Osservo dispute virtuali celate da messaggi d'amorevole dolcezza.
Bramare beneplaciti e consensi a suon di passi d'amore universale e fisionomie simboliche; oh mondo mio, qual tu misero e meschino diventasti; pareva meglio assai viver quando, a sfidar il vile antagonista, bastava dar un allegorico manrovescio di delicato guanto, poiché, negli occhi del rivale, poteva taluno discernere, sensuale, reale animosità e livore.
Non condividete mai solo idee con le quali siete d'accordo, secondo me è troppo facile! Più utile è postare anche idee che sono all'opposto di noi e non perderle mai di vista; questo aiuta la comprensione, allena il rispetto e, in alternativa, offre spunti molto interessanti per sostenerle o combatterle con la precisione che può dare solo un'accurata e onesta conoscenza.
L'amicizia, quella vera, è basata sul rispetto e sulla sincerità, non sulla quantità dei "like"...
Oggi fra le "amicizie" di Facebook ci sono diversi bulli; ovvero soggetti che spesso vorrebbero vederti soffrire o morire. Del resto l'uomo da sempre si nutre del male come opera di inarrestabile bene.
È strano come nell'era delle comunicazioni a difettare sia proprio la "comunicazione".
Ormai siamo diventati più virtuali che reali, forse perché è più facile nascondersi dietro faccine e cuoricini. Sono le nuove maschere che celano i volti.
Ci sono più galli e galline su "facebook" che in un "pollaio".
Nella vita reale siamo tutti vittime perché mettiamo la nostra faccia in mostra, sui social siamo tutti giudici perché un anonimato spaccone ci rende dei mostri.
Le notizie spesso sono gonfiate, e ancor più sono fatte solo per vendere giornali.
Con un semplice click catturiamo il tempo e le immagini della vita.