Le migliori poesie inserite da Elisabetta

Questo utente ha inserito contributi anche in Frasi & Aforismi, in Frasi di Film, in Umorismo, in Racconti, in Leggi di Murphy, in Frasi per ogni occasione e in Proverbi.

Scritta da: Elisabetta

Er ministro novo

Guardelo quant'è bello! Dar saluto
pare che sia una vittima e che dica:
- Io veramente nun ciambivo mica;
è stato proprio el Re che l'ha voluto! -

Che faccia tosta, Dio lo benedica!
Mó dà la corpa ar Re, ma s'è saputo
quanto ha intrigato, quanto ha combattuto...
Je n'è costata poca de fatica!

Mó va gonfio, impettito, a panza avanti:
nun pare più, dar modo che cammina,
ch'ha dovuto inchinasse a tanti e tanti...

Inchini e inchini: ha fatto sempre un'arte!
Che novità sarà pe' quela schina
de sentisse piegà dall'antra parte!
Vota la poesia: Commenta
    Scritta da: Elisabetta

    Er sorcio de città e er sorcio de campagna

    Un Sorcio ricco de la capitale
    invitò a pranzo un Sorcio de campagna.
    - Vedrai che bel locale,
    vedrai come se magna...
    - je disse er Sorcio ricco - Sentirai!
    Antro che le caciotte de montagna!
    Pasticci dorci, gnocchi,
    timballi fatti apposta,
    un pranzo co' li fiocchi! una cuccagna! -
    L'intessa sera, er Sorcio de campagna,
    ner traversà le sale
    intravidde 'na trappola anniscosta;
    - Collega, - disse - cominciamo male:
    nun ce sarà pericolo che poi...?
    - Macché, nun c'è paura:
    - j'arispose l'amico - qui da noi
    ce l'hanno messe pe' cojonatura.
    In campagna, capisco, nun se scappa,
    ché se piji un pochetto de farina
    ciai la tajola pronta che t'acchiappa;
    ma qui, se rubbi, nun avrai rimproveri.
    Le trappole so' fatte pe' li micchi:
    ce vanno drento li sorcetti poveri,
    mica ce vanno li sorcetti ricchi!
    Vota la poesia: Commenta
      Scritta da: Elisabetta

      La ranocchia ambizziosa

      Uan Ranocchia aveva visto un Bove.
      - Oh! - dice - quant'è grosso! quant'è bello!
      S'io potesse gonfiamme come quello
      me farebbe un bel largo in società...
      Je la farò? chissa?
      Basta... ce proverò. -
      Sortì dar fosso e, a furia de fatica,
      s'empì de vento come 'na vescica,
      finché nun s'abbottò discretamente;
      ma, ammalappena je rivenne in mente
      quela ranocchia antica
      che volle fa' lo stesso e ce schiattò,
      disse: - Nun è possibbile ch'io possa
      diventà come lui: ma che me frega?
      A me m'abbasta d'esse la più grossa
      fra tutte le ranocchie de la Lega....
      Vota la poesia: Commenta
        Scritta da: Elisabetta

        Oh, se potessi!

        Oh, se potessi,
        Gesù Bambino,
        farti dormire
        nel mio lettino!
        Da questa grotta
        portarti via
        là nel calduccio
        di casa mia.
        Io di dormire
        sarei contento
        sopra una sedia
        sul pavimento,
        purché sapessi
        che tu, mio Re,
        dormi e riposi
        meglio di me.
        Ma la maestra
        mi ha detto a scuola
        che tu domandi una cosa sola:
        non la mia casa,
        non il mio letto,
        ma solo un cuore pieno d'affetto.
        Se questo chiedi,
        questo ti dono:
        con lo promessa di essere buono.
        Vota la poesia: Commenta
          Scritta da: Elisabetta

          Natale de guerra

          Ammalappena che s'è fatto giorno
          la prima luce è entrata ne la stalla
          e er Bambinello s'è guardato intorno.
          - Che freddo, mamma mia! Chi m'aripara?
          Che freddo, mamma mia! Chi m'ariscalla?

          - Fijo, la legna è diventata rara
          e costa troppo cara pè compralla...
          - E l'asinello mio dov'è finito?
          - Trasporta la mitraja
          sur campo de battaja: è requisito.
          - Er bove? - Pure quello...
          fu mannato ar macello.

