Scritta da: Luigi Siviero
in Poesie (Poesie d'amore)
L'ora più dolce:
pomeriggio alle cinque.
Vederla, forse.
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L'ora più dolce:
pomeriggio alle cinque.
Vederla, forse.
Sono in un remoto lembo del
tuo cuore, come un talismano
perduto in un cassetto antico.
Un nome per te senza più senso.
Una parola senza voce.
Solo il ricordo di quel tempo
che ora più non ci appartiene
noi nella foto, tra mesetas e rias
sotto il segno del cruceiros
il tuo sorriso stanco e tuoi
occhi dentro ai miei...
è quello che di me conosci
è ciò che di mio ti resta.
Un vestito
perfetto,
lo sguardo impenetrabile.
Mi abbraccia forte
e mi lascio conquistare
tutto intorno è vero.
Sto cercando calore
in un amore che non esiste.
Dalle nostre ombre
che si allungano
sulla terra che calpestiamo
percepiamo la fine del giorno
e della luce che ci abbandona,
lasciandoci quel senso di vuoto
e di angoscia,
ancestrale paura del buio,
come quando un amore finisce.
Un impercettibile ticchettio
che s'accende, improvviso,
ritmato, incalzante.
Inarrestabile cresce,
tuona, esplode
e poi scema dopo l'estasi,
quando i sensi si assopiscono
e tutto si dimentica.
Come solitari pellegrini
in terre sconosciute andate
lontano da vostri camini
e lontan dal vostro amore.
A che pensate nella notte?
Non ai giorni passati,
ma ai giorni dell'attesa:
un premio avrete al ritorno?
Il grande sacrificio vostro
forse sarà ricompensato.
Ritroverete l'amore
che lontan avete lasciato?
Nella mente solo dolore
ma nel cuore ancora amore
tra le mani molta rabbia
sulla bocca dure parole
tutto sembra che si avvia
sento strana la mia via
tu sei causa del dolore
io per te ho solo amore
dimmi ancora delle frasi
con la dolce voce tua
apri a me il cuore caldo
ti darò più molto amore
non risponder mai a caso
pensa sempre a cosa dici
devi avere nella mente
solo amore e mai dolore.
Rubano al cielo note le tue mani
ogni passione fanno scaturire
brevi silenzi fra i più dolci brani
elevan sensi e cuor fino a morire.
Ritornano a me i sogni del passato
torna la brama d'aver fra le spire
o la vita, o l'essere più amato.
Dormirti accanto
nel tepore di dopo
con le tue labbra
che denudano il cuore
ho quasi il sospetto
speranza nevvero
che anche domani
sarai dentro di me.
Non ha mai perso vita
questo cuore incosciente
come una triglia al mare
rimboccano i sessanta
nei capelli e nel lento
corridoio verso sera
mentre ballano i piedi
e la voce usignola
a cantarmi le folle
giullare verso il vino
mi inchino festoso
amo ancora e sei tu.