Barzellette


Scritta da: Paolo Broni
in Umorismo (Barzellette)
Al rientro dal viaggio di nozze il neo marito discute con la moglie su come dovrà essere il loro ménage coniugale:
"Ci sono alcune abitudini che ho da anni e che non ho intenzione di cambiare. Dunque, il lunedì sera al bar con gli amici per discutere del campionato di calcio. Il martedì c'è il biliardo. Mercoledì al cinema, sempre con gli amici. Giovedì il calcetto. Il poker venerdì, così anche se si fa tardi non importa perché il giorno dopo è sabato. Il sabato sera con gli amici prima si fa la schedina e poi a ballare. La domenica sono stanco e vado a dormire presto. Qualcosa in contrario?"
"No, no." risponde la moglie "puoi continuare tranquillamente a fare come sei abituato, ma anch'io ho una cosa a cui non voglio rinunciare: in questa casa tutte le sere alle dieci si fa l'amore. Chi c'è, c'è".
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    Scritta da: Paolo Broni
    in Umorismo (Barzellette)
    Un uomo riesce ad ottenere dalla moglie il permesso di uscire una sera con gli amici, a condizione di non bere troppo e di tornare assolutamente entro mezzanotte.
    L'uomo, inebriato dalla libertà insperata, eccede nei beveraggi e rientra a casa alle tre di notte.
    Quando apre la porta sente la moglie che si gira nel letto e contemporaneamente l'orologio a cucù suona le tre.
    Preso da improvvisa ispirazione, fa altri 9 "cucù" e tutto soddisfatto va a dormire in camera sua.
    La mattina dopo la moglie gli chiede a che ora fosse rientrato.
    "A mezzanotte, cara, come ti avevo promesso. Proprio quando sono entrato l'orologio a cucù ha cantato per 12 volte."
    "Hai ragione, l'ho sentito anch'io. A proposito, quell'orologio a cucù bisognerebbe portarlo a riparare: quando sei rientrato ha cantato per tre volte, poi ha detto "occazz... " poi ha cantato altre tre volte, poi ha fatto una scorreggia, poi ha cantato altre tre volte, poi ha fatto una risatina, ha cantato ancora tre volte, poi ha fatto qualcosa come "tiè... " e infine ho sentito te che andavi a letto."
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      Scritta da: Paolo Broni
      in Umorismo (Barzellette)
      Un giovane, bellissimo e timidissimo, va in farmacia a comprare dei presevacosi, si insomma quelle robe lì (forse la macchinetta non funzionava? Mah. Io ve la racconto come l'hanno raccontata a me). Sorpresa, non c'è un farmacista, ma una bella farmacista, per cui lui non riesce a dire che "Vorrei un pacchetto di... di... impermeabilini, ecco, vorrei degli impermeabilini". La farmacista, ragazza molto accorta, capisce tutto al volo e gli consegna quanto desiderato, aggiungendo "... e se agli impermeabilini vuole mettere un colletto di pelliccia, io stacco alle sei."
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        Scritta da: Anna De Santis
        in Umorismo (Barzellette)
        Napoli, mercato del pesce: un povero vecchio ogni giorno andava dal pescivendolo per comperare il solito mezzo kilo di alici, il pescivendolo su carta molto doppia pesava le alici, naturalmente non era certo mezzo kilo e gliele porgeva in mano, però non protestava ed andava via. Una volta, due volte, la carta pesava sempre di più, ad un certo punto sente il bisogno di lamentarsi.
        - "Uè uagliò, me si pijat pe fesso, quant pesa sta carta, chist nun è mies kilo re pesce".
        - "Uè che pretienn ca lu pesce te lu mett in mano?"
        - "No!" Risponde il vecchio, "ma manc n'culo".
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          Scritta da: Fausto Feltrinelli
          in Umorismo (Barzellette)
          La mamma di Pierino al fine di migliorarne le capacità intellettuali gli mette nella cartella, ogni giorno un bell'ovetto fresco da bere durante la ricreazione. Dopo qualche giorno, i compagni, avendo notato il tutto, mentre lui è interrogato alla lavagna, fanno un buchino nell'uovo e se lo bevono. Dopo una settimana Pierino, tornando a casa incavolato per le uova sempre vuote, posa la cartella, si precipita in pollaio e prendendo il gallo per il collo lo ingiuria gridandogli: La vuoi smettere di usare il preservativo quando fai sesso con le galline?!
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            Scritta da: Fausto Feltrinelli
            in Umorismo (Barzellette)
            A mezzanotte dopo il giorno di nozze, la fresca sposina Rosa salta dal letto esce di casa e corre piangente dalla mamma che abitava accanto: Mamma mamma io non posso fare l'amore con Alberto; ha un coso troppo lungo, lunghissimo ed io ho paura che mi faccia male. E la mamma: ma no cara, è perché è la prima volta ma poi vedrai che ti abitui. No no mamma impossibile, vai a vedere e poi mi darai ragione. La mamma va da Alberto per controllare, lo analizza bene quindi torna dalla figlia; Sì cara Rosa effettivamente è più grande di quello del papà però vedrai che col tempo ti abituerai; No mamma non puoi rimandarmi là, io credo che tu non l'abbia visto bene? Sì cara l'ho visto molto bene tanto è vero che ha anche un tatuaggio raffigurante una esse ed un sette; Te lo avevo detto che non l'avevi visto bene perché quando è tutto steso, si legge: San Benedetto del Tronto classe di ferro 1937.
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              Scritta da: Paolo Broni
              in Umorismo (Barzellette)
              Un uomo suona al campanello di una casa e dice alla signora che gli apre: "Buon giorno. Sono del Comune e stiamo facendo delle indagini sulla pianificazione..."
              "Ah, si, la pianificazione familiare!" lo interrompe la donna "Sono molto d'accordo! Quando ci siamo sposati mio marito ed io abbiamo deciso che avremmo avuto solo due figli, un maschio e una femmina!"
              "No, guardi, non stiamo parlando di pianificazione familiare ma di pianificazione edilizia. Comunque una delle domande che le volevo fare è appunto quanti figli ha. Allora, scrivo due?"
              "No, scriva sei... stiamo ancora aspettando la femmina."
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                Scritta da: Luca
                in Umorismo (Barzellette)
                Annì 40, tempo di guerra: italiani contro tedeschi. Una colonia di soldati italiani si inventa una bella trovata per sconfiggere il grande nemico nazista: "allora soldati - dice il generale - facciamo così: ognuno di noi pensi ad un comune nome tedesco e lo pronunci urlando fortissimo; uno di loro avrà sicuramente quel nome e sarà così stupido, sapete, sono tedeschi, che si alzerà dalla trincea all'istante e chiederà chi è che lo chiama. A quel punto dito sul grilletto ed è fatta"!
                I soldati, incantati e felicissimi per la geniale trovata del loro capo, cominciano a pensare diversi nomi. Una volta finito si presenta un soldato al limite della sua trincea e urla: "Fraaanz!", al di là della trincea si vede un soldato tedesco alzarsi di colpo: "Jawohl!", bang!, morto, fuori uno. Arriva un altro: "Friedrich!", e più in la, "Jawohl!", bang!, a terra, e meno due. Vanno avanti così per un bel pezzo e intanto l'esercito nemico si dimezza, quando ad un certo punto i tedeschi cominciano a fare la stessa cosa degli italiani. Si fa avanti un soldato: "Antoniooo!", "Chi è che mi chiama? Karl?", "Jawohl!". Bang!
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