La morte è un cammino solitario, che ci porterà nel cuore del mistero. Non è qualcosa da condividere, nemmeno con le cose o le persone che ci sono più vicine, perché nulla e nessuno può aiutarci a intraprendere un viaggio privo di qualsiasi contatto con le cose che conosciamo.
La memoria riesce a far vivere il ricordo di una persona cara, a farcela rivedere nel suo aspetto più splendente, al di là del muto riposo della tomba.
Quando i colori bruni dell'autunno sostituiscono gli splendori dell'estate non ci sono più fiori da cogliere, se non quelli che portiamo dentro di noi e che restano intatti anche nei rigori dell'inverno.
Donne che piangono, bambini che urlano, uomini che uccidono, case distrutte, città devastate... L'uomo uccide i suoi simili nonché compagni di viaggio e cammino... Guardiamoci in faccia e chiediamoci: è questo l'uomo fatto a immagine e somiglianza di Dio?