Poesie generazionali


in Poesie (Poesie generazionali)

Santa Lucia

Già le diciassette; presto a S. Lucia!
Filai di corsa sotto i portici,
laddove, profumi dolci
inebriavano i nasi e le menti.

Occhi per giochi, giochi per occhi,
per bancarelle serrate in fila
e di colori svariati,
catalogati per ogni mercanzia.

C'era chi cuoceva zucchero
e chi lo mangiava e con la lingua
se lo leccava.
Immobili, parean guardar le statuine.

Fra gli ambulanti risa nervose,
occhi di circospezione;
non vedevo bambini,
sennò, addio sorpresa.

Fui nella Chiesa quasi d'improvviso;
lì altre luci e odori riparati.
La Vergine dal peso divino,
mi guardava con la luce in mano.
Composta giovedì 11 dicembre 2014
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    Scritta da: Alexis Angelo
    in Poesie (Poesie generazionali)
    Vorrei,
    regalarti un pensiero di luce
    ove l'oscurità non prende dimora.
    Vorrei,
    regalarti un sorriso che viene dal cuore,
    che ti faccia sentire leggero.
    Vorrei,
    donarti la serenità nei tuoi pensieri e ricordi di ieri, di oggi, di domani.
    Vorrei,
    donarti il mio cuore per un istante
    per farti capire cosa significhi per me.
    Vorrei e voglio
    che tu, sì proprio tu che leggi,
    capissi che sei unico e importante,
    che questo pensiero è per te.
    Composta mercoledì 10 dicembre 2014
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      Scritta da: Sannino Michele
      in Poesie (Poesie generazionali)

      Mamma

      Mamma.
      Il bene più prezioso
      che la vita mi abbia donato.
      L'amore ricevuto da te
      non potrà mai essere eguagliato.
      Sei il mio angelo
      e lo sarai per sempre.
      Ci saranno i tuoi battiti
      in ogni lacrima che bagna il mio viso.
      Mamma.
      Il ricordo riempie ogni mio giorno,
      ogni attimo.
      Mamma.
      Hai lasciato nella mia vita
      il silenzio, il vuoto, la solitudine.
      Mamma.
      Non so dove tu sia,
      ma se ascolto il mio cuore
      ti sento.
      Mamma.
      Vita, bisogno, certezza
      che non ho.
      Mamma.
      Composta mercoledì 10 dicembre 2014
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        in Poesie (Poesie generazionali)

        L'abero del fico

        Era d'agosto e l'erba sudava.
        Su un vecchio muro
        il saettar delle lucertole
        e subito più in la,
        il fico troneggiava.

        Pensai a Zaccheo,
        ma era un poveretto
        che insieme,
        ad altri uccelli
        sui rami si cibava.

        Le sue radici,
        nel tempo appassionato,
        avevano avvinghiato
        alcune pietre,
        prima del percorso sotterrato.

        Salii su di esse,
        per toccare il frutto,
        l'aprii, lo misi in bocca tutto
        e sotto i miei denti,
        scricchiolò sfiorendo.
        Composta sabato 20 maggio 2000
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          Scritta da: Sabrina
          in Poesie (Poesie generazionali)
          A lei che adesso è una stella che brilla in cielo
          e illumina il tuo cammino,
          a lei, che non ho potuto conoscere,
          ma che vive attraverso le tue parole,
          va la mia ammirazione
          e il profondo rispetto,
          per una donna
          che ha fatto dell'Amore
          dell'onestà e del sacrificio
          le basi sulle quali costruire
          le fondamenta della propria vita.
          Ho molto da imparare
          dai tuoi ricordi
          che descrivono
          la forza e il coraggio
          racchiusi nel cuore
          di una madre.
          Composta giovedì 4 dicembre 2014
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            in Poesie (Poesie generazionali)
            Il tuo silenzio è una tempesta,
            perché a parlare sono i tuoi occhi,
            a toccarmi la tua anima!
            La tua muta presenza
            uno scompiglio al cuore;
            un'orchestra suona la tua bellezza
            ed io ascolto questa musica,
            fatta di baci e carezze,
            di sospiri e debolezze.
            Un miraggio sulla sabbia
            le tue labbra portentose
            io le guardo con affanno
            come acqua nel deserto
            mentre anelo al tuo corpo.
            Sulle acque del destino
            a viaggiare sul tuo porto,
            abbandono questa nave
            di speranze e cose vane.
            La certezza che inseguo
            è fatta d'anima e carne,
            ti raggiungo farò presto
            l'ho promesso a me stesso.
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