          - Ma li Re Maggi arriveno? - È impossibbile
          perché nun c'è la stella che li guida;
          la stella nun vò uscì: poco se fida
          pè paura de quarche diriggibbile... -

          Er Bambinello ha chiesto: - Indove stanno
          tutti li campagnoli che l'antr'anno
          portaveno la robba ne la grotta?
          Nun c'è neppuro un sacco de polenta,
          nemmanco una frocella de ricotta...

          - Fijo, li campagnoli stanno in guerra,
          tutti ar campo e combatteno. La mano
          che seminava er grano
          e che serviva pè vangà la terra
          adesso viè addoprata unicamente per ammazzà la gente...
          Guarda, laggiù, li lampi
          de li bombardamenti!
          Li senti, Dio ce scampi,
          li quattrocentoventi
          che spaccheno li campi? -

          Ner dì così la Madre der Signore
          s'è stretta er Fijo ar core
          e s'è asciugata l'occhi cò le fasce.
          Una lagrima amara pè chi nasce,
          una lagrima dòrce pè chi more.
          Vota la poesia: Commenta
            Scritta da: Elisabetta

            Ninna nanna

            Ninna nanna pija sonno,
            che se dormi nun vedrai
            tante infamie e tanti guai
            che sucedeno ner monno.
            Fra le spade e li fucili
            de li popoli civili.

            Ninna nanna, tu non senti
            li sospiri e li lamenti
            de la gente che se scanna
            per un matto che comanna,
            che comanna e che s'ammazza
            a vantaggio de la razza.

            O a vantaggio de una fede,
            per un Dio che nun se vede,
            ma che serve da riparo
            ar sovrano macellaro;
            che quer covo d'asassini
            che c'insanguina la tera
            sa benone che la guera
            è un gran giro de quatrini
            che prepara le risorse
            per li ladri de le borse.

            Fa la ninna, cocco bello,
            finché dura sto macello,
            fa la ninna che domani
            rivedremo li sovrani
            che se scambieno la stima,
            boni amici come prima;
            sò cuggini e fra parenti
            nun se fanno complimenti!

            Torneranno più cordiali
            li rapporti personali
            e, riuniti infra de loro,
            senza l'ombra de un rimorso,
            ce farano un ber discorso
            su la pace e sur lavoro
            pè quer popolo cojone
            risparmiato dal cannone.
            Composta nel 1914
            Vota la poesia: Commenta
              Scritta da: Elisabetta

              Io sono comunista

              Io sono comunista
              Perché non vedo una economia migliore nel mondo che il comunismo.
              Io sono comunista
              Perché soffro nel vedere le persone soffrire.
              Io sono comunista
              Perché credo fermamente nell'utopia d'una società giusta.
              Io sono comunista
              Perché ognuno deve avere ciò di cui ha bisogno e dare ciò che può.
              Io sono comunista
              Perché credo fermamente che la felicità dell'uomo sia nella solidarietà.
              Io sono comunista
              Perché credo che tutte le persone abbiano diritto a una casa, alla salute, all'istruzione, ad un lavoro dignitoso, alla pensione.
              Io sono comunista
              Perché non credo in nessun dio.
              Io sono comunista
              Perché nessuno ha ancora trovato un'idea migliore.
              Io sono comunista
              Perché credo negli esseri umani.
              Io sono comunista
              Perché spero che un giorno tutta l'umanità sia comunista.
              Io sono comunista
              Perché molte delle persone migliori del mondo erano e sono comuniste.
              Io sono comunista
              Perché detesto l'ipocrisia e amo la verità.
              Io sono comunista
              Perché non c'è nessuna distinzione tra me e gli altri.
              Io sono comunista
              Perché sono contro il libero mercato.
              Io sono comunista
              Perché desidero lottare tutta la vita per il bene dell'umanità.
              Io sono comunista
              Perché il popolo unito non sarà mai vinto.
              Io sono comunista
              Perché si può sbagliare, ma non fino al punto di essere capitalista.
              Io sono comunista
              Perché amo la vita e lotto al suo fianco.
              Io sono comunista
              Perché troppe poche persone sono comuniste.
              Io sono comunista
              Perché c'è chi dice di essere comunista e non lo è.
              Io sono comunista
              Perché lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo esiste perché non c'è il comunismo.
              Io sono comunista
              Perché la mia mente e il mio cuore sono comunisti.
              Io sono comunista
              Perché mi critico tutti i giorni.
              Io sono comunista
              Perché la cooperazione tra i popoli è l'unica via di pace tra gli uomini.
              Io sono comunista
              Perché la responsabilità di tanta miseria nell'umanità è di tutti coloro che non sono comunisti.
              Io sono comunista
              Perché non voglio potere personale, voglio il potere del popolo.
              Io sono comunista
              Perché nessuno è mai riuscito a convincermi di non esserlo.
              Composta domenica 23 dicembre 2007
              Vota la poesia: Commenta
                Scritta da: Elisabetta

