Poesie inserite da Alfonso Trivisonne

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Scritta da: Alfonso Trivisonne

Bambina camomilla

Dovrebbe essere come per i bambini
che se bussi al cuore non risponde la testa al piano superiore!
Sempre continuamente
in giro tra la gente,
senza troppi pensieri,
né logiche e misteri.
Mangiare, giocare, studiare, parlare,
ballare, palestra, maestra, inglese e minestra!
Ma cosa ne sapete di Giovanna!
Bambina sempre stanca,
la mano nella tasca!
Parla quando le viene,
va via se le conviene!
Va a fare la merenda da Camilla,
profumo clorofilla e beve camomilla!
Dovremmo tenere presente i bambini
che sorridono sui baci anche se proprio non gli piaci!
Sempre spontaneamente
amici della gente,
non sanno giudicare,
soltanto perdonare.
Andare, tornare, scappare, sudare,
urlare, violino, brodino, francese e budino!
Ma cosa ne sapete di Giovanna!
Bambina sempre stanca,
la mano nella tasca!
Parla quando le viene,
va via se le conviene!
Va a fare la merenda da Camilla,
profumo clorofilla e beve camomilla!
Ma cosa ne sapete di Giovanna!
Bambina sempre stanca,
la mano nella tasca!
Parla quando le viene,
va via se le conviene!
Va a fare la merenda da Camilla,
profumo clorofilla e beve camomilla!
Composta venerdì 3 agosto 2018
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    Scritta da: Alfonso Trivisonne

    La vita degli altri

    Annunci fotografici sul banco del barista,
    caffè macchiato amaro girato,
    di tutto un giorno in mente hai la lista
    che ti fa correre fuori agitato
    mentre guardi attorno a destra e sinistra.
    Che strano è sentire le cose degli altri,
    si lamentano dello Stato, di un affare sfortunato, dei Carabinieri,
    di droga, dei vizi, del tempo e dei neri!
    E io non parlo pensando tra me
    che mi lamento soltanto di te!
    E trovi uno che non sai se saluta,
    la frusta del vento passando per strada
    sveglia più del caffè, esageratamente freddo
    come è freddo il cuore della terra arida
    quando hai bisogno che sia verde e calda.
    Che strano è sentire la vita degli altri,
    raccontano di amori e strane dimenticanze,
    di liti e frasi temerarie, preoccupazioni, problemi e distanze!
    E io ascolto pensando tra me
    che non voglio distanze specialmente con te!
    Forse tutto è come scritto,
    buono, cattivo, storto o diritto,
    col mare fin sopra i capelli o in aria oltre ogni soffitto,
    sempre in cerca di ciò che vogliamo
    tanto il mondo ci fa girare anche quando dormiamo!
    Composta sabato 31 marzo 2018
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      Scritta da: Alfonso Trivisonne

      L'ultima goccia d'inchiostro

      Per chi illuso il tempo sfida
      o per timor di tenebre, folla o mania,
      sarai succo d'ampolla piccina
      che il male infetta e il cuore vaccina.
      Darai pan per focaccia
      a tutto il vento che hai preso in faccia,
      Sarai tutto ciò che il cuore tuo abbraccia
      anche tempesta o placida bonaccia!
      È così che s'intontisce d'amore
      col passo flebile di un carsico ardore,
      già senti l'eco dell'anima improvvisa,
      sinolo giusto di ogni cosa divisa.
      Luce di mezza luna crescente
      su mare, battiti e pensieri.
      Notte che guarda ad oriente,
      parto di oggi, sepolcro di ieri.
      Tieni il cuore in calma tanta
      che intanto in tanta notte sarai intatta!
      Qui e in ogni altro posto,
      a te, anche l'ultima goccia d'inchiostro!
      Composta martedì 30 gennaio 2018
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        Scritta da: Alfonso Trivisonne

        L'amico Manitù

        Il bambino Manitù
        a piedi nudi sul selciato
        con il viso un po' adombrato
        camminava affaticato.

        È un bambino Manitù
        che sta sempre in riva al mare,
        pescatori da guardare
        e onde bianche da ascoltare.

        Caro bimbo Manitù
        cerchi all'alba nella nebbia
        le conchiglie nella sabbia
        come cerchi la tua mamma.

