Poesie personali


in Poesie (Poesie personali)

Genova

Sopra le case resta l'ombra

e mentre loro entravano nello snodo,
accovacciati sui guanciali degli abitacoli,
dopo ore di focacce e linimenti,
canti, bronci, lui (esso) laggiù/lassù -
ancora lontano, ancora altissimo -,
strideva, si apriva delicatamente,
fino alla violenza, ci pensava seriamente
accozzaglia dopo accozzaglia,
ricordato da tutto il tempo,
da tutte le voci richiamato indietro,

quasi ponderando
il loro arrivo, il transito
che deve averlo inasprito,
ripugnante inanimato va
oltre il taglio della struttura,
tenue vacillare di sistemi,
retaggio e finezza,
simbolo che attacca,
svela il suo mistero,
la sua molle intimità,
dirompendosi in un pianto
di milioni infinitesimali lacrime

il cui sogno è il miraggio
di sollevare il mondo,
benedirlo per se stesso,
riaverlo indietro, rifarsi,
ergersi e inginocchiarsi
al servizio del cammino,
per i flutti dell'andirivieni,
per il parlottio della maretta,
declino dopo declino...
Composta giovedì 16 agosto 2018
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    Scritta da: omarea
    in Poesie (Poesie personali)

    Mani al Cielo

    La discesa rifiutò il battito del tamburo
    Dei cori a valle sollevati dalla folla.

    Quando provai a cambiare anche io,
    Contro le maiuscole del testo di legge,
    Contro la voglia di lasciarmi andare giù.
    Verso il futuro dal complesso attinto
    Dove tornare a capo ad ogni punto
    Dove imparare a cambiare ancora,
    Ancora e ancora.

    Dalle voci mi guardai,
    Di scegliere ancora male.
    Composta sabato 8 settembre 2018
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      Scritta da: Luca Vigile
      in Poesie (Poesie personali)

      Vite spezzate

      È solo un attimo
      basta poco per non ridere più
      per bagnarsi il viso con lacrime amare
      è solo un attimo
      basta poco per vedere un sogno spegnersi
      ogni certezza crollare
      non credere più al domani
      è solo un attimo
      basta un nulla per perdere casa e chi ami
      è solo un attimo
      per poi chiudere gli occhi e accettare la fine
      eppur lasciare il cuore aperto per non dimenticare mai.
      Composta domenica 19 agosto 2018
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        Scritta da: Luca Vigile
        in Poesie (Poesie personali)

        Ode all'inverno

        Vorrei essere
        come i fiocchi di neve
        per cadere in terra dolcemente
        per accarezzarla
        per accarezzare le radici degli alberi
        per accarezzare i fiori e le piante più delicate
        per ricoprirle e proteggerle
        per unirmi agli altri fiocchi
        per divenire un tutt'uno
        per esser compatto
        e amare la natura
        la vita.
        Composta domenica 19 agosto 2018
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          Scritta da: Lorence
          in Poesie (Poesie personali)

          Caronte

          Caronte è il suo nome,
          mercante di morti,
          lo Stige è il suo fiume,
          un fiume di corpi.

          Si accosta silente,
          mi tende la mano,
          moneta sonante
          attende ma invano.

          Il Vecchio ha premura
          ma il sacco è vuotato,
          solo pena, paura
          ed un cuore spezzato.

          Ti basti il mio corpo,
          è l'ombra di un uomo,
          il ricordo di un uomo
          già morto da tempo.

          È il corpo di un padre
          che assieme a una madre,
          è riuscito ad amare
          ma non a salvare.

          È il corpo di un padre
          che non ha potuto,
          nemmeno abbracciare
          il figlio perduto.

          È il corpo di un padre
          che ha visto suo figlio,
          partir con il vecchio
          dagli occhi vermiglio.

          Non sono più niente,
          ne ombra ne luce,
          solo un'anima errante
          in cerca di pace.

          Caronte ricorda
          quel volto velato,
          beffardo lo guarda,
          lui sà che ha pagato.

          Infondo al suo cuore
          qualcosa si smosse,
          la sorte del padre
          Caronte commosse.

          Ritira la mano,
          il remo riprende,
          Il suo viaggio è finito,
          per lui non v'è niente.

          Ne padre ne figlio
          solcheran le sue acque,
          al meschin barcaiolo
          l'affare non piacque.

          "Profitto assai scarno"
          Caronte sospira,
          "ma di tempo ne ho tanto"
          e la barca lui vira.

          "Lungi il mio lume"
          disse convinto,
          "sulla sponda del fiume
          la Vita oggi ha vinto".
          Composta martedì 23 giugno 2015
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            Scritta da: Concetta Melchiorre
            in Poesie (Poesie personali)

            Le mani di mia madre

            Mia madre è stata la
            prima carezza al fragile mio
            corpo appena venuto,
            raggrinzito e angosciato,
            al mondo.

            Mia madre è stata il
            bacio sulla guancia
            nella notte oscura, quando
            la mia mente era ancora
            di orrendi incubi prigioniera.

            Mia madre è stata l'amica
            delle passeggiate quando
            le amiche della mia giovinezza
            erano tutte andate via.

            Mia madre è stata la
            confidente, la soccorritrice,
            l'infermiera quando curava
            le ferite che la vita
            sempre infligge.

            Grazie mamma, ovunque tu
            sia, ti giungano postumi i
            miei baci e le mie carezze.
            Composta mercoledì 22 agosto 2018
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              Scritta da: Concetta Melchiorre
              in Poesie (Poesie personali)

              Genitori

              Ti rivedo nel giardino
              dell'Eden padre mio
              mentre costruisci aiuole e
              tu mamma pianti rose e
              ciclamini e nontiscordardime.

              Ti rivedo, padre mio, mentre,
              seduto sotto una quercia,
              leggi il tuo quotidiano come
              sempre facevi quando eri
              in mezzo alla tua famiglia.

              Mamma leggeva il
              libro dei Salmi:
              "Il Signore è il mio pastore"
              mormoravano di continuo le
              tue labbra con immensa,
              profonda devozione.

              La sera, mamma, ci novellavi
              racconti della tua felice anche
              se povera gioventù: i tuoi occhi
              ancora ridenti di allegra
              giovinezza.
              Composta mercoledì 22 agosto 2018
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