Scritta da: Silvana Stremiz
in Poesie (Poesie personali)
Servi dello Stato
Servi dello Stato colati a fondo,
uno ad uno nella nebbia dimenticati nel nulla,
lungo corsie di sangue a sirene spiegate,
occhi di lince e fiuto di volpe,
ma la morte è regina di notte,
profuma di spine,
si diletta trasformista come primattore da palco,
si acquatta silenziosa, si muove sinuosa,
come un serpente assume i colori del suolo,
a redini sciolte cavalca con furia gli strali assassini,
guida le mani nel bagno di sangue
e si accende gli occhi nel porre fine alla vita.
Colati a fondo ma vivi,
solo nel ricordo di pochi,
sacrificio inutile di anonimi eroi
tenuti a morire pur di salvare una vita,
importante più della loro e di amici e parenti,
soli nella marcia per difenderne il nome,
la memoria e il ricordo,
verso lo Stato che ha comprato il suo perdono
per l'inerzia e la complicità negli anni di piombo.
(Nel ventesimo anniversario del rapimento dell'onorevole Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse)
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