibili
          a condividere il minimo necessario
          per salvarlo da quell'orribile stento,
          ma oggi qualcosa era diverso,
          il suo fato era davvero mutato.
          Un caritevole mendicante
          che transitava in quella desolazione
          l'aveva notato in quel pietoso stato,
          gli diede da bere un sorso
          di quella poca acqua in suo possesso,
          l'assunzione del liquido vitale
          ebbe un effetto miracoloso
          sul quel piccolo animale,
          tutt'a un tratto,
          lo scorpione resuscitò
          e cominciò crescere a dismisura,
          in pochi attimi si trasformò
          in una maestosa aquila!
          Un vero miracolo degno della mitologia
          era appena successo in quel deserto,
          il mendicante era rimasto sbalordito
          da quel incredibile avvenimento
          che non si accorse nemmeno
          che l'aquila aveva già preso il volo!
          Il piccolo scorpione era rinato
          come essere evoluto,
          seguendo le sue nobili visioni
          l'aquila volava verso
          il suo spirito divino
          oltre l'apparente traguardo
          di quello sterile panorama,
          volando libero e maestoso
          verso un mondo altruista
          dove l'umanità esisteva ancora
          in quelli verdi e floride pianure
          che l'aquila intravedeva
          in quella avvicinabile lontananza,
          sull'orizzonte di un sole calante!
          Composta venerdì 6 settembre 2013
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            Scritta da: Gianluca Cristadoro
            in Poesie (Poesie catartiche)

            I giochi del presente

            Si dondola il pensiero
            nel crogiolo delle memorie.

            Le accarezza, mutandone sembianze,
            alla vanità asservendole.

            E nel navigare si ritrova
            nelle stanze dell'infanzia
            con i giochi, non più sparpagliati.

            Fantasmi immobili,
            spettatori pietosi
            di viaggi e di sogni.

            Divenuti ora macchine
            senza vita,
            non più si concedono
            a fantasie di fanciullo.

            Immagini sbiadite
            e ingombranti.

            Nel ritornello dei giorni
            creano armonie dissonanti
            che tolgono il respiro,
            divorano il tempo,
            invadono la mente e i sensi.

            Afflitto, troverai la forza per
            ricacciarne indietro l'arroganza.

            Ne estinguerai il fuoco fatuo
            fuggendo la trappola mortale.
            Composta mercoledì 4 settembre 2013
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              Scritta da: ROBERTO POZZI
              in Poesie (Poesie catartiche)

              Il peso dell'amore

              Fra i tanti bagagli
              che il mio spirito affaticato
              continua a sopportare,
              l'amore è ancora
              il più pesante;
              un fardello
              pur condiviso da molti,
              neppure nei sogni
              si riesce a dimenticarlo,
              non lo si perde per strada,
              è l'unico aggravio emotivo
              di cui non si può
              fare a meno:
              l'amore,
              quello non vissuto,
              sempre ricercato,
              manco offerto
              o minimamente ricambiato!
              Il sogno di quell'amore
              così sentimentale,
              fin troppo romantico,
              alla fine mi ha annientato,
              costringendomi a vagare
              senza una meta precisa
              nell'universo della malinconia
              come un'anima solitaria
              costretta a vivere
              nel proprio essere
              per non aver trovato
              un'altra anima gentile
              che sia alla mia altezza
              di corrispondere
              il proprio singolare amore
              per l'amore stesso!
              Composta venerdì 30 agosto 2013
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                Scritta da: ROBERTO POZZI
                in Poesie (Poesie catartiche)

                Con degli occhi nuovi

                Ci siamo trovati
                dopo un simile percorso,
                ci scrutiamo con
                reciproca diffidenza,
                io sto delirando
                vivendo un'altra
                delle mie romantiche fantasie,
                in questo mio intima favola
                posso ancora sognare
                il lieto fine della mia storia d'amore!
                Mi lascio trasportare
                dalle sensazioni per te,
                e continuo a sperare
                in questa storia infinita,
                non vorrei ascoltare
                la voce della ragione,
                sono consapevole
                che questo sogno
                non può durare
                un'eternità!
                Puntuale,
                come sempre,
                uno scossone dalla vita
                mi riporta alla realtà
                del momento,
                riaprendo gli occhi,
                mi risveglio...
                dal mio sogno ad occhi aperti
                ma questa volta
                la verità non fa male,
                anzi in questo caso,
                la realtà è stupenda,
                con i miei occhi nuovi
                sto vedendo
                che tu sei reale,
                tu sei qui dinanzi a me
                e mi stai scrutando
                cercando di capire
                la mia assenza mentale!
                Mentire non è il mio stile,
                anche se è la prima volta
                che ti incontro,
                non mi piace nascondermi!
                Continuando a fissarti negli occhi,
                ti confesso la mia verità,
                lo so che ti sembrerò strano,
                ma volevo solo leggerti gli occhi,
                sai in certe rare occasioni
                riesco a persino a leggere l'anima
                di un altro essere umano
                e mi piacerebbe scoprire
                se sei tu...
                la mia anima gemella?
                Composta mercoledì 28 agosto 2013
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