Basta appena un fugace pretesto per sprofondarli nel loro delirio particolare nella loro ossesione devastante, le sue parole scatenanti sono giustizia e giudici a sentirle la sua trasformazione è immediata il sorriso gli si muta in un ghigno dalla faccia gli cade la maschera variopinta e sotto appare una tavola di Cesare Lombroso.
Si prendano subito le impronte digitali dei bambini rom, ordina un paio di baffi sul nulla, e i baffi giurano che non è razzismo ma solo umana pietà verso i bimbi costretti a mendicare... che cuore che generosità... e mi tornano a mente i versi di un grandissimo sei così ipocrita che quando l'ipocrisia ti avrà ucciso sarai all'inferno ma ti dirai in paradiso!
Amor mio, desiderio mancato alle mie mani, al mio seno. Sogno mai realizzato, istinto naturale, voglia di esser mamma di un bimbo appena nato. Perché proprio a me signore non hai voluto far dono dell'odore di nenie e di latte, che avevo nel cuore. Chiudo gli occhi e sogno, spero ancora un giorno... ci sarai carezzerò il tuo viso e ti addormenterai, amore che non ho avuto mai.
Maneggiare con cura, perché fine cristallo ed ho scelto per te sempre acqua pura. Ma tutti han bevuto dal calice, non me ne sono mai accorta e l'ho sbattuto in terra. Ora è in mille pezzi taglienti, che ancor brillano, ed ho pestato con rabbia le notti passate, i ricordi, le nostre giornate, le lacrime versate e gocce di te. Ma ancor brilli in frammenti di fine cristallo e fai male. Ancora una volta ti ho raccolto; ma dappertutto ho ferite...