Scritta da: Antonino Gatto
in Poesie (Poesie d'Autore)
Il cerchio della vita...
Correre un intera vita,
per accorgersi di non essere mai partiti,
e chiedersi il perché...
La terra si nutre dei nostri rimorsi
e noi di lei!
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Correre un intera vita,
per accorgersi di non essere mai partiti,
e chiedersi il perché...
La terra si nutre dei nostri rimorsi
e noi di lei!
Abbi cura di te,
quando il vento gelido dell'inverno sfiorerà la tua pelle,
ed io sarò troppo lontano per scaldarti col mio corpo.
Abbi cura di te,
quando altri occhi, assetati di miele, ti staranno addosso,
e tu vedrai in quel bagliore una luce, ma sarà solo fuoco.
Abbi cura di te,
quando la solitudine ti farà paura,
e cercherai in qualcuno, quello che ti manca, senza mai trovarlo.
Abbi cura del tuo sorriso, e non spegnerlo mai col pianto,
perché anche nel silenzio, non sarò mai stanco,
di alimentarlo di emozioni, anche senza poterti stare accanto!
Caro amico mio fidato,
ancora oggi ti ho sognato.
Il ricordo del tuo amore non si spegne,
e pensandoti ogni tanto si riaccende.
Mi ricordo quando tenero e piccino,
ti ho svezzato come fossi il mio bambino,
e tu già grande, nonostante la tua età,
mi hai trattato come fossi il tuo papà.
È per questo che dall'alba, a notte fonda,
tu hai vissuto, con me accanto alla mia ombra,
e anche quando ricevevi pane secco,
tu eri sempre a me fedele accanto al letto.
Mille volti mi hanno avuto e poi lasciato,
alcune donne ti hanno anche accarezzato,
e mentre io perdevo tempo dietro l'amore,
non mi accorgevo che era al mio fianco, senza parole.
Quanto mi manchi amico fido prediletto?
Quanto vorrei averti ancora accanto al letto,
per rivedere l'amore in volto come allo specchio,
ogni mattina, quando per sveglia, mi leccavi l'orecchio.
Son trascorsi molti giorni,
dalla mia ultima emozione,
che mi ha scosso all'improvviso,
come fosse un acquazzone.
Ora foglia gialla al vento,
lascio il posto ad un germoglio,
che ben presto sarà contento
di farmi rivivere nel suo nuovo giorno.
Non è facile accettare
l'ultima brezza che mi verrà a sfiorare,
perché la paura mi fa un po' soffrire,
e sento ancora un brivido, che mi fa sperare.
Ma se ora leggi queste parole,
è perché la paura è andata via,
e si è trasformata nell'emozione
che sfiora la tua pelle, e prima era la mia.
Ho scelto queste parole, per dirtelo col cuore,
che il seme che ti lascio, è frutto dell'amore,
l'amore che ho scoperto, e mi hai donato tu,
senza chiedermi nient'altro, che farne una virtù.
Il mio Caro amico Sambaye,
figlio di un famosissimo cantastorie senegalese,
un giorno mi disse che suo padre narrava
alcuni episodi che raffiguravano l'inferno.
Avete mai pensato che un essere umano non sarebbe in grado di viverci neppure un secondo?
Si dice che chi uccide in vita un essere umano,
è per Dio, come se avesse ucciso tutta la popolazione del mondo e poi si reca all'inferno.
Ad accoglierlo, non sono tanto le fiamme ardenti,
ma una puzza insopportabile, mille volte peggio
delle fiamme stesse.
Se trovate un vero credente Senegalese, o di altra razza,
che si alza ogni giorno prima dell'alba per pregare
e che rispetta rigorosamente gli insegnamenti del Sacro Corano,
chiedetegli di raccontarvi com'è l'inferno.
Credo che se tutti conoscessero queste credenze,
non ci sarebbe più il male,
perché il peccato è solo il frutto dell'ignoranza.
Luci e suoni nell'ombra
di un locale annebbiato
sguardi gelidi e spenti
nodo in gola in un fiato.
Così son vissute,
le ore ad una ad una
dalle pallide vittime
sempre in cerca di fortuna.
Questo è l'ultimo giuro,
per poi giocare di nuovo
e tentare al raddoppio
di riprenderlo al volo.
Finché il gioco finisce,
e ti resta soltanto
senza lacrime in tasca
l'emozione del pianto!
Danzano impetuose le anime
come fardelli mossi dalle onde,
e sussurrano i sensi in delirio
come schiuma sugli scogli.
Resisterti non posso,
nella bufera del desiderio
che fugace ubriaca la ragione,
e mi offusca la mente.
Neanche il tempo di sfiorarti
che già le tue dolci labbra
mi legano al tuo corpo
e infuocano le mie vene.
Poi la tua pelle ha sete
e non sarà sfinita
fino a quando le mie mani
non l'avranno fra le dita.
Volano via le vesti
come salsedine trasportata dal vento,
e la primavera in fiore
mostra il suo candore.
Pelle di seta,
al chiaror di luna
baciarti non resisto
dal monte alla pianura.
E mentre il tuo respiro
cazza le mie vele
affronto le tue onde
addolcito dal tuo miele.
Finita la tempesta
il mio petto per cuscino
per dormir sul mio battito
sin al porto del mattino.
Solcano i tempi
questi anni ruggenti,
meschini ed ingrati
di me indifferenti.
Di luce vestiti
per vibrare in eterno,
del mondo ignorando
il paradiso e l'inferno.
Ci sono nella vita
luci e ombre,
profumi e odori,
colori e sfumature.
Coglierli è un pregio
viverli un opportunità!
Sei venuto al mondo vestito solo della tua nudità,
ed hai affrontato il cammino, con la testa rivolta all'insù.
Imparando a gattonare come un bimbo
e poi a lasciarti cadere, come una foglia al vento
negli autunni della vita.
Ti sei rialzato e hai mostrato tutto il tuo splendore,
nei lunghi anni delle nostre primavere,
Hai catturato la rugiada della notte,
per poi lasciarla cadere come pioggia
nei tuoi brevi momenti di malinconia.
Hai vissuto di emozioni, e mi hai emozionato,
insegnandomi a resistere alle correnti gelide dell'inverno
che hanno cercato di penetrare la mia corteccia.
Il meglio di te, lo hai lasciato sulla terra,
e da quel seme sono cresciuto,
come frutto delle tue esperienze
e la mia vita dipenderà
dal mio desiderio di dissetarmi
alla fonte delle tue parole.
Un giorno d'estate,
mentre viaggiavi con la mente
nell'oceano infinito dei nostri ricordi,
un forte vento ti ha portato lontano,
chiudendo le palpebre del tuo viso,
e spegnendo il sorriso di un uomo
che porta con sé, il profumo di prati in fiore
e la gioia nel cuore di un grande Amore!