                Stella cadente

                Quanno me godo da la loggia mia
                quele sere d'agosto tanto belle
                ch'er celo troppo carico de stelle
                se pija er lusso de buttalle via,
                a ognuna che ne casca penso spesso
                a le speranze che se porta appresso.

                Perché la gente immaggina sur serio
                che chi se sbriga a chiede quarche cosa
                finché la striscia resta luminosa,
                la stella je soddisfa er desiderio;
                ma, se se smorza prima, bonanotte:
                la speranzella se ne va a fa' fotte.

                Jersera, ar Pincio, in via d'esperimento,
                guardai la stella e chiesi: — Bramerei
                de ritrovamme a tuppertù co' lei
                come trent'anni fa: per un momento.
                Come starà Lullù? dov'è finita
                la donna ch'ho più amato ne la vita? —

                Allora chiusi l'occhi e ripensai
                a le gioje, a le pene, a li rimorsi,
                ar primo giorno quanno ce discorsi,
                a quela sera che ce liticai...
                E rivedevo tutto a mano a mano,
                in un nebbione piucchemmai lontano.

                Ma ner ricordo debbole e confuso
                ecco che m'è riapparsa la biondina
                quanno venne da me quela matina,
                giovene, bella, dritta come un fuso,
                che me diceva sottovoce: — È tanto
                che sospiravo de tornatte accanto! —

                Er fatto me pareva così vero
                che feci fra de me: — Questa è la prova
                che la gioja passata se ritrova
                solo nel labirinto der pensiero.
                Qualunquesia speranza è un brutto tiro
                de l'illusione che ce pija in giro. —

                Però ce fu la mano der Destino:
                perché, doppo nemmanco un quarto d'ora,
                giro la testa e vedo una signora
                ch'annava a spasso con un cagnolino.
                Una de quele bionde ossiggenate
                che perloppiù ricicceno d' estate.

                — Chissà — pensai — che pure 'sta grassona
                co' quer po' po' de robba che je balla
                nun sia stata carina? — E ner guardalla
                trovai ch'assommava a 'na persona...
                Speciarmente er nasino pe' l'insù
                me ricordava quello de Lullù...

                Era lei? Nu' lo so. Da certe mosse,
                da la maniera de guarda la gente,
                avrei detto: — È Lullù, sicuramente... —
                Ma ner dubbio che fosse o che nun fosse
                richiusi l'occhi e ritornai da quella
                ch'avevo combinato co' la stella.
                Composta sabato 10 agosto 2013
                Vota la poesia: Commenta
                  Scritta da: Elisabetta
                  Se i libri fossero di torrone,
                  ne leggerei uno a colazione.

                  Se un libro fosse fatto di prosciutto,
                  a mezzogiorno lo leggerei tutto.

                  Se i libri fossero di marmellata,
                  a merenda darei una ripassata.

                  Se i libri fossero frutta candita,
                  li sfoglierei leccandomi le dita.

                  Se un libro fosse di burro e panna,
                  lo leggerei prima della nanna.
                  Composta sabato 25 luglio 2009
                  Vota la poesia: Commenta
                    Scritta da: Elisabetta

                    A che te serve?

                    A che te serve èsse arto
                    se poi nun sei all'artezza?
                    oppure èsse bello
                    si drento de te nun c'è bellezza?

                    A che te servono li sordi
                    se nun conosci la ricchezza?
                    oppur avè cento diplomi
                    si te manca la saggezza?

                    A che te serve 'na gran casa
                    ma nessuno che l'apprezza?
                    oppure tanta gente intorno
                    ma nemmeno.... una carezza?
                    Composta sabato 4 ottobre 2014
                    Vota la poesia: Commenta