Non mi sovvien parola che nulla grida, ciò che il cuor mio non prova ora, non v'è anelito di vento che non porti il tuo nome così d'incanto, non son suoni ormai così lontani che faranno scomparire il mio domani, non c'è gesto estremo alcuno per impedir il domani di ognuno... E attendo nella mente che tu venga, finalmente a ridare alla mia anima quei colori scomparsi nel tuo ieri, non v'è vuoto nel silenzio che il cor mio non strazi con il tempo...
Giornate strane passano Alla velocità della luce. Jogging al parco. Una città che si rialza. Un'amica innamorata. Un telefono che squilla e una sorella incinta. Tra carillon e luci soffuse aspetto ancora fragole da mangiare le stesse di mesi fa. Chiuso! Con te avevo chiuso. Lo avevi detto anche tu. Solo tu. Ed io arrogante ed orgogliosa sono partita. Due mesi. Per te una nuova primavera. Forse! Oppure letti caldi in cui dormire. Ora: Sei tornato. Sabato. Sei tornato. E come se non fosse successo nulla come se due mesi fossero due giorni attendi le mie labbra... ed io? Io ancora attendo le tue. (e com'era? Cosa ti ho detto? Riferisci... o meglio ancora fottitene di lei, se c'è fottitene... e pensa a quello che possiamo fare!) Bene. Lo hai fatto. Ed io con te!
Non chiedermi come sto... perché stanotte ho il buio dentro. Un buio fatto di castelli neri. Ritorna Jeff in questa serata strana Eppure un'ora fa ridevo. Eppure un'ora fa speravo ancora. E ritiro! Ritiro ciò che ti ho detto... Ritiro quello che ti farei. Ritiro la passione che ho per te... E mentre ieri avevo deciso ti volevo ancora qui con me... ora affondi tu e la tua voce del cazzo. E non mi chiedere perché. Una stronza lo sa. Ed ora anch'io.
Tu che sfiori le mie parole come il suono di un'arpa, tu che mi cerchi nelle tue notti mentre io sono l'alba, tu che hai ridato un colore nella mia anima spenta, tu che mi dai tanto amore senza sapere come. Sei un tuono nella notte, un lampo all'improvviso, e tutto era chiaro tutto deciso, non puoi combattere contro il cuore lui vince sempre, perché vince l'amore...
Seduta alla stazione del mio io, aspetto che arrivi tu... Guardo i treni transitare, aprire le porte verso me, invitarmi ad andare verso una meta sconosciuta, in un tempo senza tempo, fatto di occasione e non di sentimento, ma io aspetto te... E aspetto te, fragile nei miei pensieri, fasciata nei miei panni stretti, ingrassata da una vita vuota, aspetto te che sei il mio grande amore, l'unico pensiero che mi lega a questo mondo, te che sei l'unico bacio non dato, il solo corpo non stretto, il pensiero non vissuto, il tuo nome non gridato.
Ventiquattro parole chiuse in un cassetto che non aprirò mai. L'avevo già scritto. Lo ridico! Assenze ingiustificate e notti troppo lunghe. Un bambino mi alza la gonna e un masticone si appiccica sotto lo stivale. Si gira in macchina. C'è gente! Una festa... cantanti. Ci fermiamo? No. Sì. No. Dai! Ok! Fumo. Fumo. Numeri. Risate. Musica. Si canta. Foto. La gonna non la metto più. Casa. A volte ci penso. Qualcuno dice che ho tutto. E allora perché stanotte non ho niente? Dice che sei una sfida. Dice che non mi arrenderò. Dovrei comprare un po' dei tuoi silenzi. I tuoi occhi e quei sorrisi. Me li vendi? Li voglio! Un po' ci sei. In testa. Batti. Un po'. E ti comprerei.
Silenzio, ascoltami, i miei sussurri sono labili come il vento. Vestimi di note, di voci e dopo... ancora di silenzi. Strilla questo tempo che non conosce quiete, docil dimora di aneliti dispersi. Sogno di te, Notturno, Chopin. Spargi lento il dolce odore di rugiada. Osserva il mio pensiero, egoista incantatore. Sono quì, grillo parlante. Un Si bemolle un Fa diesis. Cantami allora, perché io non posso. Nella notte, fra le stelle e dopo... ancora in mezzo ai campi. Suonami, arpa dalle mille corde. Suona questo canto di sirena. Ulisse, aspetta, sono qui... fra invisibili onde. Oltremare, oltreterra, oltrecielo, oltrete. Bagna queste parole d'inchiostro, prima che il tempo ingiallisca le pagine.
Ascolto. Non sento niente. Là fuori milioni di persone stanno urlando, per la disperazione, per l'odio, per il tradimento, per la guerra, per la tristezza, per la solitudine. Ma io non sento niente, perché niente ormai merita di essere ascoltato. Quando ascolto io voglio sentire amore, amicizia, allegria, fiducia, sincerità, pace. Altrimenti Non vale nemmeno più la pena di ascoltare.
Io, avvolta da una realtà che distrugge lentamente, la tradisco dipingendo di rosa il tempo grigio rifugiandomi sotto le coperte, là dove nulla è peccato. Colonna sonora di contatto, spaventi la mia anima e la fai tremare fino a tramutarti in un silenzio che parla a gesti.
Esco da là dove mi ero rifugiata e rivedo la realtà; I sogni, se pur intensi, sono brevi. Ora non posso far altro che esistere e solo sognare di vivere; Perché fuori da quelle coperte tutto il resto è peccato.
Respirerò il tuo sapore, solo quello mi resta, mi ubriacherò dei tuoi sguardi, ma quello non basta, sfiorerò i tuoi silenzi, per essere essenza, ruberò i tuoi pensieri, per chiuderli in una stanza, parlerò al tuo sorriso, per non essere triste ancora, volerò nel tuo cuore, per non essere più sola...