Poesie inserite da Silvana Stremiz

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Scritta da: Silvana Stremiz
Quando su un volto desiderato si scorge
il segno
di tante stagioni e una vena troppo scura
si prolunga nella stanza, quando
le incisioni
della vita giungono in folla e il sangue
rallenta
dentro i polsi che abbiamo stretto
fino all'alba,
allora non è solo lì che la grande corrente
si ferma, allora è notte, è notte
su ogni volto
che abbiamo amato.
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    Scritta da: Silvana Stremiz

    Per lei

    Per lei voglio rime chiare,
    usuali: in -are.
    Rime magari vietate,
    ma aperte: ventilate.
    Rime coi suoni fini
    (di mare) dei suoi orecchini.
    O che abbiano, coralline,
    le tinte delle sue collanine.
    Rime che a distanza
    (Annina era cosí schietta)
    conservino l'eleganza
    povera, ma altrettanto netta.
    Rime che non siano labili,
    anche se orecchiabili.
    Rime non crepuscolari,
    ma verdi, elementari.
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      Scritta da: Silvana Stremiz

      Addii

      Grandi stanze di vecchie case avite
      di provincia
      piene di fischi di navi lontane, piene
      di spenti rintocchi di campane
      e di battiti profondi
      d'orologi antichissimi. Nessuno abita
      piú qui dentro
      eccetto le ombre, e un violino appeso
      al muro,
      e le banconote fuori corso sparse
      sulle poltrone
      e sul letto largo con la coperta gialla.
      Di notte
      scende la luna, passa davanti
      agli specchi esanimi
      e coi gesti piú lenti rassetta dietro
      i vetri
      i fischi d'addio delle navi affondate.
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        Scritta da: Silvana Stremiz
        Proemio
        (Frammento)

        Non canto le navi che ritornano,
        le stelle che ricamano girasoli sul
        cinto dell'estate.
        Né le rondini che volano nel cielo,
        per prendere il sangue di un'alba
        e tingerne i fiori...

        Di notte sellano i cavalli, di notte
        passano, all'alba si disperdono
        alla ricerca di uccelli piumati e di donne
        slanciate,
        che brillano sui cuscini quando
        dormono la notte.

        Brillano e sognano un grande amore,
        un grande figlio.
        Che abbia un sole nei capelli, una luna
        come specchio.
        E l'aquila sul volto a vegliare
        sul suo sonno.
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          Scritta da: Silvana Stremiz
          Da Lakeba alla City
          (perdita con profitto)

          Eccomi di nuovo. Sono in orario.
          Ti aspetto. Eppure, ne sono certo,
          non verrai. Ma devo dirtelo
          anche se a rimetterci sono ancora io.
          In questa
          faccenda ho anch'io da guadagnarci.

          Questo giorno della mia vita.
          Particolare. Ho aspettato
          che sorgesse con il tuo pensiero.
          La strada che oggi è diventata un'altra.
          I battiti del cuore sfuggiti
          all'ordine consueto del loro ritmo.

          Tutti i prodigi accaduti oggi.
          Oggi che ti dovevo incontrare.
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            Scritta da: Silvana Stremiz

            Amore non dannarmi

            Amore non dannarmi al mio destino
            tienimi aperte tutte le stagioni
            fa che il mio grande e tiepido declino
            non si addormenti lungo le pulsioni
            metti al passivo tutte le passioni
            dormi teneramente sul cuscino
            dove crescono provvide ambizioni
            d'amore e di passione universale,
            toglimi tutto e non mi fare male.
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              Scritta da: Silvana Stremiz

              Misticismo per principianti

              Il giorno era mite, la luce amichevole.
              Il tedesco sulla terrazza del caffè
              teneva un libricino sulle ginocchia.
              Sono riuscito a vedere il titolo:
              Misticismo per principianti.
              Subito ho capito che le rondini
              pattuglie sulle strade di Montepulciano
              con i loro versi striduli
              e le conversazioni pacate dei viaggiatori
              timidi
              dell'Est, la cosiddetta Europa centrale,
              e gli aironi bianchi fermi – ieri? Il giorno
              prima? –
              come suore in campi di riso,
              e il crepuscolo, lento e metodico,
              che offusca i contorni delle case
              medievali,
              gli olivi sulle basse colline,
              lasciate al vento e agli incendi,
              e la testa della Principessa sconosciuta
              che ho ammirato al Louvre
              e le vetrate delle chiese come ali
              di farfalla
              spruzzate di polline,
              e il piccolo usignolo che si esercita
              nella sua recita vicino all'autostrada,
              e ogni viaggio, ogni tipo di viaggio,
              sono solo misticismo per principianti,
              il corso introduttivo, propedeutico
              per un esame che è stato
              rinviato.
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                Scritta da: Silvana Stremiz
                Dalle loro radici vorrebbero
                sollevarsi le felci,
                l'urogallo, il liruro, la mortella dalla
                palude,
                le acque del ruscello, le acque del
                ruscello
                nell'aria bruire vorrebbero,
                quando gli stivali neri
                vagano sul tappeto
                variopinto d'autunno della stanza:
                sacrificheresti un frammento
                dell'argento del tuo specchio,
                lo fonderesti in proiettile?
                Fenderesti
                col tuo proiettile
                la sorgente senza fondo
                del cuore?
                La Sposa del lupo la si può uccidere
                solo con un proiettile d'argento
                che spacca il cuore:
                nello specchio del cacciatore però
                rimarrà anche
                la traccia del proiettile.
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