Scritta da: Claudia Di Lembo
in Frasi di Film » Telefilm
Joan: Orgoglio? Dov'è finita l'umiltà?
Dio: L'umiltà non è davvero umiltà, se non sei tanto bravo da poter essere umile.
dal film "Joan of Arcadia" di Serie TV
Joan: Orgoglio? Dov'è finita l'umiltà?
Dio: L'umiltà non è davvero umiltà, se non sei tanto bravo da poter essere umile.
Anche se avverrà molto presto, fa' che non sia troppo tardi.
Lisa: Per riconciliarci ho preparato dei biscotti.
Homer: Uhm biscotti... sono uhmm... ancora... Uh! Buoni... Deliziosi e... Oh, sono finiti.
[Se ne va]
Tutti viviamo in una casa che va a fuoco... con noi intrappolati dentro.
Si dice che nella moda si può diventare famosi da un giorno all'altro, ma un momento sei dentro e un momento dopo sei fuori.
Cos'è successo in questa stanza? Oh, se soltanto i muri potessero parlare! La gente pagherebbe per poter vedere i miei straordinari muri parlanti e potrei usare quei soldi per...
- Owen: Ho capito di non aver detto a mia madre che sono tornato perché una parte di me è ancora di Iraq. Ho preso un impegno con l'esercito che non ho mantenuto, se la mia unità non fosse stata annientata sarei ancora là perciò è normale che io non riesca a dormire di notte o a guardare in faccia mia madre. È normale che tu ed io non possiamo stare insieme. Il mio lavoro là non è finito, finché sarà così io qui non posso restare. Perciò ho deciso di ripartire.
- Christina: Io devo andare.
- Owen: Christina, dai...
- Christina: Dai cosa? Scusami, che cosa dovrei dire?
- Owen: Vorrei avere il tuo appoggio.
- Christina: Non posso dartelo.
- Meredith: Allora? Ti piace il tuo regalo?
- Christina: Chi? Il soldato Julia? Owen ha detto che mi avrebbe fatto una sorpresa, beh, indovina un po'? Sorpresa! Non sa proprio operare!
- Elliot: Ne vuoi un boccone tesoro? Sono buonissimi.
- J. D.: No, grazie, ho già avuto la diarrea oggi.
- Elliot: Io non vado di corpo da una settimana.
All'improvviso fu come se il ruggito della folla, l'eco del fischio finale, le grida dei miei compagni, tutto venisse da mille miglia di distanza. E quel che restava in mezzo a quegli strani suoni ovattati, era soltanto Peyton. La ragazza che con la sua arte, passione e bellezza, aveva cambiato la mia vita. In quel momento il mio trionfo non su il campionato di stato, ma un istante di lucidità: la percezione che eravamo da sempre destinati l'uno all'altra e che ogni istinto contrario, era soltanto la negazione di una semplice verità: ero e sarei sempre stato innamorato di Peyton Sawyer.