Le femmine, a differenza delle donne, sono come asterischi: hanno sempre bisogno di una nota a margine per avere un senso più completo del loro esistere e del loro agire.
La donna è quell'invidiabile energia capace di innalzare l'essere oltre il confine dell'ignoranza e dell'innata resistenza. La femmina la sua dispersione.
Non è forse la guerra il frutto di un albero ignorato da tutti, concimato con rifiuti e indifferenze, raccolto per saziare illusioni impossibili e per sputare il suo seme su banchetti di eleganti ipocriti?
Ho chiesto a Dio cos'è la pace... e il suo silenzio mi ha dato risposta.
Ho chiesto a Dio cos'è il silenzio... e il suo silenzio non mi dà pace.
Solo la verità silenzia la guerra e risponde alla pace umana.
È nelle celate conquiste delle donne che le femmine vantano la loro ragion d'essere.
La saggezza è sempre più proporzionale alla capacità di scegliere l'opportuno aforisma altrui.
Il pulpito dell'ipocrita è sempre il più alto, ornato da sontuoso orgoglio, ma di scarsa resistenza al tempo.
E arriva il giorno in cui la vita si svela come un insieme di appuntamenti, alla ricerca di verità astratte e temporanee, che occupano spazio e tempo, con piaceri fugaci di cui abbiamo ignorato e scusato errori, archiviati, senza logica, nella nostra memoria.
Se ti accorgi di fare un uso intenso di citazioni e pensieri altrui, ben potrai sostenere di aver raggiunto quel minimo di saggezza per riconoscere di non aver niente di originale da esprimere.