Poesie generazionali


Scritta da: Enzo Di Maio
in Poesie (Poesie generazionali)

Che Ferrari che è la vita

Son passati mesi ed anni
son passati ore e giorni
che Ferrari che è la vita
inizi il viaggio ed è già finita

E gli auguri che ti fanno
quando arriva un nuovo anno
non son certo un gran sollazzo
ma ti rompono un po il cazzo

Nello specchio che ho vicino
mi ci vedo ragazzino
forse è quello della strega
che ti illude e poi ti frega

Sento il sole sulla pelle
di un estate che è infinita
ma poi apri la finestra
e di fuori è pieno inverno

Che Ferrari che è la vita
Che Ferrari che è la vita.
Composta martedì 13 febbraio 2018
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    in Poesie (Poesie generazionali)

    I sogni

    Che cos'è la vita senza i sogni?
    Giornate vuote a cui niente chiedo,
    senza un senso, senza un credo,
    senza speranza per il mio domani.
    Il sogno è l'irrealtà fatta reale
    dalla coscienza e dalla volontà,
    di chi ogni giorno si confronta,
    e lotta per un proprio ideale.
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      in Poesie (Poesie generazionali)

      L'uomo

      Mi sono chiesto invero molte volte,
      dov'ero quando tutto incominciò?
      Le mie domande al fin saranno sciolte
      quando la morte un giorno incontrerò.
      Mi dissero di esser stato Adamo,
      che nel giardino dell'Eden si smarrì,
      dopo aver condiviso di quel ramo,
      il frutto che la donna gli offrì.
      Scacciati fummo un di da quel giardino,
      per vivere in una terra desolata,
      per ordine del Padre mio divino,
      per dare vita ad una umanità ingrata.
      Poca è la pace che il mondo ha generato,
      che in secoli di vita insiem si visse.
      Guerra, morte, fame, carestia hanno intonato
      i quattro cavalieri dell'Apocalisse.
      Ma un dì sarem chiamati tutti quanti
      e nel giardin ci rivedremo un giorno,
      ma nel morir non ci saran rimpianti,
      la morte... è solo un mezzo di ritorno.
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        Scritta da: Simona Buzzi
        in Poesie (Poesie generazionali)

        Festoso febbraio

        Febbraio s'accompagna
        ai giorni festosi, euforici
        del pazzo carnevale.
        Giorni di divertimento
        spensierata allegria
        per bimbi mascherati
        per brigate di giovani
        folli e festaioli.
        Il carnevale variopinto
        ridanciano, coinvolgente
        si colora di scherzi
        schiamazzi e risate.
        Balli e sfilate
        maschere e musica.
        Svolazzano i coriandoli
        dai mille colori
        portati via dal vento
        pungente di febbraio
        dalle piazze in festa.
        Tutto sa di leggerezza
        d'euforia esaltante.
        Lontani echi di risate
        risuonano festosi
        nell'anima in estasi.
        Composta sabato 10 febbraio 2018
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          Scritta da: Simona Buzzi
          in Poesie (Poesie generazionali)

          Carnevale

          Giorni di festa ininterrotta
          annunciano il carnevale
          in ogni parte del mondo.
          È tempo di baldoria
          di balli mascherati
          coreografie di costumi
          raffinati e sfarzosi.
          Carri allegorici
          d'ogni genere e foggia
          maschere colorate
          danze suggestive
          coinvolgenti, spontanee.
          Son giorni d'allegria
          di divertimento
          di pensieri leggeri
          di poco conto e valore.
          Servono ad alleggerire
          gli animi scontenti
          regalar spensieratezza
          al quotidiano.
          Son filanti le stelle
          nelle notti del carnevale.
          M'affascina
          la magia misteriosa
          di questo fantastico.
          Composta venerdì 9 febbraio 2018
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            Scritta da: Marta Emme
            in Poesie (Poesie generazionali)

            Una macchina da soldi

            Quella* (la macchina), strizza l'occhio*
            (è complice) a chi la sa condurre con
            gran maestria per ricavar lucrosi
            proventi* (ricchezza) con la minima
            energia. Del resto sono i soldi che fan
            "girare" il mondo, in fondo in fondo, ma
            solo quello del ricco, che è così
            incurante degli altri mentre vanno a
            picco. Costui di sperperar risorse se
            ne frega e io che gli parlo addosso
            sono solo una fetente strega, insieme
            a chi da lui, ancor più, pretende
            equilibrio, così che si possa accostar
            davvero a un ben alto e vigoroso fico*
            (in natura emblema di vita, forza,
            conoscenza). Ma siccome, uno così,
            vede poco lontano finisce poi che
            lascia il mondo nel pantano. Che
            volete, magari, son la solita cassandra!
            E anche una che a quel paese vi ci
            manda, voi e i vostri quattrini, insieme
            a tutti quanti i vostri lustrini. Che se
            poi siete sereni dentro, allor si, che mi
            spavento. E se anche dite che, sotto
            sotto, rosico, sappiate che, semmai,
            con le vostre idee, anche oggi, non mi
            sposo. Perché pensare in grande non
            vuol dire lasciare il mondo in mutande*
            (depauperato). E se poi volete evocare
            i santi* (esser religiosi) allor inchinatevi
            davanti a quelli, tutti quanti, e fate le
            cose con rispetto e occhio attento*
            (considerazione) per tutto quel che
            muove* (vita), e sia questo il miglior
            avvedimento, mentre gira sempre in
            tondo* (rotazione) questo pazzo e
            pazzo mondo* (rivolti al futuro).
            Composta venerdì 9 febbraio 2018
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