Poesie inserite da Michele Gentile

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Scritta da: Michele Gentile

Arcadia

Severi silenzi
sonori.
Intere distese
di croci
laconico addio,
fugaci.
Care, vetuste ombre
volgo alla sacra Vetta
e urlo alle memorie
un antico idioma.
Possa questo sguardo
trovar pace,
dissetarsi, comprendere
fiori di mare.
Distante dal cuore
il selvaggio cardo
ebbro di altari
muore tra le mie dita;
è ancora giorno.
Composta sabato 13 dicembre 2014
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    Scritta da: Michele Gentile

    Lanterne

    Svellono sonno alla notte.
    Ingarbugliate,
    impigliate alla vita
    chiassose,
    disturbano
    infide stelle
    dottrine di speranza.
    Misurano il profondo drappo
    alla ricerca di uniformi destini
    amari e benedetti
    nel crepitio di muti sguardi.
    Già sanno di perdersi
    in quel disperato volo
    eppure
    vanno
    sorridendo.
    Composta mercoledì 26 novembre 2014
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      Scritta da: Michele Gentile

      Stagioni

      Evanescenti stagioni
      frutti caduti da un Tempo
      avaro d'arpeggi.
      Caducità del giorno
      nel solenne incontro
      con apolidi mari
      trascina con sé
      diafane radici,
      vorticando appena
      sui porti dell'Assenza.
      È melodia
      Amico mio.
      A noi la burrasca
      che ora torreggia impavida
      dalle vette del ricordo.
      E'il mestiere della vela
      Amico mio.
      A noi il lamento
      di un vento indecente.
      Saldo il timone,
      impugna il sole che sorge
      lasciati cullare ora
      dal volo di queste carezze.
      Composta lunedì 17 novembre 2014
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        Scritta da: Michele Gentile

        RapSodico

        Senso unico
        senso di colpa
        senso di abbandono
        quando chiudi quella porta,
        nel bel mezzo d'una storia
        che finisce senza gloria
        mi ritrovo a riscoprire
        come odiare la memoria.

        Tempo andato
        tempo perso
        tempo di rancori senza senso,
        mentre lascio respirare questo verso
        realizzando che non c'è nulla di diverso
        nel trovarmi in questo mare
        ancora solo
        nel sapermi nuovamente
        ucciso in volo,
        sillabando goffamente
        un cielo azzurro
        andato in pezzi
        come l'eco di un sussurro.

        "Quindi?"

        Come stai
        come sto
        come e quando siamo stati
        già sfiniti e terminati
        ritornati e mai partiti
        per quel tempo andato a male
        con l'autunno da imparare
        di un inverno senza cuore
        e un domani...
        ... "così non vale!"
        Composta mercoledì 1 ottobre 2014
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          Scritta da: Michele Gentile

          Ho conosciuto un Dio

          Ho conosciuto un Dio,
          un inverno
          con la mia stessa voce.
          Ho conosciuto un Dio,
          gravido di speranza
          condannato ad amarmi.
          Ho pregato quel Dio
          vero come il dolore
          giusto come il sogno.
          E'andato lontano,
          ha pianto
          cogliendo dei fiori.
          Ho avuto un Dio;
          ha urlato il mio nome,
          gli ho risposto
          col silenzio del tempo.
          Composta mercoledì 10 settembre 2014
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            Scritta da: Michele Gentile

            Il poeta

            Forse si è perso
            fra le righe
            di un tramonto.
            Nelle promesse
            di una lacrima
            incatenata al mare.
            Ineluttabile azzurro,
            arroccato su poggi
            di abile resa
            le sue ali
            non son più parole.
            Stagioni appassite
            piovono sul giorno
            spoglie
            flettono sguardi
            fendono il vento.
            Il poeta
            curvo
            sulla materna ombra
            dona l'età
            al silenzio delle foglie.
            Composta giovedì 4 settembre 2014
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              Scritta da: Michele Gentile

              La cattedra di Keating

              Amo perdermi nella natura,
              riscoprirne ogni volta
              il significato più profondo
              della sua bellezza.
              Non giudica,
              non condanna
              parla di libertà e amore
              con parole semplici,
              si accontenta di sguardi fugaci.
              È la cattedra di Keating
              la mano che orienta le mie scelte.
              Mi commuove il suo abbraccio.
              La sua voce
              mi convince
              di avere ancora
              qualcosa in comune
              con questo mondo.
              La sua voce
              è nobile tempesta
              di pace
              sulla mia pelle di viandante.
              Composta lunedì 25 agosto 2014
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