Le migliori poesie di Dario Pautasso

Nato lunedì 19 settembre 1983 a Moncalieri
Questo autore lo trovi anche in Frasi & Aforismi, in Racconti, in Frasi per ogni occasione e in Diario.

Scritta da: Dario Pautasso

La paura

S'insinua attraverso spiragli
d'insospettabile leggerezza
omicida del genio,
della fantasia
del sorriso
Omicida, la paura.
Ci sono vecchi morti di paura
da una vita
bambini che muoiono di paura
tutti i giorni.
Il premio di questa nostra società
il premio della nostra cristianità
la nostra ultima raccomandazione:
è la paura.

Aggrovigliata alle radici della vita
essa sta allerta,
insensibile al sole della meraviglia.
Aspetta.
Silente.
Perfetta.
Come una lama di coltello
come un serpente
come una cascata;
come la sabbia rovente
aspetta miope l'alta marea
e spegne gli ardori giocosi
spegne le nostre risa
spegne le nostre nudità
ci copre del manto mesto della follia:
è la paura.

Ci sono milioni di padri
milioni di madri
già addestrati ad impugnare
il manico del terrore al tuo primo passo,
quando ti guardano con gli occhi
gravidi di insicurezza
quando ti uccidono il primo sorriso
per un loro cruccio
che non puoi conoscere.
E non conoscerai mai.
Nuvole scure sull'oceano della libertà.
Quando regolano le tue prime avventure
con mano ferma
e la mente rigida di un vigile urbano.

Non sono i padri
Non sono le madri
loro sono lo strumento, incolpevole.

Cercate tra le abitudini
cercate nella morale quotidiana
cercate dove le labbra scoprono sorrisi
di plastica
cercate nella Regola.

La fonte della paura
sta dove non ce n'è traccia.
Dove tutto è sepolto
sotto metri di impietosa gentilezza.

Vogliono figli spaventati
e spaventano chi li genera.

Così camminiamo tutti i giorni
paranoici del niente
dimentichi della fiducia
dimentichi del respiro caldo
dell'affetto
dimentichi della giovinezza.

Nessun uomo ha scordato
la sua sbagliata giovinezza.
Tutti gli altri
i soldati perfetti
li puoi ascoltare piangere
solitari
tra le mura di una stanza
la sera
quando il sole cade:
è la loro musica di redenzione.
Dario Pautasso
Composta venerdì 15 marzo 2013
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    Scritta da: Dario Pautasso

    Non adesso

    Ti dicono alzati
    Ti dicono di sorridere
    Ti dicono la vita è bella!
    Ti dicono un seme muore per ridare vita...
    Hanno gran voce e non fanno nulla, nulla.
    Portano via ratti ratti i loro bambini
    Che guardano un uomo che soffre:
    "non è bene che vedano piangere, capisci"
    S'arrabbiano, "smettila di piagnucolare!"
    Ti dicono, "ehi anche io sono a pezzi"... sai:
    Le tasse da pagare, il mutuo, la cucina nuova
    Mentre tu hai la morte nel petto
    Ed infinite ghirlande d'universo si sfilacciano
    Al suono troppo forte della vita che ti circonda
    e ruota sulle strade infinite del mondo.

    Ti dicono alzati
    Ti dicono di sorridere
    Ti dicono la vita è bella
    Poi ti lasciano solo, disteso, sfinito, morto
    Come una corteccia avviluppata dal tempo
    Come un fiore di gelido vento
    Come uno squarcio di luce verde in un tempio,
    Hanno adempiuto al loro dovere:
    hanno gettato le loro frasi circostanziali.
    Amico, se non capisci, non ti biasimo
    Non è facile. Ma risparmiami tutto questo.
    Leggimi un libro che parli leggero
    Di spazi comprensibili e finiti
    Di visi normali, di sorrisi corretti.
    Suonami la tua vecchia chitarra
    Sposta quest'aria di malattia con note
    Più gentili. Non a me l'Ipocrisia.
    Non adesso.
    Dario Pautasso
    Composta venerdì 18 giugno 2010
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      Scritta da: Dario Pautasso

      Sei Donna

      Già m'avvolgevi,
      ch'ancora sconoscevo i colori
      e tutto il mondo,
      con allegro vibrar materno,
      ed ora che ogni cosa pur scopro e sondo,
      sei il mio vital perno,
      ancor...

      Ma non solo la mamma
      che allor fu il fuoco
      e la gemma.
      Sei l'amante e l'amica,
      la sorella di gioco
      o d'amor compagna
      e di vita: sei la donna.

      Antica d'orgoglio
      e di cuor, la tua mente
      eppur non cede all'inganno
      dei sensi più vivi,
      e se soffri più forte
      più forte riparti,
      ché l'aspre salite
      annuncian più dolci declivi...

      Più presto il tuo viso
      s'è spoglio
      dell'infantil leggerezza,
      più lesta dell'uomo, di corpo
      sbocciavi,
      e di testa;
      eppur ora, col volto sporto
      alla novella brezza
      marzolina,
      ancor nutri negli occhi
      di bambina
      lo sguardo e la fiamma
      d'immortal giovinezza:
      sei donna.
      Dario Pautasso
      Composta venerdì 8 marzo 2013
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        Scritta da: Dario Pautasso
        Ogni tanto sorge il sole
        E mi trova ancora sgomento
        S'insinua nelle palpebre
        Mi abbaglia mentre è ancora notte
        Dentro.

