Filastrocche


Scritta da: Egizia Russo
in Poesie (Filastrocche)

Carnevale

Con la sua euforia
una ventata d'allegria
per i grandi e piccini
è il più bizzarro che ci sia
Coriandoli stelle filanti
rendono allegorici
i carri animati!
Carnevale pazzarello
porta in mano
un fiascherello
vino rosso
di castello!
Mangia salsicce
a più non posso
non guarda la pancia
e salta il fosso..
sorridente e pazzo
salta come un grillo
dal.. materasso
è carnevale!
un po burlone
allevia le pene
portando il buon'umore!
Composta giovedì 7 febbraio 2013
Vota la poesia: Commenta
    in Poesie (Filastrocche)

    Castelli in aria

    Se la mia mente al mio cuore contraria
    prendesse mattoni, cemento e scalpello
    potrebbe dare forma fluttuante a mezz'aria
    ad un "in aria" proverbiale castello.

    ma se costruissi castelli volanti
    con tanto di draghi, dame e cavalieri
    temo di perdermi entro i suoi antri
    inseguendo fantasmi di oggi e di ieri.

    e se tra le sue torri una principessa
    -labbra di rubino, capelli d'oro-
    mi rubasse il cuore, non m'interessa
    se il mio nome è Orlando oppure Medoro.

    uso il presente perché così è già successo
    e nell'insuccesso vi ho rimesso molto
    da stolto demente perdurai indefesso
    sinché la mia vita, un dì, mi son tolto.
    Composta domenica 20 gennaio 2013
    Vota la poesia: Commenta
      Scritta da: Anna De Santis
      in Poesie (Filastrocche)

      La fine der monno

      Prima, era er caos sulla tera, pareva de stà in una sera
      era calla da fa paura, ma er Signore volle comincià  la sua avventura…
      Nun era plastilina, ma piano piano prese forma,  che ancora  jè fumava tra le mani
      ogni tanto se la guardava e sempre quarche cosa ce mancava.
      Cominciò  a raffreddarse e passarno l’anni,  l’acqua  scoreva senza fa danni.
      Pesci dunque, dentro ai mari, ai  fiumi a popolà la tera
      tante piante e fiori, e finalmente sta meravija  se riempì de colori.
      L’omo mancava, ma pure lui fù creato, jè venne un po’ male, ma presto rimediato
      a quelli che je rimase er pelo, li chiamarno scimmie e a  quelli che je se cavò, li chiamò umani.
      Nun è che prima la differenza se vedeva( diciamola tutta…mo puro)
      ancora ce stà ar monno tanta gente ch’è rimasta uguale
      e nun ha avuto er modo de fa l’evoluzione, forse che a chi ce creò,  je mancò ancora sale
      quindi pe certi, ancora abbiamo questa situazione.
      Manco a fallo apposta, quelli che so giusti stanno da na parte, tranquilli senza tanti  grilli
      pe conto loro, producono e lavorano, senza troppi casini
      quelli che so rimasti senza sale in zucca, ce fanno da padroni, me cojoni
      ecco perché ce ritrovamo n’artra vorta  er caos, praticamente come è cominciato
      grazie a quelli che l’hanno provocato.
      Qua invece d’anna avanti , semo regrediti e quindi er Signore che è grande, ci ha visto perduti
      ha pensato bene, a n’artra glaciazione, o sarà l’inferno,ancora nun se sa
      mo sti Maya se so messi in testa con ragione , che la dovemo finì cor monno, questo qua….
      Nun serve nessun  popolo saggio a dovecce dà sta sentenza
      nun serve niente e lo stamo a vede:terremoti ovunque, inondazioni
      la gente s’è impazzita e nun capisce niente, pe na fregnaccia  ammazza tanta povera gente
      Pe inerzia dunque e  comunque ce s’arriva in conclusione.
      Grazie dovemo dì a ste scimmie che hanno invaso er monno e sta nazione
      penso che finiremo tutti in un  calderone e ce sarà forse na giusta selezione.
      Pochi saranno a rimanè qua in tera, noiartri ce potemo sbatte e gli altri come sanno
      ma quelli ai piani arti hanno forse deciso….e più nun ne  ponno.
      Vota la poesia: Commenta
        Scritta da: Andrea Smeraldi
        in Poesie (Filastrocche)

        Non è il massimo

        Certo non è il massimo, amico
        con i capelli normali
        e un normale lavoro
        ma conosci un modo pratico
        per essere speciali
        se non esser quel capolavoro
        che già sei, amico!

        Ah potevi esser medico od avvocato
        ingegnere scrittore o musicista
        o per lo meno laureato.
        Amico, sei fuori pista
        è già bello ciò che dai
        perché ti è stato dato.

        Non ho niente da dare
        questo l'hai già detto
        non mi piace, sarò schietto
        le mani non son mai vuote
        che tutti qualcosa l'han eretto
        con gli occhi produci note
        con la bocca hai visto tutto.

        Certo non è il massimo, amico!
        Non sei avvocato no
        ma te lo dico
        sei sei buono hai già saggiato
        la bellezza dell'universo
        e se cammini spaventato
        non creder d'esserti perso
        è il cuore che palpitando
        t'ha trovato.
        Composta martedì 16 ottobre 2012
        Vota la poesia: Commenta
          Scritta da: Cinzia Coppola
          in Poesie (Filastrocche)

          Autunno

          Un pomeriggio piovoso
          Un po' afoso e appiccicoso
          L'aria ha odore di erba
          di erba fresca e acerba
          Il cielo coperto ora ricama
          sull'ombra di un piccolo panorama
          fulmini e tuoni
          come aquiloni
          nuvole tinte di un grigio colore
          spazzano via il buonumore
          disegnan festoni
          d'arcobaleno
          colorano strade prati e terreno
          Riportando una scritta:
          "su non essere afflitta
          è solo l'estate che se ne va
          tra qualche mese ritornerà"
          Vota la poesia: Commenta
            Scritta da: Antonia
            in Poesie (Filastrocche)

            Una carezza

            Mi piace arruffare
            Il tuo fulvo mantello,
            gridando: sei bello.
            Mi piace abbracciarti
            e stringerti forte
            lanciandoti in alto
            per farti cadere
            sfidando la sorte.
            Mi piace tirare
            la tua lunga coda
            e poi attorcigliarla
            e tirarla ancora.
            Tu sei sempre immobile
            non mordi, non graffi,
            mi guardi soltanto
            e dal tuo dolore
            nasce un qualcosa
            che mi parla al cuore.
            Mi chiede l'amore.
            E allora capisco
            che ti faccio male.
            Mi fermo e la mano
            si apre d'incanto
            in una carezza.
            Non voglio il tuo pianto.
            Vota la poesia: Commenta
              Scritta da: minnie
              in Poesie (Filastrocche)

              Albeggia

              Mannaggia, già albeggia,
              e il sogno svaneggia,
              il gallo galleggia,
              il merlo merleggia,
              la sveglia strilleggia,
              il gatto fuseggia,
              il cane abbaieggia,
              il caffè borbotteggia,
              il latte bolleggia,
              il bimbo sonneggia,
              la mamma chiameggia,
              il papà bofonchieggia,
              il sole sorgeggia,
              la pioggia pioveggia,
              il vento soffieggia,
              la voglia mancheggia,
              il mio cervello folleggia,
              mentre il nonno
              dal letto,
              scorreggia.
              Composta lunedì 30 luglio 2012
              Vota la poesia: Commenta