Scritta da: SAVERIO FERRARA
in Poesie (Poesie personali)
Cattura nel passato
la felicità fuggente
e falla rivivere sempre
nel presente.
Composta martedì 30 aprile 2019
Cattura nel passato
la felicità fuggente
e falla rivivere sempre
nel presente.
Ricordo
di un giorno
uno dei tanti
diverso da molti.
Ricordo
lontano
ma presente in ogni battito
del mio cuor
quel cuore
che ti vuol bene.
Se fossi una poetessa scriverei di te come nei sogni
Saprei dipingerti come un pittore con la sua tela, i suoi colori
Sono solo una scribacchina e scrivo di come io ti sento, ti percepisco
Non uso colori ad olio ma semplici acquerelli
Sfumo le mie emozioni alcune vissute altre ancora da vivere
Tante cose da dire,
tante che esplodono dentro spingono forte
Tante da raccontare
Se fossi poetessa e non la sono
vivrei aggrappata alla tua nuvola
quella bianca e spumeggiante,
quella che anche tu accarezzi
quella che ogni tanto ammiro e mi fa volare.
In me brucia la fiamma della passione
Sdraiata davanti a me puoi gustare i colori più accesi del mondo
Tra le mie fiamme puoi lasciarti bruciare
o semplicemente lasciarti scaldare
Sono:
C(omunque)
A(rda)
M(agicamente)
I(nsinuo)
N(uove)
O(ccasioni).
Il profumo che mi invade,
mi risveglia ogni mattino
Lo sento forte
mi arriva sotto il naso, come posso non amarti
Non vedevo l'ora
che goduria
che bellezza
mio grande amore
non so stare senza te
Devo assaporarti, gustarti
berti è questo quello che vuoi
Ogni mattina vieni da me
con quel tuo colore nero,
abbronzato
la tua schiumetta favolosa, mmmh...
mi attiri a te
Mi svegli, mi dai il buongiorno è mi dici:
bevimi tutto, sino in fondo...
Sono il tuo Caffè.
Toc toc toc
Vecchia macchina da scrivere
Ti ho ritrovato finalmente eri lì nascosta nella mia soffitta
Quanti ricordi
Ne abbiamo fatte insieme
Di cosa?
Di lettere naturalmente
Quante battute,
quei tasti così rigidi
mani imbrattate di inchiostro
a volte rosso a volte nero
Molta attenzione quando scrivevi perché correggere era un problema
Dovevi cambiar foglio e ricominciare
Ahi!
A volte mi hai fatto penare,
vietato sconfinare, massima attenzione a quei margini
e quel rullo, quante lettere marcate impresse su di lui,
il suo rumore... rimbombava forte
nel silenzio assoluto solo quel forte battito di tasti...
Ma come sei bella,
tutta nera maestosa,
pesante
Pezzo raro oramai, quasi da museo
Ma tu sei mia e resti qui
Anzi sai che faccio ti tiro fuori
ti metto in mostra
Racconterò di te,
delle nostre battute,
i nostri errori incancellabili
l'odore di inchiostro rosso e nero
e soprattutto della tua pesantezza,
sì non era facile portarti in giro e rimanevi lì sulla mia scrivania ad aspettare che tornassi, a pigiare forte quei tasti... Toc toc toc...
A scrivere.
Provo a cancellarti,
cavoli non riesco!
Provo per te un sentimento ribelle
Mi attrai e mi sconquassi l'anima
Combattuta ti respingo
ma tu sei calamita
ecco, di nuovo attratta
Mi stacco e mi riattacco...
Ribellione interiore
dura da dominare
Allora non resta che lasciarmi andare...
La vita è una,
va vissuta.
Basta!
Questa volta mi fermo qui sulla riva e attendo
una volta ancora lascerò uno spiraglio
Se mi raggiungerà saprò che non è stata vana l'attesa
Nessun inganno dei sensi
Nessuna azione ammaliatrice
Solo testa, cuore, voce...
la voce, quella che si imprime dentro che non scordi che ti sussurra sempre qualcosa anche quando sta in silenzio
Se lo vedrò arrivare saprò con certezza che ha saputo ascoltare il richiamo.
E poi c'è quella carezza che non va più via...
un piccolo soffio di vento che porta con sé una strana malinconia.
Rubo al tempo un dolce ricordo,
impreziosisco il mio cuore con tutto ciò che non scordo.
Ogni istante vissuto è una perla dal sapore antico...
lasciato da chi un tempo sapeva fare di ogni minuto
un piccolo dono gradito.
Conservo tutto... perché tutto serve a spiccare un nuovo volo
e capire che in fondo la mia vita è un piccolo tesoro.
Quante pagine
di questo mio libro
ho accartocciato,
per voler nascondere
gli errori,
pagine di rabbia
che il vento dell'incomprensione
ha trasportato in una stanza
dimenticata dell'anima,
ma dalla porta sempre socchiusa.
In quante pagine
gocce di lacrime
han sbiadito l'inchiostro
di quelle lettere che avevo
affidato al cuore,
ma che il tempo beffardo
credeva di cancellare.
Ma non esiste tempo
e non esistono lacrime,
che possano depennare
quella storia infinita
scritta dal cuore.