in Diario (Delusioni)
Tutto è così tremendamente difficile.
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Tutto è così tremendamente difficile.
A volte ci lasciamo accecare da ciò che pensiamo sia oro, ma poi ad uno sguardo più attento e profondo ci rendiamo conto che stavamo a guardare soltanto un sasso.
Ogni donna fa un percorso di crescita fatto di delusioni e lacrime.
Sono tanti piccoli gradini, e in cima c'è il cinismo.
Ogni donna ambisce al cinismo e alla strafottenza più assoluti.
Del resto, all'origine, in ogni donna c'è un'infermiera estremamente umana e sensibile che desidera raccogliere i cocci di un uomo rotto, che gli sembra più rotto di un vaso rotto, e intenerita pensa di doverlo (e poterlo) aggiustare.
Ma la lezione che ogni donna, lentamente, impara è che la gente (ammesso che voglia farlo) si aggiusta da sola. La donna scopre nel tempo che un vaso quadrato difficilmente diventa ovale o rettangolare... e che non è il suo amore cieco e smisurato che potrà smussare i contorni spigolosi, fino a fargli somigliare ad un pianeta.
La lezione d'amore che una donna impara, è una lezione di amore egoistico, di amore per se stessa. Così una mattina, la donna tenera e romantica, si sveglia nei panni di una cinica, di una stronza, di una disillusa, di una stanca. Si sveglia così.
E anche se sembra un brutto risveglio, un cambiamento negativo... non lo è per niente.
Perché quel giorno che la cinica leonessa si sveglia e inizia a ruggire, smette improvvisamente di vedere del tenero in quei desolati vasi rotti.
Inizia a pensare che non è lei, di certo, a doverli aggiustare.
Ma ci sarà un'altra, più giovane e meno stanca, che penserà di sobbarcarsi questa missione.
E quando cadi realizzi chi è disposto a fare per te da paracadute, per attutire il colpo e salvarti dall'impatto, per farlo sembrare meno violento e più morbido.
Da paracadute, che si apre, come si apre un abbraccio.
Da paracadute che una volta che ti ha salvato cade su di te, anche lui esausto, ma che ti chiude in sé come quell'abbraccio come per dire "hai visto ce l'abbiamo fatta!"
E persone che sono come le nuvole...
che stavano lì in cielo, non curanti del tuo volo o che stavano lì a guardare mentre tu cadevi.
Non mi Sono Mai piaciute le nuvole.
Li ho visti sai, li ho visti morire più di solitudine che di vecchia. Seduti su una panchina, soli, come cose abbandonate distrattamente lasciati lì, incustoditi di nessuna importanza. È questa la vera povertà, la povertà dell'anima di chi è indifferente e ti passa accanto senza nemmeno vederti.
A volte la vita lo fa, ci fa cadere per metterci alla prova. Alcune sono prove facili ed altre che, per quanto ti sforzi, proprio non ce la fai e resti a terra con addosso tutto il tuo dolore. E dopo, non si è più forti, più freddi.
Adesso ho solo bisogno di silenzio. Non ho più voglia di sentire il suono di nessuna frase né di una sillaba. Silenzio. Parlate solo quando le parole diventano ponti, non muri. E ricordate: ogni parola ha il potere di unire o distruggere e se non date valore a ciò che dite, tacete.
Non ne parlo. Mi è più facile nascondere il dolore dietro a un va tutto bene. Non guardo al passato, è passato, vado oltre, mi allontano. E ti senti maledettamente stupida perché hai permesso agli altri, di farti male. E il dolore che senti, te lo tieni dentro e con esso, tutto ciò che ti ha segnato e insegnato. Il cuore, cara me, non si dona a chiunque.
Ho perdonato. Ed ho imparato a farlo con il tempo. Ma non chiedetemi di dimenticare il dolore che ho ancora dentro.
Tu sai come mi sento io? No. Sai come mi sono sentito quel giorno quando ho varcato il cancello del canile e mi sono ritrovato a dimorare dentro una gabbia? No. Tu lo sai come mi sono sentito quando intorno a me incontravo altri occhi tristi come i miei e guaire per il dolore? No. Tu non puoi capire il dolore che ho provato e che provo ancora nell'aver capito che ero un peso, un giocattolo, un passatempo un vuoto momentaneo da riempire no, tu non puoi capirlo, come non puoi capire la gioia che ho provato quel giorno ancora cucciolo essere stretto al petto e sentire il calore di chi mi stringeva. Provaci tu a guardarti intorno e non ritrovare più quegli occhi che ti hanno scelto e poi abbandonato. Io non te lo auguro, e non lo auguro a nessuno di voi. Adesso non ho più un nome. Sono un numero e per molti, solo un randagio.