Le migliori poesie inserite da Silvana Stremiz

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Scritta da: Silvana Stremiz

Restano solo le mie parole per te

Hai reso alla mia penna
la scintilla dell'oblio,
la cupezza dei momenti
da tradurre in scritti e graffi,
con cui io mi dilanio il cuore
e rigenero i suoi battiti;
sentimenti scavati dalla risacca,
che penetra nei più profondi anfratti,
portati al largo e di lì di nuovo a riva,
tra le conchiglie capovolte e frantumate,
assopiti e stanchi,
tra i riflessi brillanti della luna sulla sabbia;
scrivo per me
e leggo per rileggerti,
per perdermi nell'illusione dei tuoi occhi rapiti,
della forza del mio pensiero
che diviene azione di straziante passione,
catalizzata dalla tua ispirazione,
estasiato nell'idea d'autodistruzione
che tanta luce
non potrà che costringerti
a distogliere lo sguardo.
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    Vivi
    Se non vuoi farlo per te,
    fallo per chi ha disegnato
    il tuo destino.
    Per colui che ti ha generato.
    Con un gesto d'amore
    la luce ti ha dato.
    Vivi
    Per quei figli.
    Che ancora gridano il tuo nome
    Non pronti e vederti andare.
    Vivi
    Per quelli che ti amano
    Per quelli che tu ami
    Perché solo vivendo
    Avrai emozioni.
    Regalerai emozioni.
    Vivi
    Per te stesso.
    Per ciò che deve
    ancora avvenire.
    Vivi
    Per quei sogni ancora da realizzare
    Quelli ancora da sognare.
    Vivi
    Per non diventare
    ricordo per chi ti ama.
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      Scritta da: Silvana Stremiz
      Tutti i corpi che ho toccato, che ho visto, che ho preso, che ho sognato, tutti
      addensati nel tuo corpo. O, tu carnale Diotima
      nel gran simposio dei Greci. Se ne sono andate le flautiste,
      se ne sono andati filosofi e poeti. I begli efebi dormono già
      lontano, nei dormitori della luna. Tu sei sola
      nella mia preghiera innalzata. Un sandalo bianco
      dai lunghi lacci bianchi è legato alla gamba della sedia. Sei l'oblio assoluto:
      sei il ricordo assoluto. Sei la non incrinata fragilità. Fa giorno.
      Fichidindia carnosi scagliati dalle rocce. Un sole rosa
      immobile sul mare di Monemvasià. La nostra duplice ombra
      si dissolve alla luce sul pavimento di marmo pieno di cicche calpestate,
      coi mazzetti di gelsomini infilati negli aghi di pino. O, carnale Diotima,
      tu che mi hai partorito e che ho partorito, è ora
      che partoriamo azioni e poesie, che usciamo nel mondo. Davvero, non scordare
      quando vai al mercato di comprare mele in abbondanza,
      non quelle d'oro delle Esperidi, ma quelle grosse e rosse che quando affondi
      nella polpa croccante i tuoi splendidi denti resta impresso,
      come l'eternità sui libri, pieno di vita il tuo sorriso.
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        Scritta da: Silvana Stremiz

        Tu...

        Tu ami la tua terra
        le tue origini e tradizioni.
        Tu uomo tutto d'un pezzo
        lavori senza sosta
        orgoglioso determinato.
        Sembri privo di sogni
        ma ci sono: "pochi e onesti."
        Figlio di quella terra
        a cui appartieni
        padre delle sue tradizioni.
        Non dimentichi le origini
        A tuo figlio pochi abbracci
        poche parole, ma un bene nascosto
        Tu orgoglioso del tuo cognome
        della tua storia, delle tue origini.
        Il volerlo tramandare,
        per generazioni ancora.
        Tu parli il tuo dialetto
        con orgoglio come fosse lingua internazionale.
        Ami il Friuli con l'anima e il cuore vanti con orgoglio
        il fatto di essere Friulano.
        Spesso dimenticandoti che sei italiano.
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          Scritta da: Silvana Stremiz

          Morte

          Sento il tuo gelo addosso,
          il tuo arrivo che da tempo attendo,
          da cui scappo inutilmente,
          che non voglio, ma per te non conta.

