Scritta da: Silvana Stremiz
Certe lacrime partono direttamente dall'anima.
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Certe lacrime partono direttamente dall'anima.
Quando le lacrime partono dall'anima, "distruggono" anche il cuore.
È bello far volare un sogno, anche se non atterrerà mai.
Parlare di Dio, professarlo e venderlo come assoluta certezza, è così facile. Viverlo poi in quella candida dimensione del giusto, che è quella del perdono e della comprensione che abbiamo sempre professato e sentito, per taluni fedeli è pura utopia. La complessità di tutte quelle parole vendute come certezza, diventano carta straccia se non riusciamo ad esserne l'esempio.
La peggior forma d'ignoranza, di meschinità che io abbia mai conosciuto è la meschinità del cuore, del suo uso improprio solo come muscolo, senza saperne ascoltare i battiti. Quel predicare il bene e vivere solo il male che vi è in noi. Il non sapere ascoltare il prossimo con la ragione del cuore, ma solo con la ragione di quella mente calcolatrice e disumana che è il cervello, quella parte "meccanica" che ci impedisce di sentire ed ascoltare veramente quello che gli altri "urlano" con quelle lacrime congelate nell'animo visibili solamente a chi vive con un "cuore vero".
Solo chi ha un animo nobile non prova fastidio ad ascoltare il dolore altrui.
Una cosa è ascoltare, un'altra è "sentire", tutti distrattamente ascoltano ma pochi "sentono".
Distruggere i sogni altrui non farà mai sì che si realizzi il proprio.
Hai fatto un buon lavoro quando ti accorgi che a prescindere da ciò che diventerà tuo figlio, dai suoi successi o dai suoi traguardi, con i suoi "miseri" sedici anni ha più cuore, animo e maturità interiore di un qualunque "uomo maturo".
In un giorno qualsiasi mentre il passato sta tentando di ucciderti i ricordi migliori prendono il sopravvento e inizi a "non sentire" più "quella fitta" dentro di te.