Spengo l'assoluto universale senso di estraneità alla vita per lasciarti ancora un po' di calore sulle tue piccole labbra trasparenti tumefatte dal silenzio ti respiro nel tuo cuore assente scavando nella metastasi assassina neppure una lacrima del mio latte s'incaglia nella disperazione e sopra le tue palpebre innocenti odio un Dio fabbricato dagli uomini.
La fondazione emancipata Ti vorrei parlare del tempo che riacquista il proprio circolo vitale subendo una rivoluzionaria mutazione genetica è il tempo socialista
Ti vorrei parlare di cuori che tracciano un ponte sull'infinito sogno umano subendo una rivoluzionaria mutazione genetica sono i cuori dell'internazionale socialista
Ti vorrei parlare del complice amore senza barriere che spalanca le ali sull'alba della specie subendo una rivoluzionaria mutazione genetica è il complice amore del socialismo femminista
Ti vorrei parlare di mani sorelle che forgiano lo stesso impeto coi colori diversi dello stesso sangue subendo una rivoluzionaria mutazione genetica
Ti vorrei parlare della fondazione emancipata della vita.
Capodanno alla stazione 11 e 42 parte l'ultimo treno come ieri e forse come domani tu avvolto nel tuo marmo, rimbrotti i panettoni dondolanti dei pendolari e il vociare vernacolare dei ferrovieri
11 e 50 il tuo catarro stride sui binari vuoti nelle rotaie di una vita e nei piedi di una città assorta nella nebbia e nell'indifferenza
11 e 57 le righe del tuo volto volteggiano padrone nel silenzio del vecchio anno canti felice per spiccioli di serenità mentre fiocchetti e danzi libero abbracciando di tenero amore la bottiglia di barbera e le pupille affogano nel delirio dell'ebbrezza
00. 05
parte il primo fischio ti alzi gelido, fiaccato nel sospetto della vita che continua rovesci le bollicine sulla piattaforma di catrame poi a terra nuovamente alla stazione di Milano.
Io sogno di vederti dentro me e per questo prendo tempo al sonno… Allungo il dormiveglia con la mano e rincorro la tua forma sul lenzuolo: piatto e freddo è il suo orizzonte e non c'è il sole della tua presenza. Piatto e freddo è il mio rientro da una notte passata dentro te.
Il vivere in un attimo ogni più piccolo minuto atteso nel tempo come acqua nel deserto la chiave di una vita per aprire una porta il sibilo di un pensiero che attraversa la mente la carezza d'uno sguardo che si posa su un viso la luce di un sorriso che irradia una sera la forza di un idea che scuote un mondo la dolcezza di un istante che dura in eterno la rabbia di una lacrima che resta sull'orlo il calore di un abbraccio il ricordo di una vita la tristezza di un'altra la perfezione di un momento il respiro nella notte tranquillo per una volta nel vedere le cose nascoste le stelle nei tuoi occhi illuminano la mia strada
Io verrò a cercarti anche quando nessuno si ricorderà di te. Io ti sognerò anche quando la gente avrà smesso di sognare. Io getterò di là dal muro la mia maschera ipocrita che mi fa scrivere versi, quando tutto sarà già stato scritto. Io calpesterò le vie battute dai poeti e dai sognatori quando gli uomini avranno lasciato le loro impronte di carne sui marciapiedi. E quando sarai lontana e la notte calerà sui miei giorni, e tu solo una goccia d'acqua nell'oceano io verrò a cercarti.
L'inchiostro verde crea giardini, selve, prati, fogliami dove cantano le lettere, parole che son alberi, frasi che son verdi costellazioni.
Lascia che le parole mie scendano e ti ricoprano come una pioggia di foglie su un campo di neve, come la statua l'edera, come l'inchiostro questo foglio. Braccia, cintura, collo, seno, la fronte pura come il mare, la nuca di bosco in autunno, i denti che mordono un filo d'erba.
Segni verdi costellano il tuo corpo come il corpo dell'albero le gemme. Non t'importi di tante piccole cicatrici luminose: guarda il cielo e il suo verde tatuaggio di stelle.
Una terza persona dal nostro parto ossigenata con il sangue delle parole con la saliva di mille notti insonni con le rughe del nostro percorso con i capelli sul cuscino della sofferenza Una terza persona con il corpo filiforme sempre teso al mondo che piove sulle sue tenere viscere debole come un uomo di razza uomo Una terza persona con il cuore sulle barricate mentre sogna "l'incorruttibile" Robespierre o piange sui gigli gialli al giorno del suo compleanno Una terza persona con le mani da fresatore i polpastrelli da pianista di blues sopra tastiere di ribellione e magiche note di vita. Siamo noi amore.
Ridurmi cenere araba fenice nello specchio della natura forma-mentis di abbandono alle origini della vita. Ridurmi alla spontaneità dei bisogni per tremare, irrigidire al gaudio della pura sopravvivenza geniale grado massimo del mio patrimonio genetico Ridurmi finalmente uomo gravido di sensazioni ossificate dai tempi ricercatore di voli percettivi Ridurmi.