Docile sorge il sogno d'amore al primo divenire di una sensazione. È un richiamo di batticuore, è un sentire di passione in sensi all'estasi allettati d'attrazione. Allo sguardo sfiorar labbra è desiderio di baci e parole, al caldo respiro, solo sospiri voraci.
E se pure non è facile l'amore, giorno dopo giorno, che s'imbatte nel dolore, che si macera di sospetto, che s'ammala di distacco, che di rimpianto si veste per non essere stato ricambiato... e se pure non è facile l'amore che nel cuore sanguina anche d'orrore...
lo stesso, tenace, s'insinua tra tappeti o fango, in giardini o deserti, e sussurra: non sono facile... e sono unico tormento di un agognato insostituibile sentimento, senso del respiro d'emozione di cui sono eterna vitale tentazione...
Eri brama di parole sussurrate nel labirinto delle sensazioni. Eri tutto... Il sole e le nubi... Il vento e il mare Eri la tempesta. E il paradiso. Eri la solitudine, il poema delle trasgressioni nella vita del dolore folle... Eri il silenzio, vergante lacrime irridenti la malinconia del tuo tempo prigioniero. Eri risate come fiumi che attraversavano l'Io dell'assoluto dei tuoi pensieri. Eri Poetessa dolente di quell'amore ridente che sempre appare struggente di alba eterna anche nel tramonto delle tue parole, ora, che non appartengono al tuo tangibile respiro ma all'anima tua radiante l'emozione immortale...
Vorrei un fiore per sentire tremare le tue labbra quando le schiudi mentre accarezzo i suoi confini e, così, la pelle sazia di brividi si rifugerà nel calore delle mie.
E giardini s'inanellano di corolle delicatamente ricamate di rugiada e soffi accarezzano petali per profumare palpiti d'erba... E volano farfalle in danze frenetiche alla ricerca di colori per trasformare ali in abiti da sera all'incontro con l'amore.
C'è un tempo che vivere è una promessa di felicità. Insegui fiduciosa l'ideale che il pensiero corteggia e la vita ammansisce con illusioni. Guai alle lacrime improvvise che indeboliscono il sogno chimera... C'è un tempo che vivere è la sola ragione per non morire.
Nel fiume del tempo ti cerco. Ti credo presente all'angolo del mistero, ti attendo fra sogni che vagano incerti e ascolto il mio cuore risuonante di antiche parole. Ti cerco percorsa da fragile follia in sentieri nascosti di luoghi inesistenti e tra foglie di un mandorlo che di fiori si veste. Ti guardo tra volti inventati, tra riflessi di risacche ridenti di gocce, in un cielo incupito che sorride beffardo al sole. E... mi rivedo come in un gioco di bimba che saltella ma s'allontana impaurita dalla penombra oscura e tra braccia d'amore scopre il solo rifugio dove un sorriso è lì sicuro e sincero nello sguardo e nel soffio del tuo respiro.
Lieve d'idee il tempo scorre nell'abitudine... e momenti particolari, piccoli talismani di sorrisi, incorniciano la nostalgia. E ti rincorro, immagine di sogno, tra spire di eventi che invecchiano il respiro. Ma come elisir vado a berti alla fonte di quell'istante... scivolato sull'anima, e rigenero il desiderio di appartenere alle parole, ai pensieri, ai gesti che han costruito l'illusione per non sentirmi piccola cosa nel divenire io stessa uno sperduto frammento di un indifferente percorso per caso sorvolato da una parvenza di felicità.
E rannicchio l'anima a infittire sensazioni... E cerco solo dissolvenze di spigoli che inducano spazio morbido a soffi di pensieri. Così libera, sciolta da nodi della mente trascino in me l'emozione di uno sguardo che sia luce nel buio.
Danza... danza... Donna! Unisci le tue mani alle mie... Danza la tua femminilità, la dolcezza dei gesti e delle parole, canta il tuo soffrire ma più forte intona il tuo gioire. Urla i tuoi silenzi, le tue delusioni racconta le sottomissioni e le lacrime ma più forte esorta la volontà di esistere di diritti e appagamenti. Danza... danza... Segui il ritmo dei tuoi battiti. Solleva, fiera, lo sguardo su mondi di passione ... e danza... danza... l'Amore.
Prima pioggia a scrosci a invitare il mare, occhieggiante di spume, a incuriosirsi di un cielo che s'innamora di nubi... le strapazza e le sparpaglia in gocce in ogni dove mentre primi rigagnoli s'infiltrano gioiosi in venature terrose assetate a risvegliare dall'apatia germogli autunnali. Primo soffio frizzante sulla pelle per dimenticare o addormentare afe... insieme a quegli amori nati per caso e per caso già finiti. Ma sarà proprio la prima pioggia forse quel campanello di rimpianti a ricordare ore palpitanti di primi baci che sapevano d'istanti di passione e salsedine.