Poesie personali


Scritta da: Ciro Orsi
in Poesie (Poesie personali)

Visioni in bianco e nero

Rossi tramonti di spiagge deserte
follie di sogni
abbandonati al destino
di giorni fuggiti senza lasciare
traccia del tempo
era ieri soltanto
o forse sarà domani
che senso ha guardare
quei luoghi senza tempo
dove hai vissuto i tuoi anni più lievi.
Visioni in bianco e nero
affiorano dai gorghi
di un'area protetta,
un codice mai dimenticato
che solo tu potevi incidere
nella mia mente lacerata
dai mille voli in libertà
come un gabbiano spinto
da un istinto di sublime
si leva dalla riva
senza pensare al suo destino
fiutando l'aria che gli viene incontro
nei lunghi vortici
tra il cielo e il mare
fisso quel punto dove
troverò il tuo fragile segno
per un approdo sicuro
fra le tue braccia di madre.
Composta domenica 13 ottobre 2013
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    Scritta da: Stefano Medel
    in Poesie (Poesie personali)

    Autunno e noi

    Ci sediamo sulla panca,
    insieme,
    stiamo vicini,
    e parliamo un po',
    mentre giace l'autunno,
    come il manto di foglie per terra,
    ammucchiate e colorate;
    con le castagne, che
    caracollano sopra le macchine con un tonfo;
    freddino,
    aria pungente,
    hai una faccia triste,
    cosa c'è che e non va,
    tristezza fra noi,
    per il tempo che passa,
    e l'inverno che arriva;
    ho i miei anni,
    m a tu non lo puoi capire,
    tu capisci solo la tua giovinezza,
    e la tua libertà,
    e non mi senti,
    non mi senti;
    mi appari lontana,
    dove stai andando,
    giorno triste,
    autunno tra noi,
    tu ti allontani,
    da me,
    da me,
    tristezza.
    Composta domenica 13 ottobre 2013
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      Scritta da: A. Cora
      in Poesie (Poesie personali)

      Gioni sfumati

      Famelico
      dei giorni sfumati
      che mai hanno chiesto
      condono

      Continuo me stesso a cercare
      nel'essenza più vera d'un uomo, che
      nei tratti d'una vita
      sottile

      Più volte se stesso ha smarrito
      Vago pianure colline, le strade che mostrano il mare
      ove senza calzari, orme vaghe affilate, tra sabbia
      solcata ho lasciato

      Nel tratto più ardito di vita, finché me stesso
      ritrovo, in attesa d'un
      semplice volo

      Senza il mio nome chiamato, senza un
      messaggio arrivato

      Solo, un confuso deserto di sabbia
      il breve cammino da
      fare

      Come uno scritto lasciato, sul
      bianco d'un muro
      sbiadito

      Forse non sono mai
      nato, forse mai
      esistito.
      Composta lunedì 10 dicembre 2012
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        in Poesie (Poesie personali)

        E piti, piti, piti...

        Sfilacciato e consunto
        alla sorte resiste lo stame
        riposano le divine Parche.

        Nulla più è rimasto vivo
        in noi e tra di noi
        oltre il cenere avvenuto
        nulla se non la traccia
        lignea di due sgorbi incisi
        sbiaditi già da un tempo
        infecondo e vorace.

        Del sommerso passato
        solo codesto emerge oggi,
        velato ci riparla forse
        di un amore andato in malora.
        Ah come tutto va al niente
        mentre un interno attrito
        brucia e consuma le nostre vite!

        Anche senz'acqua attorno
        per mora greve di sogni
        si può annegare e morire.

        Perso direzione e meta
        esuli per le tenute dell'ignoto
        guadiamo un vuoto in piena.
        Attaccati da una bufera
        ci afferrerà il turbine
        finiremo il nostro viaggio;
        ci ghiaccerà la morte.
        Composta giovedì 10 ottobre 2013
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          Scritta da: Fragolosa67
          in Poesie (Poesie personali)

          Ispirazione

          Soave e gentil donzella
          dolce musa, fra le fate la più bella!
          Accarezzi con gli occhi tuoi leggiadri
          l'anima mia per farne arte e magia.

          Dio creò il cielo e tutto lo firmamento
          io con te ogn'or invento.
          Ti amo musa bella perché candida e,
          conoscer non hai passione mia.

          Comprender non poi cosa mi rappresenti e
          ti soffermi a sorridermi dolcemente!
          Sonetti e versi per te compongo
          e in paradiso ti ripongo.

          Tal Alighieri cosi dicesti a Beatrice
          Madonna di Firenze
          senza curarti di decantar beltà
          d'ogni giovinetta.

          Non conoscesti le grazie di Silvia.
          Musa di Giacomo il poeta.
          Né di Lesbia per cui
          tal Catullo provò passione inquieta.

          Solitario fu il suo passero in un sabato
          di villaggio mentre
          di Catullo fu delizia di fanciulla
          compagnia nella malinconia.

          Non conoscesti altri vaghi se no mirar chi per te
          scese con sua grazia dove a tutti piace andare.
          Tre donne in questo mondo sembran pari,
          ma qual ti sembra meritar l'alloro?

