Quotidianità


Scritto da: Marta Emme
in Diario (Quotidianità)
Con un fiocco azzurro l'ho voluto, * (l'uovo pasquale) perché ben mi dispone al futuro. Allorché me lo hai donato sul tavolo l'ho appoggiato, pensando alla sorpresa che vi avrei trovato, tra le tante che, per gioco, con te avevo menzionato. Ma in fondo solo desideravo qualcosa che mi facesse esclamare: bravo! È una metafora, or, la mia, che da briglia alla fantasia. E allor sappiate che nell'uovo di cioccolato, un merlo ho trovato, che col suo fischio ben modulato, hai detto, mi avrebbe certo destato dal mio mondo magico* (per estro e immaginazione), ma anche così poco pratico. Davvero bravo per il canto melodioso, mentre sul resto sei per me un maestro assai tedioso e soprattutto troppo timoroso. Ma consapevole della mia natura* (fantasiosa) ti ringrazio per questa tua premura.
Composto lunedì 3 aprile 2017
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    Scritto da: Silvia Nelli
    in Diario (Quotidianità)
    Ammortizzo sempre i colpi della vita. Ne faccio armi per il mio domani, armature per i miei nemici e forza per i miei passi. Non a caso mi chiamano "capa tosta"! So lottare anche quando resto sprovvista di pallottole e a mani nude su terreni aridi! So resistere, so affrontare e vincere. E anche se perdo non mi fermo... la sconfitta su di me assume l'aspetto di una "motivazione" in più per ricominciare e farcela!
    Composto venerdì 24 marzo 2017
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      Scritto da: Gabriele
      in Diario (Quotidianità)
      Quando hai un pensiero geniale hai voglia di condividerlo. Ma per condividerlo hai bisogno di parole e spesso il pensiero espresso perde la sua efficacia perché un pensiero geniale non è fatto di parole prive di sensazioni. Il pensiero geniale lo reputi così perché ti trasmette sensazioni molto positive. Quando lo esponi, il fatto di tramutare sensazioni e idee in frasi toglie le sensazioni associate all'idea che hai e perde di potere di trasmettere le stesse sensazioni alle persone. Il problema nel condividere l'idea è che anche tu perdi le sensazioni associate all'idea e non credi più che quel pensiero tramutato in parole sia geniale, cambi la percezione del pensiero.
      Composto giovedì 23 marzo 2017
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        Scritto da: FRANCESCO LAZAZZARA
        in Diario (Quotidianità)
        Capita di vedere su Facebook o su altri social maltrattamenti sugli animali. Ora io non paragono gli animali agli esseri umani, bene inteso, ma provate a vedere cosa la mente umana concepisce al solo fine di nuocere ad esseri indifesi. È agghiacciante, sbalorditivo ed impressionante. L'obiezione che mi viene mossa più spesso è "non interessano le persone ti meravigli di un cane?" Ebbene si io mi meraviglio per un cane o per un gatto questo fa di me un ingenuo? Amen. Mia madre suole definire gli animali domestici in generale degli angeli... forse è proprio così. Tanto è il conforto che riceviamo da loro quanto è poco quello che ci chiedono. Non è questa l'essenza dell'amore? Forse io tengo troppo a questo aspetto ma come si può nuocere per il gusto di nuocere a chi è nato senza alcun altro scopo se non amare ed essere amato nella più assoluta gratuità?
        Composto martedì 21 marzo 2017
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          in Diario (Quotidianità)
          Cogli un sorriso, non farlo scappare, riempi il tuo cuore di luce e calore, rigenera gli occhi ammirando un bel fiore; sappi che l'esser potrebbe mutare. Ringrazia il Signore, se puoi respirare. Ringrazia il Signore, se puoi camminare. Ringrazia il Signore, se puoi lavorare. Ringrazia il Signore, per la luce ed il sole; per il flebile vento che carezza un bel sogno, una spiga di grano estasiata al tramonto. Svariate volte ci capita di conferire priorità esagerata ad aspetti o situazioni che non necessitano di tante, oserei dire... troppe attenzioni. Ci lamentiamo per poco, per il sol fatto che il lunedì sia l'inizio di una nuova settimana lavorativa.
          Composto lunedì 20 marzo 2017
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            Scritto da: Anna R. Di Lollo
            in Diario (Quotidianità)
            Qualcuno le aveva raccontato che esistono luoghi in cui non piove. Nella sua quotidianità, però, c'erano giorni in cui la solitudine si faceva pesante, greve, una cortina spessa, coriacea, infrangibile e a tratti anche insopportabile, nonostante il costume da super-eroina che la vita le aveva incollato addosso. E, quando la morsa stringeva un giro in più di vite, le tornava in mente quella bambina "strana" che era stata, quella che, appena si sentiva troppo sola, infilava i suoi stivaletti di gomma gialli e quell'ombrellino azzurro (scudo di protezione), che custodiva come un gioiello preziosissimo, e si metteva a ballare sul suo metro quadrato di riservatezza, cantando a squarciagola "Singin'in the Rain", imitando non tanto Gene Kelly, quanto la felicità che, in quei vecchi film in bianco e nero, riusciva a trasudare persino da un freddo e impersonale schermo televisivo. Era quella la sua danza sacra, il suo rituale di salvezza dalle angosce bambine d'un tempo e, forse, lo era ancora oggi che, cresciuta senza rotta, non riusciva più a contare i fili d'argento che le brillavano fra le chiome lunghe, lunghissime. Quei capelli che lasciava crescere sempre più, alla ricerca forse di quel luogo magico in cui ancorarsi, in cui gettar radici e germogliare; quel luogo avvolto dalle nebbie, indefinito, ignoto e sconosciuto a cui si sentiva misteriosamente legata. Ancora cercava quel posto in cui deporre finalmente e definitivamente la sua arma bianca: il suo ombrellino azzurro, azzurro come il cielo sereno. Qualcuno le aveva raccontato che esistono luoghi in cui non piove e lei, innocente e ingenua, gli aveva creduto.
            Composto sabato 11 febbraio 2017
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