Le migliori poesie inserite da Davide Bidin

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Scritta da: Davide Bidin

Sturm

Tempesta all'esterno
Tuono che permea
l'aere d'umida rugiada
Il mio animo inquieto
Si sfalda nel volerti

o creatura perfetta
Lampo lieto in
Una notte di travaglio
celestiale lepisma
tra congiunti libri

Temporale tutto il mondo
mi giro mi volto
ancora languore nell'imo
e solo tu panacea
invisibile ai sensi ti celi.
Composta venerdì 12 giugno 2009
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    Scritta da: Davide Bidin

    In Pace

    Ho ascoltato Raramente Tre parole
    Poche volte sincere ma
    Quando non c'è casualità
    Follia vi è nell'udir
    Mille bugie non brillano come una verità

    Ti voglio bene
    Queste semplici parole
    Son bianca polvere novembrina
    Rosso chiaror da scogliera
    Soave schiuma marina

    Ti voglio bene
    Cosa si cela dietro versi umani
    Cosa son le parole se non vissuti
    Ma allora perché sentirle libere
    Mi riempie il vuoto dentro

    Ti voglio bene
    Di Gerico disfatte
    La mia anima derisa
    Difese inaccessibili la cingevano
    Per non ferir il dilaniato

    Ma adesso non ne sento il bisogno
    In questo solo istante
    Le rocce divengon scaglie diamantinee
    La nebbia apre l'ali alla luce del mattino
    l'abbraccio primo del bambino

    Miracolo il sapere di essere così vicino
    Da poter toccar con mano
    Da saper che in fondo
    Nella solitudine dilagante di vita e morte
    Qualcuno tiene a te

    Del resto le parole son solo suoni
    Gettate nell'etere da noi sciocchi avventurieri
    Eppur risplendono assolute
    l'emozione dal tempo non corrotta
    Si rivela illesa... imperitura... perfetta.

    Ti voglio bene sentii dirmi un mattino
    Aprii gli occhi al primo vero sole
    e da allora ogni aurora
    Rimango immobile un istante
    Fisso verso il cielo turchese

    Ti voglio bene
    Il mio intelletto è in pace
    La parte che sente il viver di male
    Tace
    In quel solo attimo per cui val la pena vivere.
    Composta martedì 13 ottobre 2009
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      Scritta da: Davide Bidin

      Verrà un giorno

      Verrà un giorno
      Grondante di pioggia battente
      Divampante di fatuo calor
      Tremante il grembo materno
      Il crepuscolo arriverà

      Verrà un giorno
      Quando l'altrove ci chiamerà
      e tutti andrem per mano
      Senza paura nel cuore
      Senza speranza negli occhi

      Verrà un giorno
      Non luttuoso
      Ma mirabile estatico
      Sarà il mattino che conosciamo
      Quando la sfera oserà fermarsi

      Il destino è promessa
      Come l'uomo che fin dal primo
      Infantil passo sbadato
      Sa del suo mortal fato
      Così Mnemosine morrà quel dì

      e allora vedremo in noi
      Non nubi oscure
      Non ombre immateriali
      Ma il calore e chiarore
      Degli attimi che han reso vivi

      Verrà quel giorno
      e nei nostri occhi si scorgerà
      Tutta l'essenza che al padrone abbiam rubato
      Grideremo il nostro istante gioioso
      Con la follia del silenzio

      Verrà il giorno
      Le cui tremuli menti
      Che un dì vollero perdere
      Lo scorrere della sabbia
      Taceranno

      Tempo piangerem quell'attimo
      Nel ricordo
      Il ricordo
      Di aver provato a ingannare
      Senza saper che lui solo... ci ha ingannato.
      Composta venerdì 9 ottobre 2009
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        Scritta da: Davide Bidin

        La ballata del Caduto

        Sparo
        gli occhi mirano il petto scalfito
        gettate le membra sulla terra
        non un nemico d'innanzi
        non vi è mai

        sguardo di uomo
        riflessione finale
        vuoto è l'odio, la tristezza
        inutile l'amore, la felicità
        la domanda è, cosa si era?

        Ancora un barlume sulla camicia
        rubino, vino, cherry e mosto
        grondante rimasuglio di ciò
        che siamo, che eravamo
        ma vivo, ho vissuto per via dell'olio carminio?

        Qual è il significato di ciò che ero
        e ch'è il significante di ciò che ho fatto
        mezzo era il mio corpo
        senza testa sarebbe morto
        sarò idra pel mio retaggio?

        Il braccio distende nell'ultima scintilla
        la tasca lontana a parer miglia
        viene toccata al fine
        ne esce un'icona
        che riveli il motivo della danza?

        Forse speranza per i nascituri
        ma se il nato un attimo fa ero io
        Forse epitaffio reverenziale
        ma se le idee spirano nell'oblio
        Eravamo, Siamo, Diventiamo sterco secco?

