Scritta da: Giuseppe Catalfamo
Un uomo al cospetto dell'universo è equiparabile ad una formica al cospetto di un uomo.
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Un uomo al cospetto dell'universo è equiparabile ad una formica al cospetto di un uomo.
Troppa sincerità sconcerta e fa paura.
Occidente, mondo libero, controllato intellettualmente, liberalmente.
L'aforisma è una sentenza,
rigorosamente mai della Cassazione.
La regina delle prove che l'essere umano possegga intelligenza è determinata dal fatto che ha inventato Dio. La prova che sia molto meno dotato intellettualmente di un celenterato è che ci crede.
L'amicizia è il rammarico di aver una vita sola da poter donare.
Tutti, indistintamente, coltiviamo vene di follia.
Pensare che la pazzia ci possa ghermire non è follia, accade in un istante che i circuiti elettrici fan massa et voilat, pazzi, magari molesti, potenziali assassini seriali. Bene, ho voluto mettermi avanti col lavoro, essendo tendenzialmente un "peace & love" amante delle vita, penso chi potenzialmente possano essere le mie future vittime. Con naturalezza estrema probabilmente mi darebbe soddisfazione fare il serial-killer dei vigili urbani, mi rendo conto istantaneamente che non è un pensiero giusto e lo rimuovo con un sorriso. Medito e rimembro che la maggior parte dei killer-seriali uccidono le prostitute... e allora l'idea delle mie vittime diventassi folle mi appare chiara e decisa. Le "professioniste" sono una categoria troppo debole, subiscono delle tristezze infinite senza capire che in fondo non sono loro le vittime, derise, umiliate, spesso sfruttate... quindi ho deciso, sarò il serial-killer dei serial-killer.
Saper che incontrare la morte è un dogma, mi crea l'alibi d'aspettarla andandole incontro.
Due sicurezze aveva il misero essere umano.
Quella di dover morire e la certezza della maternità.
Da ieri ci han tolto la più lucente.