Per favore non gridate. Fate tacere il vostro odio, quel rumore violento dell'ira, quel grido soffocato d'angoscia, quel battere impetuoso del vostro cuore. Per favore non gridate. Per molto tempo ho sentito le vittime innocenti gridare le loro suppliche ai suoi carnefici, ad amanti, mariti, amici, rassicuranti mostri dai volti angelici. Per favore non gridate. Lasciatemi sentire lo scroscio della pioggia, il rumore dell'acqua, dell'erba che cresce, del fiore che sboccia, del bacio che schiocca. Per favore ascoltate. Non sentite anche voi questo assordante desiderio d'amore.
Ricordo ancora con nostalgia prima dea festa del Redentor a casa xe preparava, con euforia, paste e fasioi peperonata e saor.
E dopo de corsa in fondamenta, per tenir el posto su eà riva più bea. Eà gente girava feice e contenta, mio pare arivava portando eà toea.
Mia mare el magnar e queo che serve e noialtri fioi co e careghe in testa. Eà gente che canta, che bala, che beve, per tuta eà Giudecca ghe gera na festa.
Tuto el Canal xe impegnio de barche co i baoni impissai e tute inghirlandae de figure de luce e piene de frasche, eà gente rideva... che grande cantae!.
Se stua i fanai, se sente un boto in cieo, comincia i foghi e eà gente co eà testa in sù i varda disendo: " Hooo mama che beo eà sembra eà corona del nostro Gesù
I foghi pareva ghirlande de fiori, el rosso col verde faseva un bel sogo iluminando Venesia de mie colori el Canal dea Giudecca pareva de fogo.
Tre boti anunciava che eà vesta xe finia, tra el sacro el profano xe finio Redentor eà gente pian pian xe alsa e va via, questo ricordo me resta nel cuor.
Ghe se dei scaraboci nea vita mia, e mi voria (come se faseva da putei) strapasar i giorni bruti e butarli via e de tenir un quaderno dei più bei. Però se penso a quando gero fio, anca se co eà fame se faseva eà guera, mi sensa esitar tornaria indrio, per respirar quell'aria che ghe gera. Ghe gera un'aria spensierada, un'allegria, e penso ae done che sogava eà tombola su eà cae: e do ochete! ciamava eà sora Maria, eà dona che teneva el carteon e misiava e bae. De istà se andava a nuar tutti quanti in fondamenta sul canal deà Giudecca, de soghi po se ghe ne faseva tanti, eà corda, el campanon, eà mosca ceca. Po, quando so cresuo e go trovà eà morosa, na tosa che par mi se tutta un pregio, dopo tre ani eà se deventada sposa, e eà vita ga comincià andar sempre megio. Ogni ano se trovemo co nevodi i fradei per far un pranso tutti in compagnia, e questo me ricorda i tempi bei, che no ti voressi mai che i andasse via.
Amami come io ti amo, stringiti a me con passione, due uniche cose al fine siamo, unite in questa magica illusione. E quando finalmente mi amerai sussurrandomi che tu sei solo mia, soltanto in quel momento capirai che l'amore è una splendida poesia.
Un giorno tornerò dov'ero prima che gli occhi miei si aprissero al fato, dove l'amor divino ha posto in cima quelle cose belle che per noi ha creato. E lascerò questo mondo crudele fatto d'invidie, di odi e rancori, di guerre e di intricate ragnatele che gli uomini hanno posto nei cuori. Ma lascerò anche un'immenso amore per le persone da me tanto amate, per ritrovarle in altre dimore in altri luoghi di anime popolate.
Cosa rimane di noi, se non un vecchio stanco amore vissuto intensamente. Di quell'amore che nulla a chiesto e tutto ha dato. Solo un ricordo di giovanili passioni, di forti emozioni di due giovani amanti. Ed è per questo amore che fino all'ultimo vivrò per sentirti dire ancora: ti amo!
Prima di dirti addio. Vorrei ricordare il tuo arrivo nella mia casa e nella mia vita, ricordare il tuo bel muso vivo, e la tua tenerezza infinita. Ricordare il tuoi occhi grandi e dell'amore che hai saputo dare, ricordare il tuoi dolci sguardi che solo baci potevano rubare. Ricordare che per casa correvi e a noi tutti che ti abbiamo amato, il ricordo che la gioia esprimevi, con i tuoi richiami per essere coccolato. Tutto questo vorrei ricordare, amico di sempre, caro amico mio, dirti che hai saputo farti amare. Questo ricorderò prima di dirti... Addio.
Credo in un mondo pieno di speranza, per chi avrà il coraggio di perdonare, per chi nel dolore avrà saputo dare, senza tornaconto amore in abbondanza. Credo in una vita fatta d'amore intenso che si più duratura e più completa, che possa dire anch'io, come disse il poeta, di questo amore "m'illumino d'immenso".
Cuore vagabondo dove vai? Vado dove un giorno mi portò colei che ho tanto amato e tanto pianto. Dove l'amore senza età e senza tempo mi conforta, in un posto dove l'amore sboccia una sola volta. Cuore vagabondo, quando un giorno sarai al mio cospetto, verrò ad asciugarti quelle lacrime che meritano rispetto.
Passa la morte gelida e silente, ci scruta, ci osserva ma non dice niente. Poi d'improvviso si ferma sul tuo letto, la guardi e ti accorgi che merita rispetto, di lei non devi aver paura e mandare via, ma del mostro che ti ha reso infelice, la malattia. Lasciami vita, lasciami andare, ho donato tutto il mio amore, più niente posso dare.