        La foto davanti al volto già mesto
        le iridi si mostrano all'astro con l'ultimo sprazzo
        atto a scoprir che l'immago
        è bianca perché capovolta
        è buio cala si alza il sipario.
        Composta martedì 6 ottobre 2009
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          Scritta da: Davide Bidin

          In Noia

          In noia
          Muovi
          Le dita incallite
          nell'invisibile freddo
          Aspetti
          Mentre le dita posi
          Su legno di bosco
          Di giornata uggiosa
          Aspetti
          Mentre le dita salgono
          Sull'odore silvestre
          e la resina rinsecchita
          Aspetti
          Mentre le dita scendono
          Sul muschioso arto
          Verde bile
          Aspetti
          Nella speranza
          l'arrivo
          Di una scheggia
          Che sia sorpresa.
          Composta sabato 28 novembre 2009
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            Scritta da: Davide Bidin

            Il vento e il fumo

            L'aspro fumo cinereo
            Correva nel vento
            Corvino
            Il volto di un bambino
            Il viso di nessuno

            Il fumo costante danzava
            e ancora il vento
            Corvino
            Abbatte i piè dell'uomo
            i talloni del diniego

            Sempre il fumo lezzoso
            Vola nel vento
            Corvino
            l'anziano spazza lontano
            Fin dove Mnemosine giace

            Sempre lo stesso il vento
            Che ogni giorno incontri
            Ogni giorno ammiri
            In quella candida uguaglianza
            Ch'è fumo e nulla.
            Composta domenica 6 dicembre 2009
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              Scritta da: Davide Bidin

              Miracolo Estatico

              Cangianti lembi azzurri
              Ammiro nel bagliore
              Di mille candele
              Anche tra la nebbia più greve
              Nulla non mi farebbe vedere

              Il tuo sguardo

              Ciò che rende... te
              Le parole non posson definire
              Ciò che un'emozione... sola
              Può far capire
              Il mare in cui mi trovo è tuo

              Il tuo azzurro

              Qualcosa di eterno
              Nella sua fragile essenza
              Il piacere ch'è semplice
              Provo in quest'attimo di estasi
              Contemplo l'infinito

              Le tue stelle

              Rispecchiano il mio tetro volto
              Ch'è immobile impietrito
              è rivolto solo a te
              Con la titubante accettazione
              Dell'omonimo innamorato

              Quando mi getto
              Negli occhi tuoi
              Anche il Destino m'invidia
              Non può veder
              La magia che da te

              Si fa sorgente pel mio dolente cuore

              i tuoi miracoli d'amore.
              Composta venerdì 18 dicembre 2009
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                Scritta da: Davide Bidin

                La Ballata Dell'Ironico Recluso

                A me interessa derider voi cretini
                quando sento il vostro vociferare
                l'indignazione delle vostre ferite
                il lascito crepuscolare di cose
                che voi non capite

                Ridere della morte e della sua paura
                della prefettura e della clericazia
                della morale che grida stuprata
                dei feti buttati tra i prati
                delle piante a cinque punte recluse per esser nate

                Io rido, mi diverto, sorrido e derido
                Se domani dovessi morir per uno sparo
                con cancro o per un incidente
                riderei col mio spettro sulla tomba
                scritta sulla lapide marmorea "cazzo ti guardi?"

                Aspetterò con corna d'orate o l'ali rattoppate
                Voi che passando mi guarderete disgustati
                "un cimitero con queste scritte ma che schifo"
                Poi un giorno un bambino, un uomo nuovo
                camminando riderà come uno stitico.
                Composta mercoledì 2 giugno 2010
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                  Scritta da: Davide Bidin
                  Come puoi star solo?
                  In questo mondo che vomita in volto
                  sbuffate d'esistenza avariata
                  Come puoi star solo?
                  mentre
                  corri in cerca di quell'anfratto che chiamiamo
                  serenità
                  eppure ci rendiam conto della
                  "gutturale inefficienza"
                  del nostro desiderio
                  siam sempre soli eppure
                  in quest'epoca di unitarietà globale
                  rigurgitante personalità sparse
                  ed aspre
                  che non ci appartengono
                  di inutili amene convinzioni
                  marcescenti
                  chi può davvero ritenersi solo?
                  io mi sento solo
                  certe volte
                  quando sono in casa chiuso
                  dove
                  a malapena odo i rumori assordanti
                  e inconcludenti provenienti dal mondo
                  e m'isolo lieto a scrivere farse
                  ugualmente inconcludenti
                  su persone che son davvero sole
                  dentro me soltanto
                  senza aspettarmi un saluto
                  un ringraziamento
                  o una flebile parola
                  solo allora son solo
                  solo allora
                  ma voi
                  tutti gli altri
                  e me
                  come possono definirsi soli?
                  basta accendere uno schermo invisibile
                  per capire che tutta la merda che addosso ti cala
                  tutto il liquame eruttato da coloro che non vogliono esser soli
                  a cui schifa questa baluginante essenza,
                  la merda da cui traggo giovamento
                  non è altro che niente trasfigurante
                  e allora son solo
                  l'unico motivo per cui esco ancora di casa
                  e capire quanto poco le persone
                  han da dire
                  e quanto, al contrario
                  io ho da dire su loro.
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                    Scritta da: Davide Bidin
                    Gente, il sesso non è mai stato
                    altro che una miscela
                    di corpi che fanno l'uno
                    per l'altro
                    ciò che piace
                    a loro e all'evoluzione
                    fare
                    per desiderio
                    o disperazione
                    o necessità
                    Non hanno alcun scopo
                    se non l'amore
                    e lo scopo della vita
                    I sessualisti
                    sono prodotti del sesso
                    Siamo fatti del sesso
                    Il sesso ha fatto l'Esercito della salvezza
                    Siamo sesso
                    Non c'è nulla di Oscuro
                    intorno a questa magia
                    E quelle fitte di desiderio
                    che vi fanno star male
                    Quei sogni impensabili
                    che vi riempiono di dubbi
                    - finché gioie selvaggie sgorgano
                    da uno spirito entusiastico
                    mangiate la polvere! GRIDATE!
                    Grazie a Dio i pensieri
                    eccitano quanto la carne
                    Grazie a Dio c'è un posto
                    in tutto questo lui e lei
                    e lui e lei
                    e lei e lui
                    per un me e me -.
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