Un bambino, vedendo sua madre piangere disperatamente le chiese: "Mamma, perché piangi? " ... "Perché sono una donna", rispose la madre. "Non capisco" replicò il bambino. La mamma lo abbracciò solamente e disse "E non lo capirai mai.
Sin dalla sera, la neve cadeva fitta e leggera; ed al mattino, una spessa coltre, soffice e bianca, ammantava tutto con la sua gelida faccia stanca.
Giù nella via, un giovincel gioioso giocava ha pallate col suo can festoso, e la gente, con passo lento camminava, con un fruscio al piede, che la neve calpestava.
I passeri, infreddoliti ed affamati, volavano sconcerti, cercando di trovare qualche cosa da beccare. Cosi i miei pensieri Intrecciavano voli
Con le falde leggere, che s'adagiavan sulle coltre diaccia della neve.
Allor sentii l'invito a riposar la vita Nella culla del verno, come il frutto di una bacca, d'un bacello, e risvegliarla poi, fiorita al dolce tepor della primavera, che il sole timido riscalda, e l'uom fa sognare nella sua sfera.
Sogno una notte rossa, aria arancione e i tuoi capelli biondi
Sfuma il cielo e io sogno una notte rossa, aria arancione e i tuoi capelli biondi in un miraggio che non ho trovato finora
il fioraio ha già chiuso con le sue ordinazioni non posso neanche prenderti qualcosa di carino; e nei miei passi leggeri sento il cuore pesante seguo l'orizzonte voglio solo ascoltare per sempre il tramonto; lo seguo tra i campi, guado un fiumicello nella strada complice di tante sere, e tocco finalmente la sabbia della spiaggia che luccica della debole luce serale. Tra il suono delle onde il tuo pensiero mi confonde, non riesco neanche a pensare, cercare di fare qualcos'altro
Sulle maree della mia vita guardo le onde, il mare questo amore è troppo grande ormai pensare vuol dire amare
e lo guardo lì che scappa nell'orizzonte nell'infinito a fuggire da chissà cosa un amore che ha paura gridano i gabbiani
Non riesco ad affrontare questo mare questo amore che mi lascia sulla spiaggia solo a sognare sentire gabbiani setacciare rupi e sabbia in un'eterna serata di maggio schiarita dal tramonto che ovatta l'atmosfera in questo fotoromanzo che sa di vecchi ritornelli
Vorrei attraversarlo ma non riesco; vorrei amarti ma non so amarti;
Voglio solo sussurrarti, nel vento, che rimarrò sempre qui, sulla spiaggia, a guardarti ad ascoltarti ad aspettarti, vivendo del sognarti.
Sto aspettando un momento di pace infinita come quando distesi in un campo di grano si sentono solo gli aerei passare e ogni nuvola è un gioco sempre da trasformare... come quando nell'alba di un dolce mattino si ode soltanto il rumore del mare e la sabbia che scivola fra le mie dita ha il fruscio della seta e il silenzio è un incanto rotto solo dal pianto di un cuore che soffre... non ha voce il dolore non ha pace quel cuore... tristemente galleggia come un fiocco di neve su un lago ghiacciato e non c'è primavera che possa far sciogliere il gelo e le ali spezzate non spiccano il volo vorrei essere il cielo... dove un angelo non è mai solo.
Nella grigia giornata d'autunno le foglie ingiallite danzano impazzite quali fragili prede del vento nell'attesa di adagiarsi al suolo. Tutti siamo prede, nulla ci esclude dalla pazza danza rappresentata sul palcoscenico della vita. Quando anche noi, stanchi, ci adageremo al suolo, potremo riposarci come le foglie.
Ricordo il vento del mio paese Che a volte dolce accarezzava Le piante del mio giardino. Ricordo il vento che asciugava La fronte sudata dai giochi Di bambino. Ricordo il vento che cullava i miei sogni di adolescente. Ricordo il vento che mi accompagnava Nelle giornate di lungo cammino. Ricordo il vento che lontano mi ha portato Senza chiedere parere. Aspetto il vento che mi riporterà ove Per tanto tempo sono stato a volte felice E a volte malinconicamente pensieroso.