Scritta da: Silvana Stremiz

Nella nebbia

Immerso nella nebbia apro le braccia
e procedo a tentoni, brancolando.
Dove sei, amore? Io non trovo
la strada che conduce alla tua casa
e non odo la tua voce che mi chiama.
Perché non hai appeso una lanterna alla tua porta?

Vago da solo in questa notte fredda, incespicando
nei binari del tram, e mi accompagna
il latrato di un cane.
Ormai è tardi ed io non so sperare
che tu mi stia aspettando ancora,
come facevi una volta.

Disorientato vado percorrendo
strade dissestate che non conosco,
per venire da te; ma forse giro
sempre attorno allo stesso isolato di case.
Non so se mi avvicino o mi allontano.

E soltanto questo freddo pungente,
che penetra nelle ossa e mi raggela
le mani e i piedi, mi ricorda
che sono vivo.

Forse sarà così la morte
che ha da venire,
come un mantello di nebbia che ci avvolge;
e spariranno i contorni delle cose
e non udremo più le voci amate.

Ma non avrò l'angoscia di cercarti.

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