Le migliori poesie inserite da Barbara Brussa

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Scritta da: Barbara Brussa

A tutte le donne

Fragile, opulenta donna, matrice del paradiso
sei un granello di colpa
anche agli occhi di Dio
malgrado le tue sante guerre
per l'emancipazione.
Spaccarono la tua bellezza
e rimane uno scheletro d'amore
che però grida ancora vendetta
e soltanto tu riesci
ancora a piangere,
poi ti volgi e vedi ancora i tuoi figli,
poi ti volti e non sai ancora dire
e taci meravigliata
e allora diventi grande come la terra.
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    Scritta da: Barbara Brussa

    Ai giovani

    Bella ridente e giovane
    con il tuo ventre scoperto,
    e una medaglia d'oro
    sull'ombelico,
    mi dici che fai l'amore ogni giorno
    e sei felice e io penso che il tuo ventre
    è vergine mentre il mio
    è un groviglio di vipere
    che voi chiamate poesia
    ed è soltanto tutto l'amore
    che non ho avuto
    vedendoti io ho maledetto
    la sorte di essere un poeta.
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      Scritta da: Barbara Brussa

      Come polvere o vento

      Se la mia poesia mi abbandonasse
      come polvere o vento,
      se io non potessi più cantare,
      come polvere o vento,
      io cadrei a terra sconfitta
      trafitta forse come la farfalla
      e in cerca della polvere d'oro
      morirei sopra una lampadina accesa,
      se la mia poesia non fosse come una gruccia
      che tiene su uno scheletro tremante,
      cadrei a terra come un cadavere
      che l'amore ha sconfitto.
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        Scritta da: Barbara Brussa

        A Mario

        Se ti dicessi che ti amo
        direi una infame bestemmia
        perché i fratelli non si amano mai
        eppure è vero; nel fuoco dell'arte
        abbiamo un amore in comune,
        questo non posso dimenticarlo
        e dirti ti amo per un poeta
        assume un significato diverso
        dal volgere umano delle cose.
        Amo i tuoi orizzonti impossibili
        la tua coscienza perfetta
        il tuo volgere ad ogni stagione,
        la tua pennellata distratta
        la tua fiducia in te,
        che è in fondo l'umiltà di Cristo
        che pure era figlio del Padre.
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          Scritta da: Barbara Brussa

          Per Milano

          Non è che dalle cuspidi amorose
          crescano i mutamenti della carne,
          Milano benedetta
          Donna altera e sanguigna
          con due mammelle amorose
          pronte a sfamare i popoli del mondo,
          Milano dagli irti colli
          che ha veduto qui
          crescere il mio amore
          che ora è defunto.
          Milano dai vorticosi pensieri
          dove le mille allegrie
          muoiono piangenti sul Naviglio.
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            Scritta da: Barbara Brussa

            Estate

            C'è un giardino chiaro, fra mura basse,
            di erba secca e di luce, che cuoce adagio
            la sua terra. È una luce che sa di mare.
            Tu respiri quell'erba. Tocchi i capelli
            e ne scuoti il ricordo.
            Ho veduto cadere
            molti frutti, dolci, su un'erba che so,
            con un tonfo. Così trasalisci tu pure
            al sussulto del sangue. Tu muovi il capo
            come intorno accadesse un prodigio d'aria
            e il prodigio sei tu. C'è un sapore uguale
            nei tuoi occhi e nel caldo ricordo.
            Ascolti.
            La parole che ascolti ti toccano appena.
            Hai nel viso calmo un pensiero chiaro
            che ti finge alle spalle la luce del mare.
            Hai nel viso un silenzio che preme il cuore
            con un tonfo, e ne stilla una pena antica
            come il succo dei frutti caduti allora.
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              Scritta da: Barbara Brussa

              Nel cuore della notte

              Mano di velluto,
              dita leggere, cercano conferme...
              Cercano me.

              Percepisco il calore,
              e apro gli occhi-
              spezzando il filo dorato
              dei sogni miei-.

              Nei miei occhi, tu.
              Tu, che cerchi protezione,
              e la luce del mio cuore
              in una notte buia.

              In quel breve
              ma infinito attimo,
              vedo ciò per cui darei
              la mia vita.

              Mi sposto appena,
              ti bacio dolcemente
              sulle labbra,
              entrando nei tuoi sogni
              con passo felpato.

              Nel cuore della notte,
              sento i battiti sincroni
              dei nostri due cuori,
              legati indissolubilmente.

              Io ti ho dato la vita,
              e ora, la mia vita
              sei tu, piccola mia...
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                Scritta da: Barbara Brussa

                Cercava l'infinito

                Cercava l'infinito
                nei mille volti logori della vita
                nelle invocazioni dissolte
                nel sale del mare

                Cercava l'infinito
                nei singhiozzi violenti dei sogni
                e nelle crepe sui muri della fantasia

                Cercava l'infinito
                e infine lo trovò -
                improvviso e travolgente -
                in uno sguardo

                che le percorse l'anima
                e affondò in un brivido.
                Composta domenica 11 agosto 2013
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