          Non ti temo, ma non ti voglio,
          non ti sopporto anzi ti odio.
          Ti odio per come penetri,
          in una vita che non ti appartiene.

          Ti odio per le volte,
          che porti via un bimbo,
          nel suo fiorire della vita,
          per quelli che non vedranno domani.

          Ti odio per le cose incompiute,
          perché non ne permetti il compimento.
          Ti odio per quei genitori disperati,
          e quei figli senza, angosciati.

          Ti odio per quella disperazione,
          che lasci ogni volta che passi.
          Per l'angoscia che crei,
          e quei sogni infranti.

          Ti odio per il dolore che semini,
          per la tua gelida presenza.
          Ti odio perché tu vuoi me,
          e io non voglio te.
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            Scritta da: Silvana Stremiz

            Si dissolvono i ricordi

            Si dissolvono i ricordi nel tempo,
            quel tempo che, consumando
            forze e sentimento,
            scandisce le tue ore.

            Scavando solchi,
            Rubando sogni,
            regalando giorni
            che rubano giorni.

            Regalando lacrime
            che fanno sorridere
            e sorrisi che nascondono lacrime,
            ti dà togliendo

            Ingannevole ti sorride
            giocando col chiaro e scuro,
            del dare e avere
            si prenderà l'unica cosa
            che conta davvero:
            La tua Vita.
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              Scritta da: Silvana Stremiz

              Amerai La Vita

              Il gelo del inverno,
              si confonde col freddo
              del tuo cuore.

              Il dolore lo avvolge
              lame sottili lo trafiggono.
              Sanguina di disperazione.

              Grida d'aiuto non sentite.
              Sogni fatti a pezzi dalla vita;
              la notte sembra fatta per morire.

              15 anni con davanti un'intera vita
              eppure già i ricordi ti uccidono;
              la disperazione invade la mente.

              Il niente appare meglio
              del presente.

              Il dolore trova pace nel sonno,
              quel domani è già peso troppo grande.

              Un gesto folle, è lui la disperazione;
              ma la vita ti vuole, con forza ti stringe a sé.

              Nascerà quel giorno che ti abbraccerà,
              che ti scalderà il cuore e ti regalerà un sogno.

              Amerai la vita più di quanto,
              la vita abbia mai amato te.
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                Scritta da: Silvana Stremiz
                È strano come giunga la pace
                dopo tanto tempo
                e tanto tormento,
                fra tante spine e tanto fango.

                È strano
                come un sorriso possa infiltrarsi
                e cambiare il momento
                e come inaspettatamente
                si modificano i pensieri
                e la nebbia di un'intera vita si alzi
                lasciando posto alla chiarezza.

                È strano come il tempo riprenda a scorrere
                lasciando il passato alle spalle
                quasi come se il suo dolore non ti appartenesse.

                È strano, ma a volte accade così...
                In un giorno qualsiasi mentre il passato
                sta tentando di ucciderti
                i ricordi migliori prendono il sopravvento
                e inizi a "non sentire" più "quella fitta" dentro di te.
                Composta domenica 30 giugno 2013
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                  Scritta da: Silvana Stremiz

                  L'inferno in Terra (Auschwtiz)

                  Auschwitz un sterminio
                  di un milione e mezzo
                  di vite umane.

                  Anime uguali marchiati
                  come bestie con numero
                  seriale che li identificava.

                  Non come uomini
                  ma, come bestie da macello.
                  Pronti ad essere cremati
                  per diventare bottoni o saponette.

                  Bambini innocenti bruciati
                  insieme a donne e uomini
                  con la "colpa" essere "ebrei"
                  o per ogni loro diversità.

                  Mi chiedo quale mostro
                  può arrivare a tanto
                  quale è era la loro diversità.

                  Mi chiedo quale fosse la loro
                  colpa, e se il colore del sangue
                  e la loro anima avessero
                  un peso così diverso.

                  Così diverso da togliere
                  a loro la dignità umana
                  la possibilità di una vita normale.

                  Mi chiedo quale razza di bestia
                  possa essere: "L'essere umano".
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