Dolci momenti
delicati istanti
ovra di gesta melodiche
e pacati sorrisi.
Ove posasti lo sguardo
con sublime dolcezza
sussurrando parole suadenti.
L'immagine tua
riflessa nello specchio
sconvolse il mio animo
di tanta bellezza.
Domo ti strinsi al mio petto
sfiorando le tenue labbra
bramanti d'amore.
La visione è ancora riflessa
a ricordo di virtù e giovinezza
per non scordar mai
la tua immagine impressa.
Un corpo sul letto
stremato d'amore,
ti guarda affamato,
accetta il tuo scarto d'amore distratto.
Ti tende la mano,
aspetta un tuo gesto.
Non nutre rancore,
si sfama di attimi intensi,
sussulta il suo cuore,
lo sa,
è solo un attimo di intenso amore.
Ti amo come prima del primo giorno,
sono, nel tuo cuore,
scolpita nel tuo tempo,
sei fermo nel mio cuore,
scolpito nel mio tempo,
due anime in sogno,
si amano intorno ad un momento,
immobile,
che non cambierà mai.
Chiamando grandi mondi:
è quel che faccio da tutta una vita.
Ora grandi mondi rispondono!
Ascoltando la voce di grandi mondi,
nulla è più grande di questa verbo.
Un uomo fiero
difende il suo onore
sguainando la spada,
una donna nobile
esprime il suo cuore portando
l'otre dell'acqua.
Io ho chiamato grandi mondi,
io ascolto grandi mondi,
io parlo a grandi mondi,
così, esprimo l'onore degli uomini.
Un velo d'azzurro che copra i ricordi,
gli inganni;
un velo di bianco si alzi nel cielo,
cominci a volare,
ti porti lontano;
un velo di grigio ti faccia pensare
a quel che c'è stato,
ma niente c'è stato, eppure rimane,
vorrebbe scappare,
invece rimane.
rimane vicino,
ti sfiora,
ti avvolge,
ti stringe, risale,
ricomincia a volare.
Povera stupida
incatenata,
che guardi la sua schiena
su un fianco poggiata.
Illusa,
ingenua,
ti volti a guardare,
lo tocchi,
lo prendi,
lo baci sul collo.
Povera mendicante affamata,
di briciole ti nutri
e ti soffochi.
Come terra arsa dal sole
il corpo arde d'amore.
Radici cercano l'acqua
le mie labbra le sue.
Vita fatua senza lei.
Mancando la sua luce
un tramonto svilisce
sparirebbe riso e gioia
dall'austere mie labbra.
I colori sbiadirebbero
sarebbe tutto scialbo
inutilmente inutile.
Un'erta affannosa
diverrebbe la vita.
La sublime voce
i candidi sorrisi
allietano l'animo.
Senza lei
unico amore
fonte ristoratrice
angolo protettivo
sarei arido seme.
Se i colori stessero a indicare
tutti i sentimenti d'un uomo,
come rabbia e paura distingueresti
da dolore e angoscia, da amore e memoria?
Prenderei i tuoi capelli che ingrigiscono,
la pelle che s'abbuia, le mani che si riempiono
di dure macchie scure e sorriderei allegro.
Prenderei una foglia d'autunno,
e aspetterei vederla arrossare e marcire
lentamente sopra la terra coperta di neve.
Piangerei piano, nascondendo le lacrime.
Eppure tu hai nome, lo ricorderò per sempre.
Questa foglia sarà terreno fertile
per altra pianta, altri fiori, nuove parvenze.
Capisco che anche i colori hanno nome:
ce ne sarà uno, scortese e inusato
che rappresenterà la pietà per me.
Scialba la vita
senza i fulgidi occhi
lucenti gemme diurne
e accesi radiosi sorrisi.
L'aurora rifulge in lei
e pervade nell'essere suo
il riflesso di genuina beltà
ed effluvio di ginestra.
Un timore sale in cuore
e gela l'aggrumato sangue
al sol pensiero di eliderla.
Non più colori attorno
non più gioia
o voglia di esistere.
Senza il suo sorriso
non c'è luce
né vita
né amore.