Scritta da: Franco Mastroianni
in Poesie (Poesie personali)
Tante son le parole che si intrecciano
in questo o in quel modo di dire
ma a volte... non c'è niente da capire.
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Tante son le parole che si intrecciano
in questo o in quel modo di dire
ma a volte... non c'è niente da capire.
Scorrono nella mia mente gli anelli del ponte levatoio
mentre sono in attesa davanti al tuo castello
sono solo un giullare
di quelli che sanno fare ridere... e amano scherzare
so fare capriole... e faccio giochi magici con le parole
assorbo le tristezze dentro al cuore
e posso darti il sole ogni mattina
sono fatto così... non uso nessuna polverina.
Ti prego fammi entrare... o dolce mia Regina.
Scrivo d'amore perché non posso farne a meno
e scapicollo in mezzo ai sentimenti... giù tra ripide discese... senza toccare freno
gioco con i magici putti che scoccano freccette di passioni... non ho ripari
e ad ogni freccia non è morir
ma nascere ogni volta ricoperto d'emozioni
chiamo sempre in aiuto il vento... per soffiar via quei veli di tristezza
e abbraccio le parole le stringo... e loro si trasformano in pura tenerezza
amo nuotar nei fiumi quando esondano d'amore
cercando di restare a galla... usando come salvagente il cuore
scrivo d'amore... sento che mi appartiene lo sento sulla pelle... nelle vene
ma... la cosa piu bella che mi capita quando scrivo d'amore
è che tra una parola e l'altra... sento battere il tuo cuore.
I raggi della fantasia
scaldano i grappoli di parole
lasciati a maturare sui filari dei pensieri
nelle dolci campagne della mente.
Fini intrecci di juta
trattengono parole accatastate
messe a difesa nelle lunghe trincee
dei modi di parlare
polvere silenziosa
offusca
stravolge
eppur è solo terra
si celano nello strisciar delle trincee
le parole
pronte per la guerra.
Il tuorlo d'uovo
stagliava soddisfatto
in cima alla polpetta
seduto come neve
sulla vetta
il
pane abbrustolito
sostava appena sotto
e
non per sbaglio
con
fare un po furbesco
ammiccava l'aglio
al
centro del disco ceramico
si estendeva la pianura
ricolma di colori
che
faceva invidia
alle tavolozze dei pittori
le
polveri... le salse
i dadini di cipolla
discutevano tra loro
nell'attesa di posarsi sulla lingua
e donare il loro impatto.
Mentre il tuorlo sulla cima
si stagliava soddisfatto.
Lui si sentiva
il sole
che illuminava
il piatto.
La bianca coperta
di
neve
discesa a coprire
ogni cosa
ripara e protegge
dal gelo
gli orticoli bulbi
le
radici di rosa
riscalda la madre terra
che sdraiata riposa.
Dai
prati in pianura
ai
terreni sconnessi
ai semi
per le nuove messi.
Naturale scenario
che appare
senza aprir di sipario
e
muove colori
di piccole vite... sul palco.
Che non sfuggiranno
all'artiglio del falco.
Frugo nella borsa delle parole
e mentre cerco... con le dita
solletico... la fantasia
ti vedo
quando cerchi nella tua borsa
mi piaci... ti farei mia.
Si alternano i giorni
tra raggi di luce
e
veli che scendono
ad
ombrare il cuore
disegno pareti
con il tuo
colore
per dare più
spazio
avere più pace
e
non ritrovarmi
tra stanze
che sanno di gabbia
mentre continuo
a salire
questi gradini
di
sabbia.
Questa sera voglio uscire
senza muovere
i
miei passi
appostarmi
sopra un ramo
o
su
un camino
come sentinella
attenta
e
avvistare la mie prede
tra le foglie
per la strada
o
in
mezzo ai sassi.
Il silenzio
è
compagno mio d'attesa
che
miscela il mio volare
in
autentica sorpresa.
Questa sera voglio uscire.
Di restare in questo corpo
sono stufo.
Questa sera
sono
il gufo.