Poesie inserite da Silvana Stremiz

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Scritta da: Silvana Stremiz

Condòmini

Escono le mattine della domenica
dopo che tanto è piovuto
e la festa splende nel sole dissepolta;
alzano la gaia concitazione
delle partenze al mare
al giro di ogni nuova mandata
e allo scatto del portone corrisponde
l'ombra nel fruscìo di una tendina;
chi rimane è un viso che si sporge
sulla rivalsa di chi parte
stanno uniti così, nei giorni più
luminosi,
lo scorto e chi scorge
come labbra mai bagnate da un bacio.
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    Scritta da: Silvana Stremiz

    Acta de Independencia

    Independientemente
    de los designios de la Iglesia Católica
    me declaro país independiente.

    A los cuarenta y nueve años de edad
    un ciudadano tiene perfecto derecho
    a rebelarse contra l'Iglesia Católica.

    Que me trague la tierra si miento.

    La verdad es que me siento feliz
    a la sombra de estos aromos en flor
    hechos a la medida de mi cuerpo.

    Extraordinariamente feliz
    a la luz de estas mariposas fosforescentes
    que parecen cortadas con tijeras
    hechas a la medida de mi alma.

    Que me perdone el Comité Central.

    En Santiago de Chile
    a veintinueve de Noviembre
    del año mil novecientos sesenta y tres;
    plenamente consciente de mis actos.
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      Scritta da: Silvana Stremiz

      La poesia terminò conmigo

      Yo no digo que ponga fin a nada
      no me hago ilusiones al respecto
      yo quería seguir poetizando
      pero se terminó la ispiración.
      La poesía sa ha portado bien
      yo me he portado horriblemente mal.

      Qué gano con decir
      yo me he portado bien
      la poesía se ha portado mal
      cuando saben que yo soy el culpable.

      Está bien que me pase por imbécil!

      La poesía sa ha portado bien
      yo me he portado horriblemente mal
      la poesía terminó conmigo.
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        Scritta da: Silvana Stremiz

        Cartas del poeta que duerme en una silla

        Cada vez que por una u otra razón
        he debido bajar
        de mi pequeña torre de tablas
        he regresado tiritando de frío
        de soledad
        de miedo
        de dolor.

        Yo no me pongo triste fácilmente
        para serles sincero
        hasta las calaveras me dan risa.
        Los saluda con lágrimas de sangre
        el poeta que duerme en una cruz.
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          Scritta da: Silvana Stremiz

          Advertencia

          Yo no permito que nadie me diga
          que no comprende los antipoemas
          todos deben reir a carcajadas.

          Para eso me rompo la cabeza
          para llegar al alma del lector.

          Déjense de preguntas.
          En el lecho de muerte
          cada uno se rasca con sus uñas.

          Además una cosa:
          yo no tengo ningún inconveniente
          en meterme en camisa de once varas.
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            Scritta da: Silvana Stremiz
            Li chiamano "diversi"
            All'inizio era un neonato,
            crebbe e divenne ragazzo,
            pensava di essere "malato",
            si trovò uomo, ma non un pazzo.

            Gli "altri" lo vedono solo un "diverso",
            e pensano a lui non come persona,
            vedono solo il loro "universo",
            non considerandolo figura "buona".

            Lo chiamano in tanti modi diversi,
            ma solo uno poi li accomuna,
            quello del loro mondo da: "dispersi"
            perché per loro la vita, non è solo una.

            Sono tante le loro vite,
            quelle dell'amore e della franchezza,
            perché loro le hanno arricchite
            nel loro intimo e nella saggezza.

            Portatori di handicap vengon chiamati,
            oppure "down" per i più "colti",
            ma semplicemente sono portati
            ad essere uomini e donne forti.

            Per sopportare certi "figuri"
            che non considerano il loro cuore,
            non devono udire certi "siluri"
            che vengon sparati senza pensare.

            La loro mente: aperta e tranquilla,
            si riflette ogni giorno nel loro mondo
            che li fa vivere sotto una stella,
            e li arricchisce assai nel profondo.

            A loro tutto il nostro rispetto,
            per la loro vita ricca ed intensa,
            per chi è dotato di un po' d'intelletto,
            sappia capire la differenza.

            Che è sempre data dall'esteriore,
            mentre poi conta quello che fai,
            non ti pensar che nel parlare
            non si palesi quel che poi sei.
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              Scritta da: Silvana Stremiz
              Credi?
              Piccola favola il vivere,
              sale dolce il pensiero
              che dal mare passa e
              verso l'elfico futuro va.

              L'aureola di stelle che
              la notte rende sacra.
              La mente sogna l'angelo,
              ed il suo sorriso è il viaggio.

              Con il quadro dell'oggi
              ed il busto di ieri,
              convivi la velocità delle nuvole
              e non voltarti al sole dell'alba.

              Sfida nel gioco, la montagna
              che nell'incanto tenta la ragione.
              Non spariranno le fate
              se ancora guarderai la. Credi?
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                Scritta da: Silvana Stremiz
                Kruptadìe philòtes
                Accoglimi sul tuo seno di amante,
                fra i tuoi capelli neri spettinati
                dove sussurrerò
                come fa il vento che non sa di farlo.

                Se, come un animale,
                mi esalterò fra le tue braccia bianche
                e ti farò piegare le ginocchia,
                si spezzerà il silenzio
                del mio rimorso muto.

                Le stelle son lontane,
                ma non da questo cielo:
                dai prati rugiadosi ove non piango,
                dalle affollate sale ove non rido,
                dai campi di battaglia che non calco.

                Per questo ora ti abbraccio,
                tu che dai questi brividi alla pelle
                e irrighi questa scorza di piacere
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                  Scritta da: Silvana Stremiz
                  Il mio credo
                  La schiera coscienziosa dei dubbiosi
                  e degli indagatori a tempo perso
                  vive col beneficio d'invetario
                  che può rendere vago anche il tormento,
                  diluisce spesso il male della vita
                  nel fiume già melmoso della storia.
                  Basta provare a vivere nei giorni
                  i parti presuntuosi della mente
                  a constatare il nerbo del reale.
                  Se il passato è perduto, e se il futuro
                  recalcitra ai progetti
                  la verità violenta del presente
                  dà la misura della sua realtà
                  con la perseveranza del dolore.
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