        Sarà un sole pallido
        Ma c'è,
        Ed è come scivolare nella meraviglia
        Come portare in seno dei fiori
        Freschi
        Di campo
        Da donare a chi vuoi bene.

        Ogni tanto sorge il sole
        Quando è ancora notte
        Ed io piango di commozione
        Nel vapore di quei fiori
        Odorosi
        Di campo.

        Ecco: la notte celere
        Fa ritorno
        Ricompare quando il sole è ancora alto
        Giunge senza parola
        Meschina
        Fredda
        Ammaliatrice.

        Fa ritorno mentre il sole mi fissa
        Mi avverte "adesso fermati"
        Mi osserva, la notte,
        Severa e forte
        Ed io mi fermo
        Col sole dritto in faccia.
        Taccio.
        Dario Pautasso
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          Scritta da: Dario Pautasso

          Sei una poesia che ho già scritto

          Se fosse la prima volta
          avrei dolci parole
          per narrarti sogni a lieto fine,
          porterei tra le mani una margherita
          fresca di campo
          ed avrei occhi di meraviglia
          nei tuoi occhi.

          Se fosse la prima volta
          avrei mani calde
          per stringerti
          e un fiato dolce di campagna
          per congratularmi del tuo sorriso
          così giovane,
          così vero.

          Ma sei una poesia che ho già scritto
          quando ero troppo giovane
          e troppo arrogante per guardare
          oltre il mio sguardo;
          sei una poesia che ho già scritto
          con mani impastate dei colori
          dell'inesperienza.
          con grazia dinoccolata d'immaturo,
          con voce fredda d'incuranza.

          Se fosse la prima volta,
          ma sei una poesia che ho già scritto
          nel momento sbagliato
          quando le parole scorrevano
          frettolose ed imprecise
          come un canto stonato
          nella notte.

          sei una poesia che ho già scritto
          e ora, guardami,
          le mie labbra sono mute
          come terre
          desolate.
          Dario Pautasso
          Composta lunedì 20 gennaio 2014
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            Scritta da: Dario Pautasso

            La canzone del ritorno

            Certe sere raggiungiamo la casa
            Come da lunghi viaggi
            Mai intrapresi.
            Ci pare estranea la collocazione degli oggetti.
            Alcuni mai li abbiamo conosciuti.
            Rincorriamo ritagli di luce sulle pareti
            O la solida tangibilità delle cose note.
            Invano.

            Il gatto che ci cerca
            Nel suo brontolio di tenerezza
            Ha sfumature che non ricordiamo.
            Una nostalgia di parole immaginate
            Satura lo spazio
            Come una saudade antica
            Una miope nostalgia.

            Ora la luna riaccende uno sguardo
            Mai scambiato con alcuno
            Ora le stelle disegnano spazi
            Di tempi mai esistiti
            Ora la memoria ringiovanisce
            Passioni congelate in ere differenti.

            Così viviamo due vite
            Mano nella mano con noi stessi
            I pensieri altrove
            Lontani
            Scompigliati da uno stesso vento.
            Dario Pautasso
            Composta giovedì 21 aprile 2016
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              Scritta da: Dario Pautasso

              Daccapo

              Occhi d'un cielo d'inverno,
              iridi smeraldine, ghirlande lucenti:
              m'avvolgono.
              Accasciarmi e risalire
              al loro scintillio
              è un po' la mia vita.
              Così mi geli
              infinito ghiacciaio di pace.
              Così m'accendi
              sole verde, basso,
              sole d'alba.

              Labbra vermiglie, labbra di carne viva
              attendono silenziose, vibranti
              come un taglio di luna rossa.
              Aspettano labbra più sciatte
              ma più coraggiose nel venirgli appresso.
              Le accolgono.
              Labbra di lampone, ruvide
              vellutate,
              scelte da mano d'artista.
              Labbra nere di cera intiepidita.
              Labbra che odorano di vento
              e di ciliegia scura.
              Le cerco tra le trame del viso.
              Le prendo. Le assumo.
              Medicina dell'animo, veleno
              del mio cuore
              frettoloso.

              Alle volte ti cerco tutta intera
              e la tua espressione volubile,
              mutevole di volta in volta,
              mi rende cieco.
              Sono qui – mi dici.
              Eppur dev'essere un altro amore
              che sto avvicinando.
              Una forma nuova,
              un pensiero del tutto diverso.

              È bellezza – mi dice qualcuno
              - vive di metamorfosi.
              Va bene, di nuovo m'accascio
              e risalgo.
              Come daccapo.
              E tu sei la stessa.
              Dario Pautasso
              Composta giovedì 29 gennaio 2015
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                Scritta da: Dario Pautasso

                Sono un uomo

                Io sono la luce che ti spoglia,
                il fiato freddo del cielo,
                sono l'albero che muore
                nella foresta.
                Sono il canto della pioggia
                e lo scuro scorrere del tempo.
                Sono un passo traballante
                nel buio di una notte immensa
                poco prima di un nuovo giorno.
                Sono Dio che rimira oltre la collina
                sono la freccia scagliata nel vuoto,
                il turbinio delle vostre parole,
                il gioco matto di un bambino
                nel sorriso della madre.

                Sono la cera che fa illuminare
                il cammino oltre un orizzonte
                che non porta a nulla.
                Sono la mano calda del padre
                nel ricordo di mille placidi errori.
                Sono l'abisso oltre le nuvole,
                il sasso del sentiero
                e l'immota grandezza del cielo.

                Sono un uomo.
                Dario Pautasso
                Composta martedì 19 marzo 2013
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