Scritta da: milanoteca
Chissà perché sono proprio le culture che si definiscono aperte a formare circoli chiusi.
Composta mercoledì 10 giugno 2015
Chissà perché sono proprio le culture che si definiscono aperte a formare circoli chiusi.
Il mondo lo hanno rovinato i più intelligenti, non i cretini.
Se io infilo il portafogli nella tasca posteriore dei jeans e qualcuno me lo ruba, la colpa non è mia che avrei dovuto evitare di portarlo nella tasca posteriore, ma è di chi ruba. Questo è il problema della società attuale: il male deve essere punito, non l'ingenuità.
Un'epoca di guai quella in cui i fiori non vengono visti né colti. Ma gettati rifioriranno. Sempre.
È il servo che crea la servitù, se ciascuno fosse padrone solo di se stesso cambierebbe tutto.
Le persone devono imparare a coesistere tra di loro, con le diversità, le differenze di razza e di forma. Non si può continuare a vivere con insulti, razzismo, risate e bullismo.
Non sono come gli altri è la tipica risposta di chi è come tutti.
Nella nostra società si è sviluppata una sorta di abitudine, quella di disdegnare le percezioni. Il pensiero è indissolubilmente legato alle emozioni. Unendo le due cose si ottiene un pensiero collettivo scialbo, che a sua volta crea un mercato del sentimento sempre più vario, supportato da assuefatti sempre più poveri.
In questo mondo, la gente è troppo cieca per poter vedere, troppo sorda per poter sentire, ma, soprattutto troppo stupida per poter capire.
Il problema principale dell'italia è uno. In italia, tutti le fazioni vogliono fare qualcosa ed effettivamente la fanno: parlano. Tutti parlano molto e soprattutto vogliono. Poi arriva il momento in cui hanno la possibilità di fare qualcosa e capiscono solo allora che per aver potere non basta volere, bisogna anche dare. Ed è lì che tutti scelgono di non perdere qualcosa per guadagnare responsabilità. Perché? Le responsabilità rendono l'uomo cosciente, lo rendono capace di stabilire ciò che è giusto e deve essere libero ed è per questo che viene temuta.