Scritta da: Silvana Stremiz
A cosa serve indugiare, rimanere
dietro la tendina che si annerisce,
guardare il miraggio in faccia,
quando la malforme primavera fa scorrere
la sua sciabica nell'isolato dei single:
un balenio di nafta nel cervello,
il ventilatore sfiletta il fumo,
e nel nido di un palchetto sul retro
gracchia una vecchia comédienne.

Già il tuo profumo mi ferì.
Quando ti scottasti le dita,
sentii un bruciore in mano.
Ma il periodo di grazia è passato,
è tempo, finalmente, che finisca
ciò che un tempo era eterno:
l'accendino fiammeggia, tira via
il miraggio dal volto,
batto il pugno sul gioco, distruggo
un'altra nave aliena.
Merja Virolainen
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    Scritta da: Silvana Stremiz

    Testimone

    C'è un assassino nell'armadio?
    Sbucherà fuori se chiudi gli occhi?

    Chi c'è dietro la sinningia? Un vampiro?
    È un ladro a cavalcioni del cavallo a
    dondolo,
    brandisce forse una sciabola di
    sanseveria?

    Pieghe di tenebre piene di millepiedi

    e sono io, ti avvicini di soppiatto
    tanto che sento il tremitio
    Vitale realizzarsi in te

    quando ti spaventi per i suoni della notte,
    i gemiti del vento,
    la strega nella sua cappa in brandelli
    che digrigna una risata,
    ti getta sulla faccia larve, ragnatele,
    ti strappa di dosso il pigiama con dita di
    fucsia.

    Hai visto la civetta prima che il tuo
    sguardo
    l'ha stropicciata via?

    Cominci a capire: le voci provengono
    da sotto i tuoi piedi, dalla stoffa del
    pigiama
    quando respiri, sei tu
    a dar loro vita.
    Merja Virolainen
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      Scritta da: Silvana Stremiz

      Testimone

      Ti svegli una volta due prima del giorno.
      Hai sentito in sogno
      i colpi, i bisbigli,
      i lamenti soffocati,
      il crepitio della porta?

      Il vento, i rami? Sbattere in te:
      c'è qualcun altro nella stanza?
      Tendi le orecchie, lo sguardo filtra
      l'intruso dalla notte,

      ma l'oscurità scintilla soltanto,
      sboccia, frinisce
      come se fossi sotto le palpebre,
      sul punto di svegliarti.
      Merja Virolainen
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        Scritta da: Silvana Stremiz
        Dalle loro radici vorrebbero
        sollevarsi le felci,
        l'urogallo, il liruro, la mortella dalla
        palude,
        le acque del ruscello, le acque del
        ruscello
        nell'aria bruire vorrebbero,
        quando gli stivali neri
        vagano sul tappeto
        variopinto d'autunno della stanza:
        sacrificheresti un frammento
        dell'argento del tuo specchio,
        lo fonderesti in proiettile?
        Fenderesti
        col tuo proiettile
        la sorgente senza fondo
        del cuore?
        La Sposa del lupo la si può uccidere
        solo con un proiettile d'argento
        che spacca il cuore:
        nello specchio del cacciatore però
        rimarrà anche
        la traccia del proiettile.
        Merja Virolainen
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