Poesie inserite da Silvana Stremiz

Questo utente ha inserito contributi anche in Frasi & Aforismi, in Indovinelli, in Frasi di Film, in Umorismo, in Racconti, in Leggi di Murphy, in Frasi per ogni occasione e in Proverbi.

Scritta da: Silvana Stremiz

A mio padre sulla costa d'Amalfi

Padre, questa sera non ti cerco a caso,
sono solo figlio della mia nostalgia:
ero di fianco al vecchio saracino
che sulla costa anticipa le nuvole
e dorme da secoli sul mare
ho tracciato sulla roccia solo un segno
e fissato quattro pertiche sugli angoli
poi con gli occhi le ho alzate fino al cielo
e più su per raggiungerti e sognare
ho disteso il mio corpo tra le stelle
e chiesto di dormire insieme a te.
Vota la poesia: Commenta
    Scritta da: Silvana Stremiz

    Quando passeggio nei tuoi silenzi

    Quando passeggio nei tuoi silenzi
    e passo a passo inseguo suoni che non odo
    sguardi che non mi scrutano
    dita che non mi percorrono,
    arranco fino alla cima dei miei pensieri
    per trovare una eco della tua voce
    o l'orma di una vecchia carezza…

    Quando passeggio nei tuoi silenzi
    tu sei l'inizio e la fine
    della mia solitudine.
    Vota la poesia: Commenta
      Scritta da: Silvana Stremiz

      La terza persona

      Una terza persona
      dal nostro parto
      ossigenata con il sangue delle parole
      con la saliva di mille notti insonni
      con le rughe del nostro percorso
      con i capelli sul cuscino della sofferenza
      Una terza persona
      con il corpo filiforme
      sempre teso
      al mondo che piove
      sulle sue tenere viscere
      debole come un uomo
      di razza uomo
      Una terza persona
      con il cuore
      sulle barricate
      mentre sogna "l'incorruttibile" Robespierre
      o piange sui gigli gialli
      al giorno del suo compleanno
      Una terza persona
      con le mani
      da fresatore
      i polpastrelli da pianista di blues
      sopra tastiere di ribellione
      e magiche note di vita.
      Siamo noi amore.
      Vota la poesia: Commenta
        Scritta da: Silvana Stremiz

        E non chiedere nulla

        Ora invece la terra
        si fa sempre più orrenda:

        il tempo è malato
        i fanciulli non giocano più
        le ragazze non hanno
        più occhi
        che splendono a sera.

        E anche gli amori
        non si cantano più,
        le speranze non hanno più voce,
        i morti doppiamente morti
        al freddo di queste liturgie:

        ognuno torna alla sua casa
        sempre più solo.

        Tempo è di tornare poveri
        per ritrovare il sapore del pane,
        per reggere alla luce del sole
        per varcare sereni la notte
        e cantare la sete della cerva.
        E la gente, l'umile gente
        abbia ancora chi l'ascolta,
        e trovino udienza le preghiere.

        E non chiedere nulla.
        Vota la poesia: Commenta
          Scritta da: Silvana Stremiz

          L'invetriata

          La sera fumosa d'estate
          Dall'alta invetriata mesce chiarori nell'ombra
          E mi lascia nel cuore un suggello ardente.
          Ma chi ha (sul terrazzo sul fiume si accende una lampada) chi ha
          A la Madonnina del Ponte chi è chi è che ha acceso la lampada? C'è
          Nella stanza un odor di putredine: c'è
          Nella stanza una piaga rossa languente.
          Le stelle sono bottoni di madreperla e la sera si veste di velluto:
          E tremola la sera fatua: è fatua la sera e tremola ma c'è,
          Nel cuore della sera c'è,
          Sempre una piaga rossa languente.
          Vota la poesia: Commenta
            Scritta da: Silvana Stremiz

            Notturno teppista

            Firenze nel fondo era gorgo di luci di fremiti sordi:
            Con ali di fuoco i lunghi rumori fuggenti
            Del tram spaziavano: il fiume mostruoso
            Torpido riluceva come un serpente a squame.
            Su un circolo incerto le inquiete facce beffarde
            Dei ladri, ed io tra i doppi lunghi cipressi uguali a fiaccole spente
            Più aspro ai cipressi le siepi
            Più aspro del fremer dei bussi,
            Che dal mio cuore il mio amore,
            Che dal mio cuore, l'amore un ruffiano che intonò e cantò:
            Amo le vecchie troie
            Gonfie lievitate di sperma
            Che cadono come rospi a quattro zampe sovra la coltrice rossa
            E aspettano e sbuffano ed ansimano
            Flaccide come mantici.
            Vota la poesia: Commenta
              Scritta da: Silvana Stremiz

              Marradi

              Il vecchio castello che ride sereno sull'alto
              La valle canora dove si snoda l'azzurro fiume
              Che rotto e muggente a tratti canta epopea
              E sereno riposa in larghi specchi d'azzurro:
              Vita e sogno che in fondo alla mistica valle
              Agitate l'anima dei secoli passati:
              Ora per voi la speranza
              Nell'aria ininterrottamente
              Sopra l'ombra del bosco che la annega
              Sale in lontano appello
              Insaziabilmente
              Batte al mio cuor che trema di vertigine.
              Vota la poesia: Commenta
                Scritta da: Silvana Stremiz

                Giardino autunnale

                Al giardino spettrale al lauro muto
                de le verdi ghirlande
                a la terra autunnale
                un ultimo saluto!
                A l'aride pendici
                aspre arrossate nell'estremo sole
                confusa di rumori rauchi grida la lontana vita:
                grida al morente sole
                che insanguina le aiole.
                S'intende una fanfara
                che straziante sale: il fiume spare
                ne le arene dorate; nel silenzio
                stanno le bianche statue a capo i ponti
                volte: e le cose già non sono più.
                E dal fondo silenzio come un coro
                tenero e grandioso
                sorge ed anela in alto al mio balcone:
                e in aroma d'alloro,
                in aroma d'alloro acre languente,
                tra le statue immortali nel tramonto
                ella m'appar, presente.
                Vota la poesia: Commenta