Le migliori poesie inserite da Antonino Gatto

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Scritta da: Antonino Gatto

Il gran galà della natura

Un giorno come tanti,
all'imbrunire della sera,
quando ancora qualche spiraglio di sole,
tinge di mille colori il cielo,
al di là della collina,
mi ritrovo seduto a meditare,
circondato solo
da un melodico canto di cicale.
L'autunno è alle porte,
e i colori lasciati sul suolo,
mostrano lo splendore della natura,
che pare variopinta,
come a far gola,
al desiderio più segreto di un pittore.
Così il cielo con la sua vanità,
pare non esserne meno,
e fra giochi di nubi che vacillano di forme e colori,
sfila col suo vestito migliore,
per donare emozioni,
a chi con l'animo in gola,
affronta la gravità, con lo sguardo rivolto all'in su.
Cosa può desiderare di più,
il cuore di un artista,
che vive di piccole cose?
Composta venerdì 1 gennaio 2010
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    Scritta da: Antonino Gatto

    Soli si muore...

    Attonito restai a guardare,
    lo scorrere della mia vita,
    impaziente di vederla sfociare,
    nel mare di una spiaggia gradita.

    La corrente spesso un po' angusta,
    tormentava la mia convinzione,
    dubitando tra la via giusta,
    o il miraggio di una folle illusione.

    Quanti paesaggi incantati ho passato,
    senza neppure cogliere un fiore?
    Forse sperando di arrivare d'un fiato,
    alla mia meta e piantarvi il mio cuore!

    Ed ora son quì,
    ad un ramo impigliato,
    aspettando la tua mano
    a salvarmi dal fato!
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      Scritta da: Antonino Gatto

      La Zanzara ed il Moscerino

      Siam venuti in questo mondo
      in due anni ben distinti,
      ma a guardarci in fondo in fondo
      gemelli eravamo per tutti quanti.

      Abbandonati alla sorte
      da un Papà un po' incosciente,
      abbiamo superato anche la morte
      grazie ad una Mamma mai assente.

      Quante guerre abbiam vissuto,
      sempre insieme nel cammino,
      tu Massimo la Zanzara,
      ed io Nino il Moscerino.

      Oggi Padri per coraggio,
      senza mai voltarci indietro,
      tu il folle ed io il saggio,
      col passato dietro un vetro.

      Chissà quanti come noi
      oggi insieme nella vita
      si sentiranno un giorno eroi
      di una medesima partita.

      Un po' più grandi ed un po' diversi,
      una Zanzara ed un Moscerino,
      oggi danzano in questi versi
      come ogni giorno nel loro cammino.
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        Scritta da: Antonino Gatto

        Trafitta da una spada

        Sotto la doccia, ed ancora senti l'odore,
        di quelle sporche mani, che ti hanno fatto male,
        fragile il tuo corpo, grande il tuo dolore,
        vittima di una violenza che non puoi dimenticare.

        Gocce sul tuo viso,
        lacrime un po' amare,
        l'odore ancora addosso,
        e una vita da rifare.

        Quel vicolo un po' buio,
        il silenzio sulla strada,
        trascinata in un rifugio
        trafitta da una spada.

        Un altra doccia ancora,
        un corpo da lavare,
        per togliere uno sporco
        che non riesci a cancellare.
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          Scritta da: Antonino Gatto

          Lacrime di cera...

          Luci soffuse sulla china di un Poeta,
          la ragione bussa alla porta,
          ma la stanza tace, e l'ignora.

          Una fiamma traballa,
          ed unica testimone silente,
          pare commossa d'un pianto di cera.

          Come può fermarsi la mano,
          di un cuor che cavalca
          un'anima in tempesta?

          Forse la fermerà il sonno,
          che calerà profondo,
          in una delle tante notti
          che hanno fatto glorioso un uomo.
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            Scritta da: Antonino Gatto

            Bisogna avere il coraggio!

            Tu gestore premuroso
            che per tuo Figlio rinunci al tuo riposo,
            e vendi alcol felice al tuo locale
            agli altri figli, e sai di fare male.

            Tu che da sempre, hai un solo scopo,
            di far cassetto, e non pensi mai al dopo,
            e dietro al banco osservi molte vite,
            che si abbandonano a droghe assai proibite.

