Scritta da: Silvana Stremiz
in Frasi di Film » Telefilm
La vita non si basa sui se.
dal film "Settimo Cielo" di Serie TV
La vita non si basa sui se.
Ho una zia che ogni volta che versa qualcosa da bere a qualcuno dice "dimmi tu quando basta".
Mia zia diceva sempre "dimmi quando basta" e noi ovviamente non lo dicevamo mai. Nessuno dice mai "basta", così resta aperta la possibilità di averne ancora. Più tequila. Più amore. Più di tutto. Di più è meglio.
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Vorrei dire una cosa a proposito del bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno, e del sapere quando dire basta. La linea che divide il vuoto dal pieno è un barometro dei nostri bisogni e dei nostri desideri. Decidiamo noi dov'è quella linea.
Tutto dipende anche da cosa ci stanno versando.
A volte ne vogliamo soltanto un sorso, altre volte non è mai abbastanza, il bicchiere è senza fondo... e vogliamo averne di più.
Nella vita ci insegnano che esistono sette peccati capitali.
Tutti noi conosciamo i principali. Gola, Superbia, Lussuria...
Ma un peccato di cui non si parla tanto è l'Ira, forse perché pensiamo che l'ira non sia abbastanza pericolosa e che si possa controllare.
Quello che voglio dire è che forse sottovalutiamo l'ira. Forse potrebbe diventare molto più pericolosa di quanto pensiamo. Dopotutto, quando provoca reazioni distruttive, diventa il più grave dei sette peccati.
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Allora cos'è che rende l'ira diversa dai sette peccati capitali?
È piuttosto semplice, se ti abbandoni a un peccato come l'invidia e la superbia ferisci solo te stesso.
Se cedi alla lussuria o al desiderio non solo fai del male a te stesso ma probabilmente anche a qualcun altro.
Ma l'ira... l'ira è la peggiore. È la madre di tutti i peccati.
Non solo l'ira può portarti a superare ogni limite ma quando succede rischi di coinvolgere un mucchio di altra gente.
Non dirò " È morta" durante l'appello.Commenta
Finché penserai solo agli altri, l'ultimo sarai sempre tu.Commenta
È la stessa cosa per tutti noi. Cerchiamo di non avvicinarci troppo alle persone che vivono alla porta accanto. È più facile fare un cordiale cenno, piuttosto che chiedere cos'è che non va, è più facile continuare a camminare che essere coinvolti. A volte però, facciamo conoscenza con persone con cui condividiamo un recinto e diventiamo amici per tutta la vita, ma soprattutto manteniamo le distanze, perché preferiamo che i vicini sappiano poco di noi, piuttosto che troppo.
- Meredith: bene un'altra chiacchierata cuore a cuore?
- Richard: so che non mi sopporti, e hai tutto il diritto di non sopportarmi. Ho abusato del mio potere, ma ora sono qui, nel tuo territorio, e quello che voglio dire... quello che voglio dire è che vedevo cosa tua madre stava facendo, vedevo che ti trascurava, che respingeva tuo padre e per molto tempo mi sono sentito in colpa per questo. Ma tu che ne guadagnavi? Niente! Niente! Non ero il tuo difensore, non ho lottato per te, non mi sono mai imposto per te, mi sono tirato fuori da tutto, mi sono detto che ero giovane e non sapevo fare di meglio, ma sapevo fare di meglio! Non ero molto più giovane di quanto tu sia ora, avrei dovuto difenderti, Meredith, come tu hai difeso quella bambina oggi. Mi sono detto che non ero tuo padre, che non era una mia responsabilità, che facevo bene a non intromettermi, mi sono tirato fuori da tutto, tu eri indifesa, eri una bambina, una bella bambina, simpatica e intelligente... e nessuno ha alzato un dito per te, mi dispiace tanto, tantissimo... mi dispiace tanto, mi dispiace...
Diamo per scontato il fatto di essere felici fino a quando non facciamo del male a qualcuno o a noi stessi. Serviamo rancore e messi di fronte ai nostri errori, inventiamo un nuovo passato e reinventiamo noi stessi, o almeno ci proviamo. Siamo orgogliosi, volitivi, tremendamente scorretti e alla fine le nostre menzogne si ritorcono contro di noi.
Le ho estratto una stalattite dal torace, Callie. Le ho fatto il bagno quando non ci riusciva. Non riesco a immaginare di poter essere di un'altra in quel modo.
In sala operatoria il tempo perde ogni significato: mentre si sutura e si salvano vite, l'orologio non ha importanza. 15 minuti, 15 ore. In sala operatoria i chirurghi fanno volare il tempo. Fuori dalla sala operatoria comunque, il tempo si diverte e ci prende a calci nel sedere. Anche ai più forti di noi gioca brutti scherzi: rallenta, indugia, fino a fermarsi, lasciandoci intrappolati in un attimo incapaci di muoverci in una direzione o nell'altra.