Scritta da: Violina Sirola

Si giocava alla guerra

Dietro l'albero antico, la pistola
puntavo, aspettavo il nemico e
il grilletto premevo
mentre il gatto, mio amico
le farfalle cacciava.
Mi esaltava la guerra, la parola "nemico"
era Paolo a terra e
fingeva l'ucciso.

Ora sono sul campo, non si finge
il nemico
sono colpi sicuri, mi sfigurano
il viso.
Vedo un gatto randagio
punta un topo che fugge
sono steso su un carro
sto facendo l'eroe
mentre tendo l'agguato, l'eroina
mi è amica
non mi esalta la guerra
la parola "nemico"
e:
bimbi
nuovi si tengono per mano
le bolle di sapone
lanciate da lontano
mostrano in trasparenza
angeli senza ali.
Flavia Ricucci
Composta nel 1991
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    Scritta da: Violina Sirola

    Pisci frischi 'i lampari

    Scuru 'ncielu scuru a mari
    'nci su sulu i lampari.

    Cala a rizza, tira forte
    'u diavulu ni porta.

    Acqua e vientu, jè tempesta
    Sa' Franciscu mù l'arresta.

    Cu mantiellu l'arravoglia
    'u diavulu s'imbroglia.

    Supra 'u mari va

    la varca c'u marinaru

    i lampari su' i stilli caduti a mari.

    Scuru 'ncielu, scuru a mari
    nu' si vidunu i marinari.

    Malanova, vientu ed acqua
    'u diavulu ni sracqua.

    Jesce a luna – cum'è janka! 'U diavulu

    si spagna; stannu i stilli 'ntra la rizza

    l'ha piscati 'u marinaru

    "Pisci frischi 'i lampari: vope, alìci, angiòle e
    juri 'i mari".


    Buio in cielo, buio a mare
    ci sono, solo, le lampare.

    Cala la rete, tira forte
    il diavolo ci porta.

    Acqua e vento, è tempesta
    San Francesco ora l'arresta.

    Col mantello la raccoglie
    il diavolo s' imbroglia.

    Sopra il mare va la barca e il marinaio, le lampare
    sono le stelle cadute a mare

    Buio in cielo, buio a mare
    non si vedono i marinai.

    Acqua e vento, brutte nuove
    Il diavolo ci manda fuori.

    Esce la luna – com'è bianca! Il diavolo
    ha paura; sono le stelle nella rete
    l'ha pescate il marinaio.

    Pesci freschi di lampara: vope, alìci, angiòle e
    fiori di mare.
    Flavia Ricucci
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      Scritta da: Violina Sirola

      Calabria Bella

      Come un beone, vicino a un'osteria
      barcolli avanti, brancoli nel buio.
      Bevi il vino che mesce
      la speranza, perché fede dai
      alle parole.
      Tu credi, speri e poi...
      tutto tracanni. Alzi la gamba dove
      non c'è gradino. Farmaco aneli
      da chi, nella promessa, ha chiesto e...
      ha ottenuto!

      -Lo sai?
      -Non lo sai?
      -Te lo dico:
      "Chi, per salir gradino, la mano
      tende
      dopo l'ascesa, nel culo il piede
      pianta".
      Flavia Ricucci
      Composta nel 1969
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