        Mio amico Manitù
        non lo scorderò mai più
        tutto questo enorme mare
        e le tue lacrime di sale.
        Composta giovedì 20 ottobre 2016
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          Scritta da: Alfonso Trivisonne

          Il silensio di un addio

          Sai che sai d'alba,
          di ogni timido riflesso che abbaglia
          l'occhio più timido che pavido aspetta
          qualsiasi sospiro che al cuor si rifletta.
          D'un punto mi fermo a guardarti
          e appunto so che sto fermentando
          quel flebile dubbio che si insinua nell'ombra
          per non parlare di distanze e finite speranze.
          Lo taccio a me stesso perché così si deve,
          conviene come conviene allontanare il desio
          di un altro debole friabile oblio
          davanti all'esausto inevitabile addio.
          Molle ribolle il rimorso di terra perduta,
          di selva lontana un giorno potuta,
          è un ardore che si scioglie con le prime luci
          di un'alba vacante e di spiagge perdute.
          Su cui coricavi il corpo,
          ridevi suadente e ti bagnavi indolente,
          ne prendevi saporita odori e sapori
          mentre di te io solamente ne perdevo i colori.
          E in bianco e nero si vede diversa
          la vita di altri e anche la stessa
          che si visse d'infarto d'amore totale
          vederla pian piano purtroppo cambiare.
          Composta lunedì 18 aprile 2016
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            Scritta da: Alfonso Trivisonne

            La giusta lacrima

            Goccia ora,
            rivolo solingo
            che d'acqua sboccia
            nel mondo sudario.
            Giunta alla vena,
            solita catena,
            mantiene la pena
            satura e piena!
            Liscia la pelle
            senza ferita
            sotto mani bretelle
            che reggono in vita.
            Cammino impaziente,
            flebile ardore,
            intaglio serpente
            di costante dolore!
            Plàtino grezzo
            per dolo e disprezzo
            o per chi ha tradito
            nascosto dietro un dito!
            Sarà un oceano,
            assieme all'altre,
            non si vedrà
            ma n'avrai dato parte!
            Composta domenica 14 agosto 2011
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              Scritta da: Alfonso Trivisonne

              Su due cuori

              Così mi fermo
              a solcare la pelle,
              la tua bianca, di te sabbia,
              col mio dito pastello
              a disegnarti la tela.
              Ci scrivo tutto,
              tutto che voglio,
              il mio nome, ma prima il tuo
              e rileggo cose diverse,
              svanite le iniziali
              rimangono le ultime lettere,
              come una lunga storia finita
              che andò d'amore,
              visse al sole
              e finì senza colore.
              Non siamo noi questo!
              Lo dico sempre a me stesso
              e lo ripeto a te adesso.
              Inganneremo il tempo noi,
              ne faremo collezione di domani
              che non s'avrà tempo di ricordare,
              schiaffeggiando le abitudini
              ché si stanchino di noi.
              Questo siamo!
              Un battito che non smette,
              amore di lama tagliente
              su due cuori che affannano la mente!
              Composta venerdì 17 giugno 2011
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                Scritta da: Alfonso Trivisonne

                L'estate amara

                Fuori spazio,
                così, a Maggio!
                Dimenticato è il vano,
                triste, debole origamo!
                Per te, desueta fierezza di donna presunta,
                sedotta, di latte munta,
                ora annacqua la fame, porta la pace,
                a te e al tuo grillo audace!
                Graffiagli le guance,
                innaffiane il sapore!
                Ansima la mente presa,
                ma è solo una mano a tener la corda tesa!
                Corroboro l'addio
                e giù, satollo d'oblio,
                con mente e corpo,
                è ingoiato il rospo!
                Estate amara,
                genufletti i tempi del tuo caldo spazio!
                Evaporami l'abbaglio,
                scioglierai il mio ennesimo sbaglio!
                Composta martedì 14 giugno 2011
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                  Scritta da: Alfonso Trivisonne

                  Pluviali attese

                  Chi sei?
                  Che odore ti sento...
                  Cos'è?
                  Dietro al lamento...
                  Che d'onda d'urto sbatte,
                  tra le tempie riempie!
                  Già sento il ritorno,
                  di grido s'alza,
                  scontro di gesti e alberi maestri!
                  Rifilano pluviali attese
                  ma tu sei stanca,
                  sei tanta di tanto in tanto,
                  tu che hai aria d'alito
                  e sei già stesa d'attesa!
                  Ma amar s'intende questo
                  anche oltre pensare ancora
                  che c'è tremenda sorte
                  e ancora finanche di morte.
                  Già, serena oltre la sera
                  a coricar col sonno la schiena!
                  Spilla così la notte
                  la palustre arma d'odio delle locuste!
                  Se ingorga le vene,
                  ci tende la rete,
                  amor più forte della sete!
                  Composta martedì 31 maggio 2011
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