Poesie inserite da Silvana Stremiz

Questo utente ha inserito contributi anche in Frasi & Aforismi, in Indovinelli, in Frasi di Film, in Umorismo, in Racconti, in Leggi di Murphy, in Frasi per ogni occasione e in Proverbi.

Scritta da: Silvana Stremiz

Sulla Gloria

Quale febbre ha mai l'uomo! Che guardare
ai suoi giorni mortali con il sangue
temperato non sa, che tutto sciupa
le pagine del libro della vita
e deruba virtù al suo buon nome.
È come se la rosa si cogliesse
da sé; o quand'è matura la susina
la sua scura lanugine raschiasse;
o a guisa di un folletto impertinente
la Naiade oscurasse la splendente
sua grotta di una tenebra fangosa.
Ma sullo spino lascia sé la rosa,
che vengano a baciarla i venti e grate
se ne cibino le api: e la susina
matura indossa sempre la sua veste
bruna, il lago non tocco ha di cristallo
la superficie. Perché dunque l'uomo,
importunando il mondo per averne
grazia, deve sciupar la sua salvezza
in obbedienza a un rozzo, falso credo?
Vota la poesia: Commenta
    Scritta da: Silvana Stremiz

    Le stagioni umane

    Quattro stagioni fanno intero l'anno,
    quattro stagioni ha l'animo dell'uomo.
    Egli ha la sua robusta Primavera
    quando coglie l'ingenua fantasia
    ad aprire di mano ogni bellezza;
    ha la sua Estate quando ruminare
    il boccone di miel primaverile
    del giovine pensiero ama perduto
    di voluttà, e così fantasticando,
    quanto gli è dato approssimarsi al cielo;
    e calmi ormeggi in rada ha nel suo Autunno
    quando ripiega strettamente le ali
    pago di star così a contemplare
    oziando le nebbie, di lasciare
    le cose belle inavvertite lungi
    passare come sulla siglia un rivo.
    Anche ha il suo Inverno di sfiguramento
    pallido, sennò forza gli sarebbe
    rinunciare alla sua mortal natura.
    Vota la poesia: Commenta
      Scritta da: Silvana Stremiz

      Al sonno

      O soave che balsamo soffondi
      alla quieta mezzanotte, e serri
      con attente e benevole le dita
      gli occhi nostri del buio compiaciuti,
      protetti dalla luce, avvolti d'ombra
      nel ricovero di un divino oblio.
      O dolcissimo sonno! Se ti piace
      chiudi a metà di questo, che è tuo, inno
      i miei occhi in vedetta, o attendi l'Amen
      prima che il tuo papavero al mio letto
      largisca in carità il suo dondolio.
      Poi salvami, altrimenti il giorno andato
      lucido apparirà sul mio guanciale
      di nuovo, producendo molte pene,
      salvami dall'alerte coscienza
      che viepiù insignorisce il suo vigore
      causa l'oscurità, scavando come
      una talpa. Volgi abile la chiave
      nella toppa oliata e dà il sigillo
      allo scrigno, che tace, del mio cuore.
      Vota la poesia: Commenta
        Scritta da: Silvana Stremiz

        A...

        Se avessi le forme di un bel corpo virile,
        sottili i miei sospiri potrebbero echeggiare,
        come in tornito avorio, al tuo orecchio,
        trovando via al tuo cuore gentile - passione
        bene mi armerebbe all'impresa. Ma, ahimé!
        Non sono il cavaliere che uccide l'avversario,
        corazza non risplende sul mio petto elato,
        né sono l'ingenuo pastore della valle,
        le cui labbra han tremato per occhi di fanciulla.
        Eppure devo delirare per te, dirti più dolce
        delle rose melate dell'Ibla, asperse di rugiada
        così densa che inebria. Ah! tal rugiada mi giova,
        la suggerò, cogliendola, con incanti e magia,
        quando si svela il volto pallido della luna.
        Vota la poesia: Commenta
          Scritta da: Silvana Stremiz

          Lasciando alcuni amici di prima mattina

          D'oro una penna datemi, e lasciate
          che in limpidi e lontane regioni
          sopra mucchi di fiori io mi distenda;
          portatemi più bianca di una stella
          o di una mano d'angelo inneggiante
          quando fra corde argentee la vedi
          di arpe celesti, un'asse per scrittoio;
          e lasciate lì accanto correr molti
          carri color di perla, vesti rosa,
          e chiome a onda, e vasi di diamante,
          e ali intraviste, e sguardi penetranti.
          Lasciate intanto che la musica erri
          ai miei orecchi d'intorno; e come quella
          ogni cadenza deliziosa tocca,
          lasciate che io scriva un verso pieno
          di molte meraviglie delle sfere,
          splendido al suono: con che altezze in gara
          il mio spirito venne! Nè contento
          è di restare così presto solo.
          Vota la poesia: Commenta
            Scritta da: Silvana Stremiz

            Scritto con inchiostro verde

            L'inchiostro verde crea giardini, selve, prati,
            fogliami dove cantano le lettere,
            parole che son alberi,
            frasi che son verdi costellazioni.

