Dovrei scrivere
rime ridenti
che saltellano
fuori le righe
solo per farti ridere
ma sono fatto
di nero inchiostro
mescolato
a ciò che più oscuro
porto nascosto
lascia che scriva
dei miei umori
di uggia intrisi
a te
giuro
riserberò
solo sorrisi.
Sapessi volare
con ali di gabbiano
lascerei alla terra
questo peso mortale
e dall'uno all'altro mare
mi saprei librare
con future speranze
strette al cuore
solo per venirti
a cercare.
In un attimo
il vento s'è cambiato
da dolce carezza estiva
in gelida sferzata novembrina,
quando è mutato?
Non so dirlo,
nella notte del dubbio
s'è fatto giorno
divelti i rami secchi
sradicate le tenere radici
le fronde acerbe strappate.
Ogni cosa s'è fatta nuova
pare brutta, ma ora è vera.
Non muoiano
sulle mie labbra
quelle parole che non
t'ho ancora detto
uccise dal tempo
che si srotola nella noncuranza
perché ciò che mai fu pronunciato
alla fine non è mai stato.
C'è un luogo
dove ogni cosa
trova ristoro
ogni mia gioia
trova gioia
ogni mia lacrima
trova consolazione
ogni mio dubbio
cerca risposte
c'è un luogo
dove ogni luogo
non mi sembra
più casa
perché solo il tuo cuore
è la mia casa.
E conosco
io sola
le radici nascoste
che legano questa mia fragile esistenza
al tuo pensiero
le mille e mille volte
in cui le parole
come un soffio leggero
si sono dissolte
sotto il tuo sguardo
io sola conosco
le strette catene
del non essere abbastanza
l'illusione che tutto
possa trovare ristoro nel niente
e conosco io sola quell'amaro
sapore che accompagna
i miei giorni lontano dai tuoi.
Per ogni cosa ritrovata
una è persa
e il conto mai torna,
il vuoto mai si colma.
Canta l'anima inquieta
a ritmo
d'ali spezzate
mentre la notte cala le sue tende
e il silenzio s'arrende.
Quanto vacue e
stridule voci
appaiono
i miseri lamenti
dell'uomo comune
a chi con le carni nude
ha attraversato il fuoco
e mentre arso vivo
temeva di perire
i piedi e le mani
continuavano a cercare
febbrili
quello spiraglio
dal quale oggi
guarda il mondo
e sorride.
Tu non lo sai,
ma torneranno
venti a scompigliare l'onde,
fasci di luce
a rischiarar la notte,
sussurri di parole
a carezzar la ruvida pelle.
Tu non lo sai,
ma verranno
giorni a cancellare
i neri giorni.
Tu non lo sai,
ma verranno
quando avrai smesso di aspettare.
Quale pena
per me camminare
dove ancora l'orma dei tuoi
passi è calda,
sentire il vento
freddo
che ti ha fatto tremare
quale pena
per me vedere
che la luce
del sole
ancora riscalda
la rosa
che un tempo
tu hai piantato.