Tatuaggio
Corpo di donna
che desidera lui soltanto,
ali di farfalla
per volare via,
all'occorrenza,
una fata
per ricordare
come mi chiamava.
In memoria di te
Che mi ascolti,
da qualche parte
forse
mi pensi,
e nel sonno
mi tocchi...
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Corpo di donna
che desidera lui soltanto,
ali di farfalla
per volare via,
all'occorrenza,
una fata
per ricordare
come mi chiamava.
In memoria di te
Che mi ascolti,
da qualche parte
forse
mi pensi,
e nel sonno
mi tocchi...
Raccogli nei giardini dell'anima
dove non sempre sbocciano fiori.
Spesso incontri deserti e aridità;
ti scontri in nubi di lunghe piogge,
ma non ti fermi.
Sei sprofondata nei miei densi silenzi
e caparbiamente hai sempre nuotato
per farli parlare
anche quando soffrivano di
un raro amore amaro.
Disinfetti la mia durezza
nel tempo acido che suda
amore e sangue.
Vivo al margine
ma tu sai camminarmi a fianco,
senza vertigini,
sull'orlo del vuoto,
anche quando diventa coscienza irrespirabile.
Mi tieni la mano e
insieme vediamo il centro.
Ed è questa la nostra amicizia,
mentre diveniamo splendide perle
quando il pianto muta in riso:
guardiamo in sogni diversi
ma con il medesimo sguardo.
Vorrei arrotolare i margini del tempo
e riavere quei giorni
colorati di parole,
sfumati di pazienti segreti
scivolati via dalle nostre vite,
nell'unico luogo in cui esse potevano incontrarsi,
quando non sapevamo nemmeno cosa volesse dire toccarsi.
Vorrei lasciare l'abbraccio di questo desiderio,
e liberarmi dalla tagliola della sua morsa di ferro
che mi tiene prigioniera di questo sentire.
Vorrei fuggire da questo sogno,
perdere questa ombra
e volare libera sopra le stelle,
oltre il mare della tua indecisione
per non venire travolta
dall'onda della tua noia.
Non ti voglio più nella mia vita.
Non ti voglio più in alcun posto.
Liberami di te.
Rendimi la mia libertà!
Mi chiami sognatrice per una notte
e ti ascolto.
Sogno un angelo
che con una carezza cancelli
il mondo,
sogno ancora solo quell'aeroporto.
Ti ascolto ancora
ma senza parlare
e penso sia finzione
io e te,
tu con me.
Io fragile
ma mai così bella
con un sorriso di perla.
Non desidero sapere niente di te
ma voglio sognare il presente
per farlo diamante
e farti mio per questo attimo
che sarà per sempre;
cancellare il tuo dentro
e disegnarlo di nuovo
con il mio colore.
Domani troverò uno spazio
da riempire con
questo sogno!
Sarà il mio silenzio a parlarti.
Mettiti all'ascolto,
chiudi gli occhi e tendi l'orecchio
al rumore delle mie onde che s'infrangono a metà,
la condanna del mio non amore,
la bocca del mio vento.
Il mio cuore si frantumò in una tempesta,
ed il giorno si fece notte quando te ne andasti per sempre.
Ho smarrito il cammino tracciato dalla tua speranza.
So dove sei ma non vengo a salutarti
perché mi sento schiacciata dal peso dei tuoi occhi.
Non tocco la foto del tuo volto
perché la lapide è fredda e muta
e mi urlerebbe che sei lì sotto.
L'anima intorpidita dall'inverno della tua assenza
fa scorrere oceani di sale amaro.
Sono un girasole senza sorriso, a testa in giù,
unico in un deserto di silenzio,
nella mia calma di facciata,
nella mia caotica quieta indifferenza.
C'è una nebbia irrisolta
che porta a perdermi nei miei spazi perpetuamente vuoti.
Papà, è tutto così sottile, la vita,
e tu non ci sei.
Trovo un posto per il silenzio
ma esso porta i tuoi occhi.
Nessuno mi libererà mai.
Il buio è il mio manto
e nella notte dello spirito vago a cercarti.
Annaspo nel fango per ritrovare le stelle
e mi dico che sei tu la polvere di cui sono fatte ora.
Esse prendono a brillare forse quando tu mi sorridi.
La tua mano di vento mi accarezza il cuore e vola con me
quando, all'inseguimento della vita,
cerco ancora una traccia di te.
Hai tentato di afferrare i tramonti
per preservare quello splendore,
hai cercato di liberarmi dal silenzio
per ritrovare ancora un mio debole bagliore...
Ma bramavi testardamente la parole,
mentre solo il buio dovevi ascoltare
se volevi capire.
Ho rifiutato la tua mano,
unico faro nel mio oceano nero,
poiché la notte del dolore
rende ciechi dinanzi a quello altrui.
Non riconobbi che il tuo abisso
era identico al mio.
La mia zattera si squarciava
tra le ondate dei ricordi di una vita felice
che si squagliava inesorabilmente.
Con il nulla colmai il mio vuoto
quando il tuo amore l'avrebbe riempito di luce.
Lande di desolato silenzio si dilatarono;
baratri di inspiegabili rancori tra noi si aprirono.
Prigioniera del lutto,
non sapevo riconoscere in te
l'ultimo lembo di una famiglia
superstite della forbice della morte.
Ti plasmavo disperatamente in mio padre
mentre avrei dovuto semplicemente amarti
perché sei mia madre.
Nessuna di noi è sopravvissuta,
indenne, al dolore.
Ora il mio buio ha ritrovato le parole,
e ti tendo la medesima mano che un giorno rifiutò la tua.
Accarezzami il cuore,
insegnagli a trovare ancora della vita
il colore e l'amore,
senza paure, con ali leggere.
Disegno il tuo silenzio
in attimi evanescenti:
un modo per averti,
un solo istante per sfiorarti.
Non c'è altro
di noi.
Distillo le gocce di rugiada
dei tuoi sorrisi,
errando in
dissolvenze di sogni
per svanire in un bacio.
Ma al risveglio
resta qualcosa di reale:
la parte buia di me,
l'eccesso,
la tristezza e la noia,
il dolore e la gioia,
l'anima che vive,
il mio dionisiaco.
Semplicemente tu!
Corro sotto un acido sapore
di color metallo.
Sanguino sotto le lenzuola
e continuo ad immaginare
le mie gambe distese
sulle spine di una rosa.
Rimango nella solitudine di un cane
che non trova più padrone.
E metto giù il guinzaglio.
Non posso più tornare.
Non posso immaginare
quanto tempo perso
a piangere della mia vita.
Distesa sulle mie speranze...
Alzati,
dimentica la tua risata,
infantile preda.
Sanguino dentro.
Lacrimo nella mente.
Corre la ragione
di una candida speranza.
Immagino di non tornare,
di non capire quello che succede,
nel magico calore
di una mano amica.
La mano tremula di un anziano
sostiene il calore di agosto.
Alcuni iniziano il lavoro
altri respirano con sforzo.
Lo sguardo è appeso a un volo
di una bianca e stanca colomba.
Con lei volano gli amori
con i nomi di una tomba.
La mano tremula di un anziano
accarezza il volto della storia:
guerre, odi, speranze e sogni
vivono nella sua stanca memoria.
Un muro del giardino a calce viva
cicatrizza amori e ricordi.
Resta la mano tremula e un fiore
a fecondare il tramonto e l'aurora.
Stiamo
pensando
di
ingannare
il
tempo
ma
è
il
tempo
che
stà
ingannando
noi!
Sappiamo
quando
è
lungo
il
tempo?