          Anch'io dal canto mio ad una musa
          ispirarmi provo:
          Non è l'amato mio!
          Ma tutto ciò che ha creato Dio.

          Da grazia e da beltade mi lascio affascinare
          da occhi che intrigano, virtude e portamento
          o da melanconia per un passero che
          di sabato ho visto volar via.
          Composta lunedì 14 ottobre 2013
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            Scritta da: Franco Paolucci
            in Poesie (Poesie personali)

            Il pozzo nel cuore

            Nel pozzo dell'Anima mia
            c'è un cerchio di pietra
            coperto dal muschio silente
            di stelle cadenti,
            da rari sospiri raccolti
            negl'anni d'Amore.

            Il sogno talvolta mi dona
            memorie soffuse
            di fievoli spicchi di Luna,
            di Soli mancati,
            di canti di donne in vigneti,
            di mosti gustosi
            e chicchi scambiati tra labbra
            umettate di baci.

            Ed ora, arrivato al confine,
            s'immerge ogni raggio
            nel buio melmoso del pozzo
            ripieno di Cielo.

            A che questo vivere strano?
            In cerca di cosa?
            Per quale Mistero chi nasce
            poi muore due volte?
            Composta mercoledì 13 marzo 2013
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              Scritta da: Franco Paolucci
              in Poesie (Poesie personali)
              "Lentamente muore"
              Di Martha Medeiros
              (Attribuita per errore a Pablo Neruda)

              Lentamente muore
              chi diventa schiavo dell'abitudine,
              ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
              chi non cambia la marcia,
              chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
              chi non parla a chi non conosce.
              Muore lentamente chi evita una passione,
              chi preferisce il nero su bianco
              e i puntini sulle "i"
              piuttosto che un insieme di emozioni,
              proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
              quelle che fanno
              di uno sbadiglio un sorriso,
              quelle che fanno battere il cuore
              davanti all'errore e ai sentimenti.
              Lentamente muore
              chi non capovolge il tavolo,
              chi e' infelice sul lavoro,
              chi non rischia la certezza
              per l'incertezza per inseguire un sogno,
              chi non si permette almeno una volta nella vita
              di fuggire ai consigli sensati.
              Lentamente muore chi non viaggia,
              chi non legge, chi non ascolta musica,
              chi non trova grazia in se stesso.
              Muore lentamente
              chi distrugge l'amor proprio,
              chi non si lascia aiutare;
              chi passa i giorni a lamentarsi
              della propria sfortuna o della pioggia incessante.
              Lentamente muore
              chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
              chi non fa domande
              sugli argomenti che non conosce,
              chi non risponde
              quando gli chiedono qualcosa che conosce.
              Evitiamo la morte a piccole dosi,
              ricordando sempre che essere vivo
              richiede uno sforzo di gran lunga maggiore
              del semplice fatto di respirare.
              Soltanto l'ardente pazienza porterà
              al raggiungimento
              di una
              splendida felicità.

              A questa poesia
              immodestamente aggiungo di mio:

              Lentamente muore

              chi non ama sufficientemente se stesso
              come espressione minuta di vita
              destinata alla rivoluzione dei Cieli,
              impegnata nella metamorfosi del Mondo:
              chi, nello slancio, erra, costruendo prigioni d’amore.

              Lentamente muore
              chi si ritiene un’unità finita,
              una goccia fluttuante
              trascinata dalle maree oceaniche del Tempo;
              chi non si dà indirizzi, pronto a cambiare indirizzo.
              Chi non ha due cuori, uno per sopportare, uno per sanguinare.

              Lentamente muore
              chi, conscio di dover morire,
              rinuncia, in vita, alla “Vita”
              sperando in una vita futura che, per certo,
              non potrà avere se non saprà arricchire
              l’immateriale “Libro della Storia”
              con una sua storia piccola, tutta strettamente personale!

              Lentamente muore
              chi corre disperatamente dietro una irraggiungibile felicità
              e non percepisce che la “Felicità”
              si identifica con il corso stesso della propria “Esistenza”,
              con la “Fatica” continua che la permea,
              generando “Amore” nelle cose visibili.
              Composta mercoledì 1 maggio 2013
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                Scritta da: Roxane Lemondrop
                in Poesie (Poesie personali)
                Ci sono stati più tramonti tristi
                Che albe con sole.
                Certi sentimenti si sono cuciti alle nuvole; Molti pensieri si sono sciolti con la luce del giorno.
                La malinconia è diventata ossessione.
                Il buio si nasconde tutt'ora tra un sorriso e mezzo vuoto. Quindi un sorriso (buio) mezzo vuoto.
                Che forza tagliente.
                Sguardo rassicurante.
                Un poeta che dipinge in un incubo.
                Mai visto? Porgete attenzione, è pericoloso.
                Istinti finti con rulli di tamburo.
                Un poeta non uccide, viene ucciso.
                Frase con indelebile.
                Da parole.
                Composta mercoledì 9 ottobre 2013
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