            Tu che per soli, due euro di guadagno,
            vedi ragazzi distrutti dentro un bagno,
            che poi escono barcollanti dal locale
            e non ti importa se si faranno male.

            Ed ogni sabato si scrive un altro foglio
            mentre Tu conti il denaro nel cassetto,
            un altro padre sighiozza il proprio figlio
            schiantato contro il solito cassonetto.

            Forse la società non ha ancora perso abbastanza
            per decidere di cessare questa mattanza,
            e quanto caos ancora bisogna fare,
            per convincere i locali che qualcosa deve cambiare.

            Ecco perché Tu leggi questo messaggio,
            perché sei il primo che devi avere il coraggio,
            di iniziare a consigliare cioccolate,
            invece di vendere alcol a tonnellate.
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              Scritta da: Antonino Gatto

              Volare...

              Solo col fruscio del vento,
              immerso nei miei pensieri,
              chiudo gli occhi per un momento,
              pensando al mondo, come fosse ieri.

              Penso agli aquiloni di quando ero bambino,
              le foglie dell'autunno, il volo dei gabbiani,
              e sempre ricorrente, quel sogno cherubino,
              di spiccare il volo, aprendo le mie mani.

              Forse per questo, nasce la mia passione,
              forse per l'incubo, che proprio non sopporto,
              che mi fa vivere come in prigione,
              trattenuto a terra, dal peso del mio corpo.

              Ecco perché quando spunta il sole,
              come un colibrì vibra il mio pensiero,
              e prima ancora che io mi alzo in volo,
              vedo le mie nuvole, vedo già il mio cielo.

              Fino a che il vento sfiora la mia pelle,
              mentre mi distacco dalla madre terra,
              e sento già i brividi sento già le stelle,
              sfuma il mio tormento, con la sua zavorra.

              Questa è la mia gioia, è la mia passione,
              inseguire l'orizzonte, dove si perde il sole,
              vibrare nel vento come un aquilone,
              lasciando la mia terra senza alcun rancore...
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                Scritta da: Antonino Gatto

                La tua salvezza

                Triste invito ti ha fatto, una vita ingrata,
                tanto da spingerti così in basso,
                da non saper capire, la differenza,
                fra vivere o morire.

                Ti ha regalato emozioni,
                così dolci e care,
                per poi rubartele all'improvviso,
                e lasciarti solo col tuo dolore.

                E proprio il suo ricordo, del viso suo piccino
                svaniva con il vuoto, accanto a quel camino,
                ripensando al suo sorriso, che presto ti ha lasciato
                trafitto dal rimorso di ciò che non ti ha dato.

                Oggi per la prima volta, ripensando a quei momenti
                con un brivido che ti assale, li rivivi tutti quanti,
                quando per lasciarti andare, valutavi ad una ad una,
                quale arma utilizzare per dire basta alla tua sfortuna.

                Se scrivere una lettera, per farla ritrovare,
                lasciando il tuo saluto, per farti perdonare,
                oppure andare via, senza pensare a niente,
                restando indifferente, a tutta quella gente,

                chiudendo la tua porta, abbandonando la partita,
                lasciando con coraggio, la morsa fra le dita,
                rinunciando alle vittorie che ti ha offerto il tuo destino,
                per l'impazienza di aspettarle, rifugiandoti nel vino.

                Ma poi d'un tratto, tornando sui tuoi passi,
                voltasti pagina, lasciando a terra i sassi,
                che appesantivano il tuo orgoglio da leone,
                e ti portavano sul fondo di un burrone.

                Forse è per questo, pensando al tuo domani,
                che hai tolto il capio, con le tue stesse mani
                e ti sei fermato ad un passo dal destino,
                che avrebbe arrestato di colpo il tuo cammino.

                O forse è il suo sorriso, che ti ha salvato ancora,
                perché non era arrivata, ancora la tua ora,
                ed oggi come allora un brivido ti assale,
                mentre leggi queste parole che ti ha voluto dare,

                e credimi non importa
                se non lo saprà mai,
                perché quello che oggi conta,
                è che adesso tu lo sai!
                Composta mercoledì 1 dicembre 2010
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