Scritto da: Concetta Antonelli

La giacca magica

Capitolo: Una storia di provincia

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...che non le avesse mai sparlato dietro e non ci avesse mai provato, anche se diventava tutto rosso e imbarazzato quando la vedeva e balbettava perfino un po'; sì, un gran brav'uomo veramente! E poi gentile, pieno di delicatezza, non la guardava mai sfacciatamente, come certi altri e le cedeva il passo sulla porta del Caffè, come a una signora, e, parlandole di sua figlia, le diceva" la signorina sua figlia ", con rispetto...
Anche la levatrice e la Maffei, ex infermiera, ormai in pensione tutte e due e inseparabili, uscirono, attardandosi a discutere tra loro su chi, per prima, avesse individuato l'assassino nel film e ognuna rivendicava puntigliosamente questo privilegio, come vera esperta di gialli ( " Non dimenticare che io ho letto almeno dieci Agatacristi " " E i miei Nerovolf, allora? ") E nemmeno si accorsero del Picardi, infreddolito e in piedi vicino alla saracinesca, che non poteva abbassare, poiché loro sostavano sulla soglia come galline schiamazzanti.
Infine se ne andarono, la nebbia le inghiottì e l'orologio del Comune battè le undici e tre quarti.
Picardi era stanco, quasi quasi pensava di rinunciare alla tivù, alla cena e al vinello per andare subito a letto; aveva già ... [segue »]

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