            Lascia che le parole mie scendano e ti ricoprano
            come una pioggia di foglie su un campo di neve,
            come la statua l'edera,
            come l'inchiostro questo foglio.
            Braccia, cintura, collo, seno,
            la fronte pura come il mare,
            la nuca di bosco in autunno,
            i denti che mordono un filo d'erba.

            Segni verdi costellano il tuo corpo
            come il corpo dell'albero le gemme.
            Non t'importi di tante piccole cicatrici luminose:
            guarda il cielo e il suo verde tatuaggio di stelle.
            Vota la poesia: Commenta
              Scritta da: Silvana Stremiz

              Autunno

              In fiamme, nell'incendio degli autunni
              arde a volte il mio cuore,
              puro e solo. Il vento che lo desta
              tocca il suo centro e lo sospende
              nella luce che ride per nessuno:
              quanta bellezza sparsa!

              Anelo mani,
              una presenza, un corpo,
              quel che frantuma i muri
              e fa nascere le forme inebriate,
              un tocco, un suono, un giro, solo un'ala,
              celesti frutti della luce nuda.

              Nel mio intimo cerco
              ossa, violini intatti,
              vertebre oscure e delicate,
              labbra che sognan labbra,
              mani sognanti uccelli...

              Qualcosa che s'ignora e dice <>
              cade dal cielo,
              da te, Dio, mio avversario.
              Vota la poesia: Commenta
                Scritta da: Silvana Stremiz

                Pietra di sole (frammenti)

                un salice di cristallo, un pioppo d'acqua,
                un alto getto che il vento inarca,
                un albero ben piantato ma danzante,
                un camminar di fiume che si curva,
                avanza, retrocede, fa un giro
                e sempre arriva:
                un camminar tranquillo
                di stella o primavera senza fretta,
                acqua che con le palpebre chiuse
                emette tutta notte profezie,
                unanime presenza in ondata,
                onda su onda fino a coprir tutto,
                verde sovranità senza tramonto
                come l'abbacinante effetto delle ali
                quando s'aprono nel mezzo del cielo, (... )
                vado per il tuo corpo come per il mondo,
                il tuo ventre è una spiaggia soleggiata,
                i tuoi seni due chiese dove il sangue
                celebra i suoi misteri paralleli,
                i miei sguardi ti coprono come edera,
                sei una città che il mare assedia,
                una muraglia che la luce divide
                in due metà color di pesca,
                un luogo di sale, roccia e uccelli
                sotto la legge del meriggio assorto,

                vestita del colore dei miei desideri
                vai nuda come il mio pensiero,
                vado pei tuoi occhi come per l'acqua,
                le tigri bevono sogno nei tuoi occhi,
                il colibrí si brucia in quelle fiamme,
                vado per la tua fronte come per la luna,
                come la nube per il tuo pensiero,
                vado per il tuo ventre come pei tuoi sogni,
                la tua gonna di mais ondeggia e canta,

                la tua gonna di cristallo, la tua gonna d'acqua,
                le tue labbra, i capelli, i tuoi sguardi,
                tutta la notte piovi, tutto il giorno
                apri il mio petto con le tue dita d'acqua,
                chiudi i miei occhi con la tua bocca d'acqua,
                sulle mie ossa piovi, nel mio petto
                affonda radici d'acqua un albero liquido,

                vado per la tua strada come per un fuime,
                vado per il tuo corpo come per un bosco,
                come per un sentiero nel monte
                che in un brusco abisso finisce,
                vado pei tuoi pensieri assottigliati
                e all'uscita dalla tua bianca fronte
                la mia ombra abbattuta si strazia,
                raccolgo i miei frammenti uno a uno
                e proseguo senza corpo, cerco tentoni, (... )

                —la vita, quando fu davvero nostra?
                quando siamo davvero ciò che siamo?
                ben guardato non siamo, mai siamo
                da soli se non vertigine e vuoto,
                smorfie nello specchio, orrore e vomito,
                mai la vita è nostra, è degli altri,
                la vita non è di nessuno, tutti siamo
                la vita —pane di sole per gli altri,
                tutti gli altri che siam noi—,
                son altro quando sono, i miei atti
                son piú miei se sono anche di tutti

                perché io possa essere devo esser altro,
                uscire da me, cercarmi tra gli altri,
                gli altri che non sono s'io non esisto,
                gli altri che mi dan piena esistenza,
                non sono, non v'è io, siam sempre noi,
                la vita è un'altra, sempre là, piú lungi,
                fuori di te, di me, sempre orizzonte,
                vita che ci svive e ci fa estranei
                che ci inventa un volto e lo sciupa,
                fame d'essere, oh morte, pane di tutti.
                Vota la poesia: Commenta