Scritto da: Concetta Antonelli

La giacca magica

Capitolo: Una storia di provincia

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...il cinema e correre a casa ( si trattava solo di salire le scale del portoncino accanto, in verità ) dove lo aspettavano la cena, del buon vino e i risultati del calcio alla tivù. Così Picardi, muovendosi nervosamente sulle gambe, appoggiandosi ora sull'una, ora sull'altra, salutava, tenendosi vicino all'uscita, tutti quanti.
C'era la coppia del farmacista e della moglie, lei sempre più curva e aggrappata al braccio di lui, che parlavano fitto fitto tra di loro e, a stento, facevano un cenno di saluto con la mano...
C'era il beccaio, solo, rosso in volto e un po' affannato, aveva già pronto il sigaro in bocca e i fiammiferi in mano: - Ehi, Picardi! Se solo si potesse fumare al cine! Allora sì, che mi sarei goduto il film! Salve, salve, buonasera!
E la comitiva dei giovani, chiassosi, che si spintonavano qua e là, tra le risatine delle ragazze e le spacconerie dei ragazzi che volevano farsi notare da loro...
C'era la maestra Bernabò, con la sorella più grande, rigorosamente vestite di nero da quando, vent'anni prima, era mancata la" povera mammà", si fermarono a protestare con Picardi, perché dietro di loro, nella sala, c'era la giovane Sorini, col fidanzato ( ... [segue »]

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